Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Il 2 febbraio 2022 il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legge che fornisce nuove istruzioni per la frequenza scolastica in periodo di Covid.

L&rsquo;obiettivo &egrave; quello di ridurre il pi&ugrave; possibile la didattica a distanza e favorire la frequenza in presenza. 

E infatti per quanto riguarda la scuola dell&rsquo;infanzia &egrave; previsto che la sospensione delle attivit&agrave; non scatti con un solo bambino positivo al Covid, come avveniva prima, ma quando in sezione vengono registrati 5 o pi&ugrave; bambini positivi. Inoltre la sospensione delle attivit&agrave; non avr&agrave; la durata di 10 giorni, come prima, ma di 5 giorni. Purtroppo dobbiamo stigmatizzare che, come gi&agrave; nel precedente decreto, anche in questo non &egrave; previsto il ricorso alla didattica a distanza (o meglio ai LEaD, Legami Educativi a Distanza) nella scuola dell&rsquo;infanzia, come invece viene esplicitamente stabilito per tutti gli altri gradi scolastici. Gi&agrave; in un precedente intervento (<a href="https://www.giuntiscuola.it/articoli/scuola-dellinfanzia-che-fine-hanno-fatto-i-lead?" target="_blank">Scuola dell&rsquo;infanzia: che fine hanno fatto i LEaD?</a>) avevamo stigmatizzato questa &ldquo;dimenticanza&rdquo; del legislatore che non riconosce l&rsquo;importanza e la necessit&agrave; di tenere vivi i legami relazionali con i bambini anche in caso di sospensione delle attivit&agrave; educative. 

A nessuno sfugge la complessit&agrave; di organizzare LEaD con bambini piccoli, per&ograve; va anche detto che le scuole dell&rsquo;infanzia nel corso di questi ultimi due anni hanno fatto un grande sforzo sul piano organizzativo e professionale per non rompere tali legami e per dare un senso di continuit&agrave; all&rsquo;azione educativa. Ci&ograve; ha portato alla realizzazione di molte significative esperienze educative on line che hanno permesso ai bambini di sentirsi meno soli durante l&rsquo;isolamento e di vivere l&rsquo;esperienza scolastica in modo diverso e originale.

Questo disconoscimento non sembra tener conto della professionalit&agrave; dei docenti di questo grado scolastico e della capacit&agrave; che hanno di trovare comunque delle soluzioni ai problemi che oggettivamente la didattica a distanza pone. Ma nel contempo sembra confinare gli stessi bambini in una sorta di infantilit&agrave; incapace di fruire di approcci e strumenti che pure vivono quotidianamente. 

Nel corso di questi ultimi decenni &egrave; invalso l&rsquo;uso di definire i bambini odierni come &ldquo;nativi digitali&rdquo;, in quanto immersi in un mondo caratterizzato da una presenza cos&igrave; forte della tecnologia digitale da essere vissuta come naturale nella loro vita quotidiana. Eppure queste norme sembrano andare in una direzione diversa, come se considerassero i bambini incapaci di interagire con la tecnologia digitale. Certo, molto dipende da come vengono strutturati e gestiti i contesti digitali e come vengono coinvolti i bambini, ma questo &egrave; un campo di specifica competenza degli insegnanti. Noi siamo convinti che i docenti di scuola dell&rsquo;infanzia possano esprimere una professionalit&agrave; matura e siano in grado di accettare le sfide poste dalle tecnologie informatiche. Le norme sembrano invece considerare piccoli tanto i bambini quanto i docenti. Che si dia maggiore fiducia a questo grado scolastico!

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Covid, dal 7 febbraio 2022 nuove norme per la scuola: meno DAD, zero LEAD