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Un nuovo alunno a fine anno

Quando l’inserimento di un nuovo alunno avviene nella parte conclusiva dell’anno scolastico è ancor più necessario definire con chiarezza il progetto di lavoro dei docenti.

di Maria Frigo23 aprile 20124 minuti di lettura
Un nuovo alunno a fine anno | Giunti Scuola

Il progetto didattico per l’alunno di altra madrelingua si definisce attraverso un piano educativo personalizzato transitorio . Il piano personalizzato transitorio, del quale abbiamo più volte parlato, è uno strumento di lavoro che consente ai docenti di orientare la loro azione didattica anche quando la situazione presenta caratteristiche particolari. Vediamolo con un esempio.

Da pochi giorni Yukang, Irina e tutti gli alunni della prima A hanno un nuovo compagno di classe: si chiama Matheus e viene dal Brasile . Matheus è arrivato in Italia in aprile, quindi ben oltre la metà dell’anno scolastico. Non è la situazione più frequente tra gli alunni che vengono da altri Paesi, ma può capitare per diversi motivi che l’ingresso a scuola abbia luogo ad anno scolastico avviato o, come in questo caso, nell’ultimo periodo delle lezioni.

Ricordiamo che gli inserimenti tardivi in genere non dipendono da una scelta dei genitori, quanto piuttosto dal momento in cui si concludono le pratiche burocratiche per il ricongiungimento famigliare. Nel caso di Matheus poi, c’è anche da tener presente la differente scansione temporale dell’anno scolastico, poiché in Brasile, come in altri paesi dell’emisfero australe, le lezioni terminano a dicembre e riprendono a marzo .

Non manca, tra i docenti, chi è perplesso e si domanda il senso di un inserimento a meno di due mesi dalla fine della scuola . Per chiudere la discussione è sufficiente ricordare che la normativa è molto chiara a proposito dell’obbligo delle istituzioni scolastiche a accettare gli alunni in qualsiasi momento dell’anno : frequentare la scuola è un diritto e dovere di tutti i ragazzi, anche quando le circostanze della vita portano lontano dal Paese di origine o fuori da tempi “normali” di inizio delle lezioni.

L’italiano e le discipline

I docenti si attivano per dare avvio, velocemente, al progetto didattico per il nuovo alunno: si tratta di definire obiettivi credibili e pianificare di conseguenza le attività . Durante il colloquio iniziale con il ragazzo e la madre, il docente referente raccoglie elementi importanti riguardo al percorso scolastico precedente. Si scopre così che Matheus non è “nuovo” per la scuola italiana ; ha già vissuto da piccolo in Italia dove ha frequentato la prima e la seconda classe della scuola primaria; in seguito è tornato in Brasile con il papà mentre la madre è rimasta qui per lavorare. In effetti con il ragazzo la comunicazione verbale in italiano non pare un grosso problema; Matheus è anche in grado di leggere e può già scrivere un breve testo espressivo in modo sufficientemente chiaro.

Ma allora, se l’italiano di base non è un problema, non c’è più bisogno di attivarsi per definire il piano personalizzato? Non è proprio così. Approfondendo la conoscenza, emerge che il ragazzo ha difficoltà in Matematica (per esempio, non sa operare con i numeri decimali e non ricorda come fare le divisioni). Il piano personalizzato dovrà perciò includere attività specifiche di supporto disciplinare orientate al recupero di conoscenze e abilità strumentali in area logico-matematica. Individuati gli obiettivi di lavoro, si tratta di definire spazi e tempi per realizzarli. Questi due mesi di scuola serviranno a Matheus non solo per riconquistare la lingua italiana e prendere confidenza con insegnanti e compagni, ma anche per raggiungere importanti obiettivi disciplinari .

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