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Cari amici, vicini e lontani
Web radio e web tv per coniugare tradizione e innovazione a scuola

Chiudo questa serie di interventi sul futuro riprendendo da dove sono partito: aprire le porte delle aule, far diventare l’innovazione sistema, farlo nel contemporaneo, unire il digitale alla vita, uscire dalla straordinarietà delle esperienze, realizzare apprendimenti solidi con strumenti (e mentalità) nuovi. Ecco, coniugare la tradizione con l’innovazione. Nel 2025 ciò non si riferisce solo agli apprendimenti, ma anche agli strumenti di comunicazione più antichi che con il digitale risorgono a nuova – e più semplice – vita: la radio e la tv.
La ri-mediazione
Se è vero che la comunicazione è adattamento continuo agli strumenti tecnologici del presente, grazie all’economicità di tali strumenti (un pc, un microfono, una connessione, una telecamera e poco altro), possiamo riscoprire strumenti didattici che sono parte della nostra tradizione e del nostro immaginario. Radio e tv insegnano, e oggi lo fanno tramite la rete. Su canali ristretti – condividendo file audio e video sui siti o in cartelle condivise – o su canali più aperti, come Spotify o Youtube.
Una tantum
Tante scuole hanno una web radio, una web tv, che trattano temi importanti, con alcuni ragazzi appassionati, con qualche docente appassionato… ecco, mi ribello all’una tantum, agli “alcuni” e al “qualche”. Oggi è passata l’occasione del 4.0, per cui con risorse minime poteva essere installata in ogni classe (sì, avete letto bene…) una postazione di web radio o web tv. Ma un pc, un microfono, una cuffia, un tablet come telecamera, uno strumento per registrare e/o condividere on line, che fossero anche le piattaforme come Skype o Google, si trova sempre. Se poi siete perfezionisti, uno spazio isolato con i cartoni delle uova, un green screen, un microfono wireless… insomma, molto a poco. Mi ribello anche perché ciò che è comunicazione è parola, scrittura, lingue, contenuti, idee, immagini, colori, numero, aria aperta, luce, vento, aria, fuoco, movimento, passato, presente. Leggete attentamente queste parole: è materia scolastica, è studio, è rielaborazione: è scuola.
Il terminale degli apprendimenti
Allora, l’invito è fare di questi strumenti – che non richiedono grandi competenze vista la passione di molti per i tremendi audio di whatsapp o i video di famiglia – non un’esperienza straordinaria ma ordinaria, quotidiana: il terminale degli apprendimenti di tutte le discipline. Ottimo per il lavoro di gruppo, per la scrittura, per la lettura ad alta voce, per l’espressione artistica, per la rielaborazione di contenuti, per fissare delle nozioni, per spiegare e capire meglio. Ottimo per l’italiano, la storia, l’inglese, le scienze, la motoria, l’arte e la sua storia. Si può raccontare, intervistare, spiegare, simulare, fingere collegamenti in diretta. Mette insieme, volendo, anche disegni, esibizioni musicali, natura. E cito, per ultima, la possibilità di far parlare gli studenti, le loro emozioni, i sentimenti. Per ultima, perché sennò releghiamo di nuovo una risorsa importante per gli apprendimenti “seri” nel campo dello spontaneismo.
In sostanza vi concedo di partire con esperienze transitorie: ma prima o poi fatela entrare nel curricolare! Provare per credere!!!
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