La narrazione in età precoce ha effetti altamente positivi sul legame genitori/figli, sullo sviluppo cognitivo e su quello linguistico. Attraverso le storie, i bambini acquisiscono nuovo lessico e modi di dire, interiorizzano e fanno propri ritmo e fluenza, organizzano il linguaggio sedimentando strutture e regole. Non è importante quale sia la lingua della narrazione, quella materna o quella seconda del Paese di immigrazione, dal momento che i sistemi linguistici non sono rigidi e separati tra di loro, ma sono porosi e interconnessi. Ciò che si è acquisito in una lingua, in termini di capacità e di saper fare, col tempo può “trasferirsi” nell’altro idioma.

Le storie formano un’impalcatura emotiva e linguistica

Le storie hanno alcune caratteristiche che si rivelano cruciali ai fini dell’apprendimento cognitivo. Prevedono una sequenzialità delle azioni e degli eventi dietro i quali si possono leggere e individuare anche una logica, delle cause, le intenzioni sottese. Le buone storie sono organizzate sulla base di una temporalità definita, che le colloca in un prima e in un dopo, nel passato o nel presente. In questo modo, i bambini possono fare proprio lo spessore temporale delle vicende e degli accadimenti. I racconti hanno inoltre una coerenza che li rende comprensibili, strutturati e plausibili.

Ascoltando o raccontando storie, i bambini acquisiscono il senso della trama e del concatenarsi degli eventi (la sequenza); la loro collocazione nel tempo passato o presente e la logica del prima e del dopo. Possono cogliere inoltre i legami che uniscono i fatti e le vicende narrate e trovare nelle costellazioni il significato e il senso della trama. Le storie, grazie alla loro forma fatta di un inizio, una parte centrale e una fine, sollecitano anche a mettere insieme i frammenti della propria esperienza così com’è avvenuto per chi ci ha preceduto e ci ha narrato la propria. Non solo. Aiutano anche a distanziarsi dall’immediatezza degli eventi e delle esperienze convertendo in racconto ciò che ci sta accadendo.

I bambini che sono immersi fin da piccoli nella narrazione dispongono di un’impalcatura emotiva e linguistica sulla quale possono contare per lo sviluppo del linguaggio e per il benessere in generale. La precoce familiarizzazione con strutture e testi narrativi connota infatti positivamente lo sviluppo del linguaggio, sia nella sua dimensione fonologica (i suoni) che lessicale-semantica (le parole, i modi di dire) e morfosintattica (le forme).

Il cammino della narrazione

Grazie all’interazione quotidiana con i racconti che si sviluppano nelle attività di routine, che si basano su una struttura dialogica e sulla comune attenzione, i bambini strutturano fin da piccoli i loro schemi narrativi. Nella prima infanzia, si tratta di descrizioni di azioni organizzate temporalmente. Come in un copione, gli eventi sono raccontati uno dopo l’altro, in successione: e poi… e dopo… Più tardi, gli eventi acquistano una loro coerenza e vengono collegati fra loro grazie a relazioni causali, referenziali, temporali. E successivamente, i bambini imparano anche a legare le azioni a stati mentali, desideri emozioni...

Come sollecitare nei bambini la capacità di narrare e l’acquisizione di schemi narrativi sempre più articolati? Ecco alcune tappe a partire dai piccoli.

familiarizzare con l’oggetto libro: tenerlo in mano, sfogliarlo, fare delle ipotesi sul contenuto a partire dalla copertina; imparare il lessico specifico legato alla lettura (pagina, copertina, titolo, capitolo);
dalle immagini alla narrazione: leggere le immagini; descrivere ambienti, oggetti, personaggi; cogliere e riordinare la sequenza degli eventi; a partire dalle immagini, inventare una storia;
dalla narrazione alla scrittura: cogliere la funzione simbolica della scrittura; fare delle ipotesi su che cosa c’è scritto; immaginare i dialoghi fra i personaggi; ri-raccontare la storia per scriverla (attenzione alla forma);

dare forma alla narrazione: acquisire il lessico e le strutture caratteristiche della narrazione (nomi dei personaggi; aggettivi e metafore, uso della temporalità);

Una pagina web dedicata alla narrazione e al plurilinguismo

La condizione di migrazione e di esilio è spesso accompagnata per i bambini dal rischio del “vuoto” e della povertà narrativa. E questo si può verificare per varie ragioni. E tuttavia, proprio i bambini che hanno vissuto e vivono la migrazione – diretta o famigliare – hanno, come gli altri e più degli altri, bisogno di storie.

Sono soprattutto loro, i figli appartenenti alla cosiddetta “seconda generazione”, a dover compiere dentro di sé e a lungo un lavoro di ricomposizione dei luoghi, del tempo, dei riferimenti culturali, delle memorie, della lingua. Per poter “diventare due”, come in realtà già sono, hanno bisogno di attingere a narrazioni di qui e d’altrove, a racconti che tengano insieme il prima, il tempo della famiglia, con il qui e ora; le immagini dei luoghi d’origine con quelle del presente che li circonda; i suoni della lingua madre con quelli dell’italiano, la loro seconda lingua madre.

Per sollecitare la narrazione fra i bambini con poche storie, è ora disponibile sul sito del Centro COME la pagina web dedicata al tema della narrazione e del plurilinguismo: Le storie sono un’ancora. Bambini e narrazione. Si compone di quattro sezioni con moltissimi materiali, proposte e sollecitazioni per il lavoro in classe:

Narrazione e bilinguismo
La lingua madre
Osservare e osservarsi
Fiabe di qui e d’altrove