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Caro studente…

Alla scoperta di sogni ed emozioni

La Gioia di ricominciare

Rami per giocare e decorare

Mentre recitiamo il dialogo, evidenziamo la relazione fra parole e indumento in modo da consentire la comprensione di ci&ograve; che diciamo. In pi&ugrave;, se necessario, mostriamo un&rsquo;immagine di un gatto e di un topo per associare questi due animali alle parole.

La ripetitivit&agrave; delle frasi unite al piacere di giocare rappresentano un dispositivo efficace per conoscere ed ampliare la lingua italiana.

Chiediamo anche ai bambini di indicare con un dito il nome del vestito che nominano. Poi, via via che giochiamo, diciamo che possono dire anche alcuni elementi descrittivi, ad esempio:

<table cellpadding="0" cellspacing="0">
	<tbody>
		<tr>
			<td style="vertical-align:top">
			In breve, riepiloghiamo i diversi momenti di gioco:

			<ul>
				<li>si forma un cerchio di bambini;</li>
				<li>il topo &egrave; dentro il cerchio dei bambini e il gatto sta fuori;</li>
				<li>gatto e topo dialogano fra loro;</li>
				<li>quando termina il dialogo, il gatto entra nel cerchio e il topo esce dal cerchio;</li>
				<li>il gatto rincorre il topo per acchiapparlo;</li>
				<li>il topo entra ed esce dal cerchio, mentre il gatto non pu&ograve; uscire dal cerchio;</li>
				<li>i bambini in cerchio girano (come in un girotondo)</li>
				<li>una volta che il topo &egrave; stato preso si valuta come proseguire (invertendo i ruoli, facendo una conta&hellip;).</li>
			</ul>
			</td>
		</tr>
	</tbody>
</table>

&nbsp;

Il ruolo del gatto, dal punto di vista linguistico &egrave; rassicurante, perch&eacute; dice sempre la medesima frase. La ritualit&agrave; dei discorsi genera suspense e motiva l&rsquo;autoregolazione. La sua struttura, articolata quanto prevedibile, permette di giocare anche a chi non conosce l&rsquo;italiano.

E poi c&rsquo;&egrave; il movimento all&rsquo;aperto che ossigena e fa star bene i bambini.

All&rsquo;aperto invitiamo i bambini a fare il gioco &ldquo;Gatto e topo&rdquo;. Non importa che partecipino&nbsp; tutti nello stesso momento, accogliamo allo stesso modo chi vorr&agrave; subito giocare, chi preferisce fare altro in autonomia, chi si prende un tempo per vedere di cosa si tratta. Senza insistere, proponiamo pi&ugrave; volte questo gioco valorizzando sia l&rsquo;entrare che l&rsquo;uscire dei bambini. In giardino, questa modalit&agrave; aperta si presta bene, sostiene l&rsquo;inclusione, dialoga con i bisogni dei bambini.

Diciamo che abbiamo a che fare con un gatto, un topo e una tana. Con una delle conte preferite dai bambini entriamo nel gioco.

Designato il gatto e chi far&agrave; il topo invitiamo tutti gli altri a formare un cerchio. Poi, sosteniamo i bambini a ripetere il dialogo fra gatto e topo.

Quando mi metto&hellip; le scarpe comprate durante le vacanze

&nbsp; &nbsp; &hellip;&nbsp; la maglia di mio fratello pi&ugrave; grande

&nbsp; &nbsp; &hellip;

Quando mi metto&hellip;&nbsp; i calzini rossi

&nbsp; &nbsp; &hellip; le scarpe con i lacci

&nbsp; &nbsp; &hellip; la maglia leggera 

&nbsp; &nbsp; &hellip; il cappello di lana

&nbsp; &nbsp; &hellip;

Proponiamo il dialogo ritualizzato seguendo una sequenza di parole che appartengono al medesimo campo semantico, quello dei vestiti. Perci&ograve; il topo pu&ograve; dire:

Allo stesso modo, possiamo invitare anche a raccontare la storia di qualche indumento:

I giochi ritualizzati da dialoghi sono interessanti da pi&ugrave; punti di vista. Ma prima di evidenziare quali opportunit&agrave; possono rappresentare, facciamo un esempio che proviene dalla raccolta (a cavallo fra l&#39;Ottocento e il Novecento) sui &ldquo;Giuochi fanciulleschi siciliani&rdquo; dell&#39;etnologo Giuseppe Pitr&egrave;.

Lentamente, passo dopo passo, inseriamo varianti relative alla &ldquo;didattica della lingua&rdquo; mantenendo acceso l&rsquo;interesse verso il gioco, cogliamo le idee dei bambini per giocare con i discorsi e le parole.

&nbsp;

Diciamo che quando il topo non ha altro da dire, fa un gesto come per aprire le porte. Cos&igrave; il gatto pu&ograve; entrare e il topo uscire. Il gatto, che non pu&ograve; uscire dal cerchio, cerca di prendere il topo&nbsp; che entra e esce dalla tana.

Quando ci pare opportuno diciamo che i bambini in cerchio nel frattempo possono girare come in un girotondo.

Una volta che il gatto ha preso il topo i due si cambiano di ruolo e/o si adotta una modalit&agrave; per coinvolgere altri bambini.

<table cellpadding="0" cellspacing="0">
	<tbody>
		<tr>
			<td style="vertical-align:top">
			A la Gatta e lu surci

			(Versione raccolta da Pitr&eacute;)

			&nbsp;

			Gatto: Surciddu, gr&agrave;pimi ca mi chiovi!

			Sorcio: Quantu mi mentu li quasetti.

			&nbsp;

			Gatto: Surciddu, gr&agrave;pimi ca mi chiovi!

			Sorcio: Quantu mi mettu li scarpuzzi.

			&nbsp;

			Gatto: Surciddu, gr&agrave;pimi ca mi chiovi!

			Sorcio: Quantu mi mettu la cammisa.

			&nbsp;
			</td>
			<td style="vertical-align:top">
			Il gatto e il topo

			&nbsp;

			&nbsp;

			Gatto: Topolino, aprimi perch&egrave; piove!

			Topo: Quando mi metto i calzini.

			&nbsp;

			Gatto: Topolino, aprimi perch&egrave; piove!

			Topo: Quando mi metto le scarpe.

			&nbsp;

			Gatto: Topolino, aprimi perch&egrave; piove!

			Topo: Quando mi metto la camicia.
			</td>
		</tr>
	</tbody>
</table>

Quando mi metto&hellip; i calzini

&nbsp; &nbsp; &hellip; le scarpe

&nbsp; &nbsp; &hellip; i pantaloni o la gonna

&nbsp; &nbsp; &hellip; la maglia

&nbsp; &nbsp; &hellip; il giubbotto

&nbsp; &nbsp; &hellip; il cappello

Accoglienza: il gioco “Gatto e topo” e le parole che si rincorrono

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