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Abbattere muri e costruire ponti
La costruzione di muri in diverse parti del mondo e la chiusura dei porti mi ha fatto riflettere sulla necessità di parlare – anche con i più piccoli – di tematiche forti. Qualcuno potrebbe ritenerlo non opportuno nei primi anni di scuola primaria, invece… Di Angela Maltoni
Come spesso accade quando si lavora con i bambini, i piccoli non finiscono mai di stupire per la loro capacità di trovare soluzioni. In questi tempi caratterizzati dalla mancanza di tolleranza verso gli altri, soprattutto nei confronti di quelli diversi da noi, ho pensato di affrontare in prima – con le dovute cautele – il tema dei muri in contrapposizione ai ponti. Mi sono fatta aiutare dall’amico Mago dell’armadio, che insieme alla letterina giornaliera ha portato le due parole e il libro di Lucia Salemi Il muro . Ho chiesto ai bambini di chiudere gli occhi e di immaginare di trovarsi di fronte a un muro alto e molto lungo da non poterne scorgere la fine; poi di avvicinarsi fino a toccarlo con le dita e osservare, mettendola piano piano a fuoco, una parola scritta sul cemento. Al termine dell’esercizio ho chiesto di riaprire gli occhi e condividere con i compagni la parola trovata. Cemento, mattoni, lungo, alto, ma anche galleria, martello, porta, catapulta, ecc.: le preziose parole sono state trascritte sulla lavagna in modo che tutti le potessero vedere.
E a questo punto il lavoro ha preso una piega diversa da quella che avevo pensato perché mi sono trovata di fronte a tanti termini che lasciavano intravvedere nella mente dei bambini la possibilità di andare oltre, di scavalcare il muro o di passarci in mezzo. Così, utilizzando i loro pensieri, ho continuato il lavoro invitandoli a dividersi in piccoli gruppi per cercare un nesso tra le parole. È stato bellissimo capire come ognuno di loro abbia immediatamente colto la possibilità di andare al di là del muro. Il lavoro successivo è consistito nello scrivere una serie di storie in cui si immaginava il mondo dall’altra parte. Sono stati inventati molti luoghi di fantasia, senza tuttavia tralasciare i paesi d’origine dei genitori o i posti lontani dove abitano i nonni.
Il ponte dei bambini: una storia per riflettere
La seconda fase del lavoro ha riguardato la parola ponte ed è cominciata con un brainstorming per meglio radunare le idee e soprattutto condividerle. Ma questa volta il lavoro ha preso una piega davvero toccante, con i bambini che hanno parlato di crollo, macchine che cadono, persone con le ali che superano il ponte, evocando i tragici fatti del ponte Morandi che dista pochi chilometri dalla nostra scuola. Non ho enfatizzato i loro racconti ma mi sono limitata ad ascoltarli.
La proposta successiva è stata la visione de
Il ponte dei bambini
di cui esiste anche l’albo illustrato di Štěpán Zavřel e Max Bolliger edito da Bohem Press Italia.
La storia si presta a molte riflessioni e i piccoli sono rimasti colpiti soprattutto dall’inimicizia tra gli abitanti dei due villaggi motivandone la rivalità con la non conoscenza. Il lavoro che ne è seguito è consistito nel suddividere prima il testo in sequenze e poi nella costruzione di un piccolo libretto di quattro facciate con un finale positivo.
Sono rimasta molto colpita dalla naturalezza con la quale, seppur piccoli, si sono subito resi conto che mentre i muri nascondono e separano, i ponti invece collegano e uniscono…
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