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Cosa fare per gestire la classe nella pratica didattica

Agire in contesti educativi problematici: una riflessione del professor Luigi d'Alonzo, autore del libro "Come fare per gestire la classe nella pratica didattica".

di Redazione GiuntiScuola14 maggio 20127 minuti di lettura
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Cosa fare per gestire la classe nella pratica didattica

Fare scuola al giorno d’oggi è sempre più difficile : gli insegnanti si ritrovano ad agire in contesti educativi assai problematici; i gruppi numerosi e le esigenze particolari dei singoli alunni presenti in classe richiedono un forte dispendio di energie, non poca fatica fisica e attenzioni speciali che provocano in molti docenti reazioni di ripulsa nei confronti di una impostazione pedagogica attenta alla dignità e alle esigenze personali degli allievi.

Gestire in serenità le nostre classi sta diventando un’impresa complessa per le caratteristiche di ciascuno, per i bisogni educativi e le difficoltà oggettive nel rispettare le normali regole di convivenza civile. La scuola italiana sta affrontando uno dei suoi periodi più gravi e rispondere all’ emergenza educativa che gli alunni presentano è diventata e diventerà sempre più una sfida per la scuola. Molti docenti non sanno come agire: in tutti i contesti scolastici, in ogni ciclo e in ogni regione italiana, intercettiamo la richiesta di aiuto degli insegnanti, le loro necessità di indirizzi chiari ed efficaci su come agire e gestire gli allievi.

Allievi difficili, classi difficili

Nelle classi sono spesso presenti allievi con problematiche personali che impegnano la capacità educativa degli insegnanti: alunni “male-educati”, incapaci di rispettare e comprendere le esigenze di altri compagni, degli insegnanti e degli educatori; alunni con disturbi specifici che presentano difficoltà e problematiche che richiedono interventi mirati e competenti; classi sempre più eterogenee, multiculturali, non sempre preparate e pronte a rispettare e accogliere le diversità.

Nelle nostre aule, poi, troviamo alunni “ansiosi”, “pigri” ecc. facilmente gestibili in situazioni di “tranquillità” ma che in un contesto più complesso rischiano di non trovare appoggi educativi sicuri capaci di aiutarli nel proprio cammino. Infine, non dimentichiamo gli allievi con disabilità, i quali richiedono attenzioni, competenze e percorsi didattici idonei capaci di rispondere ai loro bisogni.

La soluzione è la gestione della classe

Di fronte alle problematiche emergenti e pressanti gli insegnanti hanno una via d’uscita: adottare strategie educative e didattiche efficaci che da un lato rispondano ai bisogni degli allievi e siano la manifestazione di una scuola capace di comunicare e offrire esperienze di qualità, dall’altro aiutino i docenti a superare il malessere che si sta diffondendo in tutta la categoria, quell’insoddisfazione che provoca negli insegnanti demotivazione e reazioni di rifiuto dell’”educativo” in favore di soluzioni autoritarie e punitive.

La soluzione però non è quella di assumere uno stile d’insegnamento rigido, inflessibile, severo nelle sue manifestazioni non verbali o duro negli interventi sui singoli, volto solo a ripristinare l’ordine: uno stile autoritario capace di “tenere la disciplina”. La soluzione è gestire correttamente la classe. Questo significa conoscere ciò che condiziona l’apprendimento sotto il profilo delle scelte organizzative e didattiche, promuovere l’interesse e incoraggiare la partecipazione, intervenire nelle dinamiche di gruppo tenendo sotto controllo la situazione per agire preventivamente in caso di necessità.

La classe intesa quindi come ambiente fisico e sociale caratterizzato da una serie di variabili che ne influenzano l’andamento e di cui l’insegnante deve tener conto: dal prestare attenzione a più dimensioni comunicative e comportamentali, alla consapevolezza della simultaneità con la quale in classe molti fatti avvengono contemporaneamente e alla necessità di intervenire in modo tempestivo (si veda al proposito W. Doyle, Classroom organization and management , in M. Wittrock, Handbook of research on teaching , Macmillan, New York, 1986).
Di fronte a tanta complessità è dunque necessario riflettere su chi è e cosa è tenuto a fare l’insegnante in una scuola che cambia e che è in continua evoluzione.

Lo scopo del volume

Il libro Come fare per gestire la classe nella pratica didattica è stato ideato e scritto con l’unico obiettivo di offrire agli insegnanti validi agganci pratico-operativi per condurre proficuamente una classe complessa.
Il volume, che ha la veste di una guida operativa per insegnanti della scuola primaria e secondaria di primo grado, risponde alla domanda: “Che cosa bisogna fare in classe?” ed è diviso in tre sezioni:

  1. Che cos’è la gestione della classe , in cui si affrontano le questioni legate al significato del lavoro in aula, alla valenza che l’ambiente riviste dal punto di vista fisico e sociale, al ruolo dell’insegnante e all’importanza che ricoprono, nella dinamica del processo insegnamento-apprendimento, i bisogni degli allievi. Condurre una classe significa dunque creare un clima positivo e promuovere l’interesse con l’obiettivo di mantenere alta la motivazione all’apprendimento.
  2. Come fare per gestire la classe , in cui si chiariscono le metodologie più idonee per creare una significativa relazione tra gli alunni, tra insegnante-alunno, tra i colleghi e la famiglia. Il “come comunicare” costituisce la pietra fondante delle dinamiche relazionali che sorgono in classe, alla luce degli standard, delle regole, delle procedure più opportune da adottare a scuola per favorire lo sviluppo ottimale degli allievi. È presa in considerazione anche l’azione disciplinare più proficua da mettere in campo nei confronti dei comportamenti inadeguati in classe.
  3. Cosa fare per gestire la classe è l’ultima sezione, la più corposa, dove i pilastri della gestione della classe vengono chiariti praticamente con l’aiuto di 21 casi-esempi ispirati al quotidiano che hanno lo scopo di segnalare le soluzioni efficaci per risolvere le “criticità” più ricorrenti all’interno del gruppo. In questa direzione ciascun caso diventa il “luogo” deputato a contenere le fondamenta d’intervento dei pilastri della gestione; tutta la sezione è costruita come una sorta di percorso operativo e modulare di autoformazione: dal controllo prossimale alla comunicazione non verbale, dall’uso corretto della voce all’organizzazione dell’aula, dalla conduzione della classe multiculturale alle strategie per lavorare con gli allievi con difficoltà di apprendimento.

Gli esempi di applicazione che seguono le strategie forniscono ulteriori esempi di corretto utilizzo della metodologia proposta. Nella parte finale la guida presenta un’attenzione massima anche per le problematiche legate alla Gestione didattica per l’inclusione . Gestire la classe significa anche saper occuparsi, a partire da alcuni principi-guida, delle situazioni problematiche degli allievi con disabilità visiva, uditiva, mentale, con disturbi di attenzione e iperattività, con autismo, i quali necessitano di vivere in un contesto educativo in cui i bisogni siano soddisfatti nel rispetto delle esigenze dei singoli e di tutti.

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