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Cronaca di un normale inserimento "speciale" al nido
Daria, 16 mesi, ha la Trisomia 21, meglio nota come Sindrome di Down. Il racconto della madre: ”È la prima volta che affronta il mondo senza di me...”
18 settembre 20172 minuti di lettura
Settembre di un anno fa, primo giorno di asilo nido di Daria, 16 mesi. Il patema che solitamente accompagna questo primo significativo distacco dal proprio figlio è amplificato in me – la mamma – da una situazione particolare: Daria ha la Trisomia 21, meglio nota come Sindrome di Down .
La cosa per me passa totalmente in secondo piano rispetto al fatto che amo mia figlia, che è una bambina vispa, bella e anche sana , nel senso che per fortuna non ha nessuna patologia legata alla malformazione cromosomica. Però è la prima volta che Daria affronta il mondo senza di me. Come se la caverà? E quale sarà l'atteggiamento degli altri nei suoi (e nei miei) confronti? Degli educatori? Degli altri genitori?
La reazione degli altri bambini non mi preoccupa: nella loro ingenua generosità so già che non avvertiranno (e quindi non faranno) differenze. E infatti non resto delusa...
Ma i grandi? Qui c’è la prima bellissima sorpresa: gli educatori accolgono Daria alla grande – e coccolano anche me! –, ci fanno sentire speciali nel senso migliore del termine, non solo accettate ma proprio desiderate. Poi con il passare dei giorni mi rendo conto che il trattamento riservato a Daria – e a me – è lo stesso riservato a tutti gli altri bambini – e babbi, e mamme – con forse solo 1 grammo in più di delicatezza, per farsi carico delle mie preoccupazioni e alleviare le mie ansie extra. E questa scoperta di normalità è in fondo la sorpresa più grande, e più bella, e mi restituisce in un attimo tutta la serenità e la gioia di godermi la mia amatissima bambina.
Anche le occasioni di incontro con gli altri genitori sono per me una piacevole sorpresa: immaginavo sguardi di commiserazione, silenzi imbarazzati e simili, invece le mamme con cui sono entrata a contatto mi hanno mostrato solo un atteggiamento di amichevole incoraggiamento.
Risultato: oggi, dopo un anno, Daria è una bambina tra i bambini . Felice di andare all'asilo, contenta di giocare con i compagni, di stare con gli educatori e di scoprire il mondo che la circonda con curiosità e piacere. Io sono entusiasta di come sono andate e di come stanno andando le cose, e posso solo ringraziare tutti di cuore. Con un augurio: che Daria possa incontrare sulla sua strada tante altre persone belle come quelle che ha conosciuto finora, che rendano il suo cammino meno faticoso e più gioioso.
La cosa per me passa totalmente in secondo piano rispetto al fatto che amo mia figlia, che è una bambina vispa, bella e anche sana , nel senso che per fortuna non ha nessuna patologia legata alla malformazione cromosomica. Però è la prima volta che Daria affronta il mondo senza di me. Come se la caverà? E quale sarà l'atteggiamento degli altri nei suoi (e nei miei) confronti? Degli educatori? Degli altri genitori?
La reazione degli altri bambini non mi preoccupa: nella loro ingenua generosità so già che non avvertiranno (e quindi non faranno) differenze. E infatti non resto delusa...
Ma i grandi? Qui c’è la prima bellissima sorpresa: gli educatori accolgono Daria alla grande – e coccolano anche me! –, ci fanno sentire speciali nel senso migliore del termine, non solo accettate ma proprio desiderate. Poi con il passare dei giorni mi rendo conto che il trattamento riservato a Daria – e a me – è lo stesso riservato a tutti gli altri bambini – e babbi, e mamme – con forse solo 1 grammo in più di delicatezza, per farsi carico delle mie preoccupazioni e alleviare le mie ansie extra. E questa scoperta di normalità è in fondo la sorpresa più grande, e più bella, e mi restituisce in un attimo tutta la serenità e la gioia di godermi la mia amatissima bambina.
Anche le occasioni di incontro con gli altri genitori sono per me una piacevole sorpresa: immaginavo sguardi di commiserazione, silenzi imbarazzati e simili, invece le mamme con cui sono entrata a contatto mi hanno mostrato solo un atteggiamento di amichevole incoraggiamento.
Risultato: oggi, dopo un anno, Daria è una bambina tra i bambini . Felice di andare all'asilo, contenta di giocare con i compagni, di stare con gli educatori e di scoprire il mondo che la circonda con curiosità e piacere. Io sono entusiasta di come sono andate e di come stanno andando le cose, e posso solo ringraziare tutti di cuore. Con un augurio: che Daria possa incontrare sulla sua strada tante altre persone belle come quelle che ha conosciuto finora, che rendano il suo cammino meno faticoso e più gioioso.
Elena T., mamma di Daria
Nido d'infanzia