Il tuo carrello (0 prodotti)

Il tuo carrello è ancora vuoto

Libri, riviste e tanti materiali digitali: trova la risorsa per te.

Una canzone (in tante lingue) e un libro per ricominciare

Con la classe plurilingue sarà necessario un lavoro attento, fatto di conversazioni condivise, di racconti e di ripresa del lessico. Sono attività da fare con tutto il gruppo

di Angela Maltoni15 settembre 20203 minuti di lettura
Una canzone (in tante lingue) e un libro per ricominciare | Giunti Scuola

Dopo un’estate in cui non sono mancati tanti discorsi, le ipotesi più svariate e anche un po’ di paura per la situazione tutt’altro che stabilizzata, è arrivato finalmente settembre e l’inizio della scuola. Una ripartenza piena di interrogativi a cui sembra difficile trovare risposte certe, carica tuttavia di aspettative sia da parte degli insegnanti che dei bambini e delle loro famiglie. Cosa succederà è davvero difficile da prevedere. Sicuramente, da parte di tutti, c’è un gran desiderio di incontrarsi e di ricominciare a tessere i legami allentati improvvisamente nel momento della sospensione delle lezioni in presenza.

 
Ricominciamo cantando

Tutte le classi, e non solo le prime, dovranno iniziare dalle relazioni, partendo da zero o quasi per via delle mancanze che si sono acuite nei tanti mesi di scuola a distanza. Dicendo questo penso ai miei bambini di lingue e culture diverse che, anche se nella maggioranza dei casi sono di seconda generazione, hanno accusato più di altri la chiusura forzata. Perché sono proprio loro che hanno faticato maggiormente nei collegamenti online e hanno accantonato per molti mesi la lingua italiana.

Per loro e con loro sarà necessario un lavoro attento, fatto di conversazioni condivise, di racconti e di ripresa del lessico. Attività che a mio avviso non deve essere svolta individualmente ma con la totalità della classe perché utile a tutti, anche ai bambini italofoni, e che prevedo di svolgere nelle primissime settimane di scuola. 

Per l’accoglienza ho pensato quindi di riproporre la canzone “Olélé! Moliba makasi”con cui ci siamo salutati l’ultimo giorno di collegamento online. Penso che partire da dove ci eravamo lasciati possa essere utile, accompagnati dalle sonorità ritmate del canto popolare africano in lingua lingala (Repubblica Democratica del Congo) che infondono allegria. Inoltre, l’utilizzo di una lingua “sconosciuta” a tutti mi pare utile per mettere il gruppo sullo stesso piano, senza evidenziare le diversità e soprattutto le difficoltà linguistiche dei singoli. L’attività successiva può essere quella di creare una canzone con sonorità tipiche dei paesi d’origine dei bambini della classe.

Fortunatamente siamo di nuovo insieme


Nelle prime settimane non possiamo esimerci dal considerare i vissuti personali di ognuno, le nostre paure ma anche le gioie che ci ha concesso l’estate. Per fare questo, appena possibile e con le modalità che ci saranno concesse, è indispensabile recuperare il momento iniziale mattutino di racconto e di scambio. In questa prima fase tanto delicata, in cui emergeranno sicuramente pensieri e preoccupazioni, può essere utile la lettura del bellissimo albo illustrato Fortunatamente di Remy Charlip, edito da Orecchio Acerbo.

L’attività seguente alla lettura può essere un personale decalogo di cose fortunate che sono accadute conseguentemente allo sfortunato stop imposto dal lockdown. L’idea è quella di far comprendere ai bambini che anche nei periodi più difficili si possono individuare eventi positivi.


Un piccolo museo per condividere i ricordi

Nei giorni successivi, se possibile, si possono utilizzare i materiali portati dai bambini come input su cui incentrare le conversazioni e gli scambi: qualche piccolo oggetto, fotografie, cartoline raccolte durante le vacanze.

Partendo proprio da qui si può iniziare non solo a raccontare ma anche a classificare e a fare tesoro delle diverse esperienze personali. Un libro molto utile che si presta a questo lavoro è Kubbe fa un museo di Åshild Kanstad Johnsen, edito da Electa Kids, che aiuta i bambini a dare un senso ai materiali raccolti catalogandoli e valorizzandoli partendo dalle loro caratteristiche. Questo può portare all’allestimento di un piccolo museo dove ognuno può mettere a disposizione dei compagni i suoi “ricordi” preziosi.

Potrebbero interessarti