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I diritti dei bambini nel tempo presente e sempre
Sono invitati ad aver cura di sé, dell’altro, della terra e del mondo, per abitare ogni tempo e ogni luogo con autenticità, forza e leggerezza

Questa è una cosa seria. La Magna Charta dei diritti e dei doveri dei fanciulli. Fa bene leggerla.
Soprattutto oggi, quando ci troviamo in una realtà così diversa. Forse potremmo partire da questa lettura per riflettere come educatori e genitori, ma anche come persone che hanno la responsabilità di compiere scelte politiche e per il bene comune, su quali diritti e doveri possiamo garantire in questo tempo, in modo da non dimenticare l’infanzia, così preziosa.
Voi che ne pensate? Che cosa è urgente assicurare ai nostri bambini ora?
Forse un ascolto più profondo, una comprensione che vada oltre il visibile, una vicinanza vera che sia camminare insieme e condividere gesti, doveri, valori, speranze, sogni di bellezza e di verità… nel quotidiano vivere, cercando che stiano bene, tra di loro e con noi. Mantenendo aperta la visione che questa Magna Charta ci dona.
E pensiamo non solo l’infanzia dei nostri bambini che vivono comunque in situazioni privilegiate; consideriamo i bambini di tutto il mondo, c’è tanto da fare ancora per una possibilità di crescita e di vita più giusta.
La Carta dei diritti e dei doveri dei bambini, dei ragazzi, dei giovani
I bambini, i ragazzi, i giovani possono esprimere il loro sentire, il loro essere, il loro fare in un contesto di soggetti e di istituzioni che pensano ed operano per e con loro, offrendo e rispettando gli spazi ed i tempi, per dare forma sempre più estesa alla loro autonomia.
I principi dichiarati nella Magna Charta delle relazioni e delle responsabilità della scuola, della famiglia, del territorio verso i bambini, i ragazzi ed i giovani orientano gli adulti a realizzare la corresponsabilità educativa. La carta è una delle risultanze del progetto Dialogo scuola, famiglia, territorio.
La Magna Charta dei Diritti e dei Doveri orienta l’essere e l’operare dei bambini, dei ragazzi e dei giovani.
Il presente documento raccoglie il solo pensiero degli adulti (risultanza di numerosi focus group) che darà il via ad una elaborazione in proprio dei bambini, dei ragazzi, dei giovani. Saranno loro, in occasione del laboratorio cittadino, a costruire la Carta dei diritti e dei doveri quale spazio di espressione ed impegno, responsabilità ed autonomia, libertà ed esperienza. Questi principi inoltre diventano generatori di prospettive ed impegni per gli adulti affinché i giovani possano realizzarsi in esperienze di vita e di cultura.
La Carta dei Diritti e dei Doveri dei giovani indica impegni e possibilità condivisi perché ognuno diventi il proprio essere possibile e sappia promuovere la propria identità.
Sono invitati ad aver cura di sé, dell’altro, della terra e del mondo, per abitare ogni tempo e ogni luogo con autenticità, forza e leggerezza.
Essere e divenire diventano gli orizzonti verso cui tendere ed andare insieme.
I diritti dei bambini, dei ragazzi, dei giovani
Il diritto all’attenzione e all’attesa
Buona relazione con gli adulti (famiglia, scuola, territorio), capaci di garantire protezione e fiducia, rassicurare con la presenza e la valorizzazione, sollecitare responsabilità e competenze di pace.
Abitare spazi sicuri e belli, luoghi di gioco e di ozio, di dialogo e di festa.
Incontrare il Bene, il Buono, il Bello.
Vivere tempi “leggeri” e lievi, tempi individuali e di gruppo, tempi di riposo e di calma, il frattempo.
Vivere la quiete come attesa di una particolare qualità dell’esperienza dove non ci si lascia contagiare dallo spirito del subito.
Godere di sguardi buoni che si posano proprio sulla persona, di gesti che rassicurano e che accompagnano.
Ascoltare, incoraggiare, correggere in modo dolce.
Sperimentare la coerenza quotidianamente nei pensieri, nelle parole, nei comportamenti degli adulti.
Il diritto all’accoglienza e all’ospitalità
Clima di festa e di bene a scuola, nella famiglia, nel sociale.
Spazi di libertà di creatività.
Spazi caldi perché avvolgenti, aperti perché ricchi di risorse, leggeri perché liberi.
Attingere alle proprie radici, alla propria storia personale e culturale, nella prospettiva di valorizzare ed integrare/avvicinare le differenze.
Essere pensato e desiderato, riconosciuto e accettato, compreso e sostenuto, corretto ed aiutato come singolo e nel gruppo (in famiglia, a scuola, nel territorio).
Sentire l’amore e la vicinanza, la cordialità, la comprensione e la tolleranza degli adulti.
Sentirsi parte importante di un gruppo quale base per la soddisfazione del bisogno/desiderio/valore di appartenenza.
Il diritto allo spaesamento cognitivo
Abitare luoghi ricchi di indizi per saper ricercare, scoprire ed accogliere, elaborare e dare a forma al nuovo.
Vivere momenti liberi e non programmati o organizzati per godere della possibilità di costruire gli eventi e sperimentare i progressi della propria autonomia.
Essere accompagnato nell’attesa dell’imprevisto, saperlo accogliere ed utilizzarlo in modo efficace e creativo.
Avvicinare ed esplorare il conoscere con simpatia, costruire familiarità con l’ignoto.
