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Archeologia amica dei bambini: per crescere cittadini con il patrimonio culturale
Al fianco degli insegnanti per rendere bambini e ragazzi consapevoli della straordinaria ricchezza del nostro Paese. Di Giovanna Baldasarre, Elisabetta Giorgi, Samanta Mariotti, Nina Marotta, Francesco Ripanti (ArcheoKids)
Siamo tutti consapevoli del fatto che il patrimonio culturale italiano sia vastissimo e variegato. Tutta questa ricchezza esiste, ce l’abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, ma troppo spesso non la vediamo. Perché? È come sfogliare un libro scritto in una lingua che non conosciamo , distrattamente giriamo le pagine senza un reale interesse. Non si può certo parlare di “colpa”, non è detto che tutti debbano conoscere quella lingua o che desiderino impararla, ma questo non significa che non si possa apprezzare la storia che quelle parole hanno da raccontarci. Per questo, oltre a politiche mirate promosse dall’alto e ad amministrazioni sensibili, è essenziale ripartire dal basso, cioè dall'educazione . Intendere il patrimonio come parte integrante del percorso formativo nella scuola primaria e secondaria significa fornire ai bambini e ai ragazzi gli strumenti per comprendere intimamente quello che sta loro intorno; così facendo, anche l'educazione al patrimonio, al pari delle materie canoniche, può contribuire a farli crescere come adulti consapevoli e cittadini attivi. Tornando all'esempio del libro, con una formazione appropriata alcuni di quei bambini avvertiranno, da grandi, la necessità di imparare la lingua in cui è scritto e tutti gli altri sapranno e sentiranno che è giusto ricordare e tramandare il significato di quelle parole. Questo è quello che l' Heritage Education , progetto internazionale che muove dal Programma Socrates dell'Unione Europea, dichiara e propone.
Decodificare l'antico
Sempre più spesso, oggi sono gli stessi archeologi a farsi promotori, fuori e dentro la scuola, del delicato compito di accostare bambini e ragazzi alle tematiche del patrimonio.
Affinché, tuttavia, tale azione sia proficua in termini di produzione di conoscenza, consapevolezza e costruzione di identità, è fondamentale che gli strumenti educativi adoperati siano capaci di incidere la mente e la coscienza dei destinatari. Il “come” è molto più importante del “cosa” ; il fine ultimo dovrebbe essere quello di porre bambini e ragazzi nelle condizioni di elaborare una personale interpretazione degli eventi e della realtà partendo dalle tracce del passato. L’ osservazione del contesto ad essi immediatamente più vicino - una strada romana, un rudere abbandonato, una collezione archeologica in un museo - può costituire il primo passo verso la decodificazione dell’antico, che non deve essere percepito come qualcosa di estraneo, ma come parte integrante degli spazi in cui ogni giorno si muovono. Piccoli indizi di vite passate che possono diventare il pretesto per raccontare la storia della propria città anche attraverso modalità didattiche di tipo laboratoriale. L’esperienza aiuta le nozioni apprese a sedimentarsi e stimola il processo partecipativo che fa di ogni cittadino, di qualsiasi età esso sia, il primo responsabile della tutela del territorio e del suo patrimonio.
Nella nostra esperienza di gestione del blog Archeokids abbiamo sperimentato direttamente che in Italia gli esempi virtuosi di realtà impegnate nella corretta educazione al patrimonio dei più piccoli, non mancano. Archeologi, operatori museali, professionisti di diversa estrazione collaborano fattivamente al fianco degli insegnanti per rendere bambini e ragazzi consapevoli della straordinaria ricchezza del nostro patrimonio.
In piccolo è quello che facciamo anche noi di ArcheoKids attraverso i nostri diversi canali e le nostre attività: costruire un ponte tra passato e futuro e permettere ai bambini di attraversarlo mossi da curiosità ed entusiasmo.
Giovanna Baldasarre, Elisabetta Giorgi, Samanta Mariotti,
Nina Marotta, Francesco Ripanti, ArcheoKids