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Un filo di pensieri e parole per dirci "arrivederci"

La scuola chiede a chi la abita e a chi la costruisce ogni giorno pazienza, lungimiranza e felicità. Consigli di lettura e di ascolto per insegnanti e bambini, per conservare il filo dei pensieri e delle narrazioni. 

di Redazione GiuntiScuola13 giugno 20156 minuti di lettura
 Un filo di pensieri e parole per dirci "arrivederci" | Giunti Scuola

Dopo dieci mesi di dialogo e contatti che si sono rinnovati ogni giorno, “Sesamo” si prende una pausa e augura a tutti coloro che ci hanno seguito un tempo, lungo o breve che sia, di serenità e di “ricarica”. E, in particolare, una buona dose di serenità e un momento per ricaricarsi e poi ripartire sono necessari agli insegnanti. Essi hanno vissuto un anno denso di sollecitazioni e domande aperte, di prese di posizioni divergenti e talvolta di esasperazioni.

La scuola chiede a chi la abita e a chi la costruisce ogni giorno pazienza, lungimiranza e felicità. Virtù rare di questi tempi, pur se necessarie come l’acqua per chi educa.

A tutti gli insegnanti, diamo un arrivederci a modo nostro, segnalando un paio di libri che vale la pena leggere e dando inoltre alcune segnalazioni per sollecitare i bambini a narrare e ad ascoltare storie anche e soprattutto d’estate.

Una proposta di “compiti per le vacanze”, interattivi, partecipati, creativi .

Parole per pensare

È stato pubblicato di recente un nuovo testo di Edgar Morin che chiude idealmente il cammino scandito in tre tappe e iniziato dallo studioso con I sette saperi necessari all’educazione del futuro e continuato poi con La testa ben fatta . Ora Morin ha completato il suo percorso con Insegnare a vivere (edito da Raffaello Cortina): un testo che è un manifesto dell’educazione di oggi e delle questioni che il compito educativo pone a tutti. Il libro parte da due domande che vengono poste in apertura: quale pianeta lasceremo ai nostri figli? A quali figli lasceremo il mondo? Domande e temi che fanno da filo conduttore delle riflessioni e delle proposte. Una delle quali, forse la più pregnante, parte dalla convinzione che “il compito dell’educazione non è solo spiegare ma offrire una comprensione umana intersoggettiva che richiede sempre l’apertura verso l’altro ”. Per sollecitare la comprensione umana, è necessario che gli educatori siano essi stessi preparati e formati a questo compito e Morin lancia l’idea che in ogni università siano attivate cattedre di “comprensione umana”.

L’altro testo che vi suggeriamo è In altre parole di Jhumpa Lahiri (edito da Guanda). Si tratta di un diario autobiografico e di un racconto che la scrittrice fa del suo viaggio dentro l’italiano . Il libro è scritto direttamente in italiano ed è il frutto di un innamoramento dell’autrice verso la nostra lingua e della sua acquisizione, ora fluida e felice, ora faticosa e impervia. Ma è anche la testimonianza della sua storia di bambina figlia di immigrati indiani negli Stati Uniti e della sua biografia linguistica divisa tra la lingua della scuola e la madrelingua. Ecco un frammento nel quale possiamo riconoscere la storia di molti bambini figli di immigrati: “il primo idioma della mia vita è stato il bengalese, tramandato dai miei genitori a me. Per quattro anni, finchè non sono andata a scuola in America, è stata la mia lingua principale, in cui mi sono sentita a mio agio, anche se nata e cresciuta in un Paese in cui mi circondava un’altra lingua : l’inglese. Il mio primo incontro con l’inglese è stato duro, sgradevole: quando sono stata mandata all’asilo sono rimasta traumatizzata. Mi era difficile fidarmi delle maestre e fare amicizia, perché dovevo esprimermi in una lingua che non parlavo, che conoscevo a malapena, che mi sembrava estranea. Volevo soltanto tornare a casa , alla lingua in cui ero conosciuta , ero amata…”

Un filo di storie

Possiamo mantenere durante l’estate un filo di racconti con i bambini e tra i bambini , proponendo loro racconti da ascoltare, storie da leggere, fiabe da inventare. Tutto questo in italiano, ma anche nelle lingue che i bambini conoscono e praticano a casa, per far sì che i due idiomi possano continuare a convivere e ad arricchirsi reciprocamente. Vi proponiamo tre segnalazioni che sono altrettanti percorsi da attivare.

Una storia da leggere e guardare


  • Il mio colore . È un racconto scritto e illustrato da Fuad Aziz per le eduzioni Artebambini.

Un giorno quattro corvi decidono di rivolgersi al gufo perché vogliono cambiare il colore delle loro penne. Uno di loro si renderà conto che è bello cambiare colore, ma che è bello anche apprezzare quello che si è e accettare con orgoglio il proprio aspetto, la propria storia.

I bambini della scuola primaria "Marconi" di Sarone -  I.C. di Caneva hanno letto la storia e illustrato i passaggi del racconto con illustrazioni bellissime. Una è quella che apre il pezzo, un'altra è qui sotto:

Storie a da ascoltare

C’è una radio speciale e preziosa, piena di storie e di scoperte: è Radio Magica . Da tempo la fondazione omonima cerca di diffondere la cultura e il piacere dell’ascolto attivo fra i bambini, i ragazzi, gli adulti. Si propone anche di sensibilizzare le famiglie e gli educatori sull’importanza dell’oralità , della lettura a voce alta, dell’educazione al silenzio per fare posto alle narrazioni. La “missione” di Radio magica è l’inclusione di tutti i bambini e i ragazzi, attraverso la narrazione viva, qualunque siano le loro origini, le lingue madri che essi conoscono e parlano e le loro capacità.

A tutti: buon ascolto!

Storie da inventare

Il librino delle parole magiche è un piccolo libro “per fare” dedicato ai bambini, ai genitori e agli adulti che amano sentire storie, raccontarle e inventarle. Lo potete trovare, insieme a moltissimi altri libri importanti e preziosi, sul sito dell’associazione Tolbà di Matera .

Il percorso propone una serie di personaggi, oggetti, animali molto presenti e diffusi nelle storie (l’albero, la nuvola, il cavallo, l’uva...) i cui nomi sono scritti in italiano e in diverse lingue. Sollecita grandi e piccoli a inventare fiabe, in italiano e nelle lingua madri , in questo modo trasmettendo il valore delle lingue materne e del loro mantenimento anche attraverso la via importante ed emotivamente coinvolgente della narrazione.

[ringrazio gli insegnanti Enrico Colomberotto, Bettina Ronchetta e tutti i bambini della scuola primaria "Marconi" di Sarone - I.C. di Caneva per avermi concesso di riprodurre nel pezzo i bellissimi disegni realizzati a partire dal testo Il mio colore, gf.]

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