Il diritto alla parola che costruisce
Incontrare parole buone e d’amore, di possibilità e di incoraggiamento; di rassicurazione e di lode che avvicinano nelle situazioni di conflitto.
Ascoltare parole di pace che nominano il bene, rafforzano, valorizzano e fanno sbocciare la stima in se stessi.
Narrare e ascoltare storie (nonni, genitori, insegnanti, coetanei,..), sentire di appartenere a una storia, raccontare la propria storia
Sollecitare la formulazione di domande, a dar voce alla curiosità del conoscere e del capire.
Ricevere frasi che motivano i rifiuti e prospettano nuove alternative.
Costruire, commentare e interiorizzare significative esperienze personali e condivise che discernono e valorizzano uguaglianze e differenze.
Sperimentare la buona ironia, uso del paradosso per vivere la leggerezza nelle esperienze.
Partecipare ad argomentazioni che portano alla scienza, all’arte, alla coscienza.
Il diritto al pensiero che sente
Incontrare la natura come luogo e possibilità di vivere esperienze in piena autonomia per conoscere e sentire.
Gioire della serenità di momenti di festa quali inviti all’ironia e al divertimento, a fare propri comportamenti distesi, leggeri, lieti.
Vivere la relazione e l’esperienza con intensità, responsabilità.
Vivere esempi di pace nei luoghi del confliggere.
Essere accolti per quello che si è oltre che per quello che si fa, dando preminenza alla persona, coi suoi talenti e le sue fragilità.
Il diritto a pensare il pensiero e l’impensato
Toccare ed annusare, assaggiare e vedere, sentire il mondo: esercitare ogni senso per rendere forte l’esperienza.
Desiderare e sperimentarsi attraverso l’esplorazione, l’avventura, l’essere lasciato essere e divenire.
Avere opportunità di decidere, di scegliere, di sbagliare, di autocorreggersi.
Giocare con i pensieri, pensare con i giochi.
Essere sostenuto e potenziato nel bisogno della curiosità e nel bisogno di apertura verso l’altro, a saper formulare domande e cercare risposte.
Divenire inventore di domande.
Diventare un cercatore che cerca nei libri, nel mondo e dentro di sé, i propri pensieri, le proprie emozioni, i propri sentimenti, il proprio corpo e l’altro da lui.
Comprendere, ricercare e vivere la complessità; fornire risposte plurali e aprirsi al possibile.
Costruire modalità personali di apprendere e di conoscere il mondo.
Ravvivare la curiosità interiore, l’ampiezza e la profondità degli interessi, la voglia di interrogare la sapienza.
Praticare autonomia e creatività in spazi e tempi insoliti, aperti al possibile, affascinanti che aprono la mente, rasserenano il cuore, contengono il corpo.
Entrare nelle sfumature, curvature di sé, della natura, del mondo e dell’uomo con leggerezza e lievità.
Essere incoraggiati a diventare inventori, pensatori originali capaci di mettere in dubbio, accogliere il dubbio per vivere il mondo e nel mondo in tutta la sua novità, incertezza e bellezza.
Essere felici.
I doveri dei bambini, dei ragazzi, dei giovani
Il dovere di attenzione e di attesa
Porre attenzione e rispetto verso soggetti, luoghi, oggetti.
Attendere, frenare la corsa, la fretta di avere tutto e subito.
Saper avvertire, attendere e rispettare i propri tempi (nell’apprendimento, nel gioco, nelle relazioni…) e quelli degli altri.
Il dovere di accoglienza e di ospitalità
Guardare i coetanei con interesse ed avvicinarli con rispetto.
Aver cura degli spazi e delle persone.
Accogliere sempre “i diversi” (disabili, stranieri…) con la gioia per la “ricchezza nuova” che possono donare.
Rispettare sempre l’adulto per la saggezza e l’esperienza di cui sono portatori e donatori.
Essere generosi di consigli, aiuti, materiali di ogni tipo. Sapersi “dividere”, per donare spazio all’altro.
Il dovere di spaesamento cognitivo
Impegnarsi ad accettare ciò che è altro da sé (comportamenti, opinioni, valori, tradizioni).
Accettare l’errore, la correzione, la piccola mortificazione che fa crescere.
Trovare l’adattamento alle situazioni nuove, impreviste; vincerne il timore con la sorpresa gioiosa e l’attesa per quello che possono apportare di nuovo e positivo.
Impegnarsi a vivere nel mondo della complessità con una prima coscienza di autoformazione: porre domande, leggere, ricercare, confrontare dati e informazioni.
Il dovere della Parola che costruisce
Usare parole di educazione, attente alla persona (coetaneo e adulto).
Rispettare i tempi di parola di tutti.
Ascoltare le storie degli altri.
Usare parole di conforto e incoraggiamento per chi è in difficoltà.
Il dovere del pensiero che sente
Coltivare la grazia e la cortesia.
Riconoscere e gioire dei propri e altrui successi e talenti.
Riconoscere e rispettare l’impegno degli adulti per la propria crescita.
Riconoscere e gioire dei propri e altrui successi.
Il dovere di pensare il pensiero e l’impensato
Guardare verso il nuovo.
Impegnarsi a pensare con la propria testa, a pensare da sé e riconoscere come valore le espressioni altrui.
Essere consapevoli del proprio essere, delle proprie idee e manifestarle liberamente; il dovere della sincerità, con sé stessi e con gli altri.”