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Valutare: come?

La valutazione è lo specchio di come è pensato l’apprendimento

di Davide Tamagnini21 febbraio 20213 minuti di lettura
Valutare: come? | Giunti Scuola

È arrivato a scuola un tanto sperato cambiamento di cornice. A partire da quest’anno scolastico, il legislatore ha provato a ricucire quella cesura insanabile esistente tra finalità educative e strumenti della valutazione: alla scuola primaria sono stati aboliti i voti, in luogo di più umani e trasparenti “giudizi descrittivi”. È stato ritirato l’araldo di un modello di scuola elitaria che per decenni ha confuso misurazione e classificazione con la valutazione dei percorsi di apprendimento.

I voti, però, restano alla scuola secondaria di I grado e sono ancora nella testa delle persone: il cammino di cambiamento nel primo ciclo d’istruzione non è ancora concluso.

Prima, durante e dopo i percorsi 

Valutare è una delle parole centrali nella professione insegnante. Troppo spesso confusa come la ciliegina sulla torta, qualcosa che arriva alla fine, o addirittura come la torta stessa (sic!), invece, la valutazione precede, accompagna e segue i percorsi curricolari, come recitano le Indicazioni nazionali. È un dispositivo pedagogico dell’apprendimento, che mette insegnanti e studenti nella condizione di comprendere il percorso che, insieme, è stato fatto. Non può essere disgiunta dalla didattica.

Come ogni cammino ha inizio da un punto, così la valutazione, se vuole dare valore ai risultati raggiunti, deve riconoscere che non esiste un unico blocco di partenza per ognuno di noi. L’inizio e la fine – questo in teoria, perché fortunatamente la vita ha sempre un’eccedenza invisibile agli occhi, anche a quelli dei più attenti insegnanti! – fanno da cornice a un lavoro orientato al raggiungimento di specifici obiettivi di apprendimento e non vanno mai persi di vista. Bisogna tenere insieme tali elementi che permettono un vaglio individualizzato, pena lo scadere nel solito confronto con gli altri, quello che si esprime, più o meno, con queste parole: “Se lui ha preso 7, tu non puoi avere più di 6!”. Invece sì, perché “io” e “lui” abbiamo fatto percorsi diversi!


Capire i punti di forza e le difficoltà incontrate nel percorso

Perché la valutazione sia realmente formativa è necessario mettere gli studenti nella condizione di riflettere sul loro percorso, sui punti di forza e le difficoltà incontrate. Dobbiamo aiutare ciascuno a monitorare e autoregolare i propri processi di apprendimento in modo da adattare le strategie ai risultati che man mano emergono.

L’insegnante accompagna questa riflessività, che diventa un’impalcatura per la crescita, non solo con gli stimoli opportuni, ma anche con l’esempio: i risultati degli studenti sono l’occasione per valutare le proprie scelte didattiche e adeguarle ai bisogni di ciascuno. Per evitare che i voti rientrino dalla finestra, mascherati da altri indicatori di misurazione, serve capire la natura e il senso della valutazione a scuola. Serve molta formazione e disponibilità al cambiamento, perché, senza riflessione il cambiamento non può diventare conoscenza, così anche la valutazione senza questo fondamentale esercizio del pensiero non può essere formativa. 

per saperne di più

• Ch. Hadji, La valutazione delle azioni educative, La Scuola, Brescia 2017

• M.C.E., Pedagogia dell’emancipazione e valutazione. Idee e pratiche per dare valore all’apprendimento. MCE, Roma, 2020.

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