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Parole che uniscono e creano legami
In questa fase dell’anno scolastico è importante lavorare sulla conoscenza reciproca per facilitare nuove amicizie. Anche le parole, così come l’alfabeto, possono assumere un significato speciale. Di Angela Maltoni
Lavoro sempre a lungo sull’ accoglienza , intesa non solo come conoscenza dell’altro ma anche come scambio di esperienze e di lingue. Quest’anno, in prima, questa esigenza è ancora più forte perché parecchi bambini provengono da scuole dell’infanzia diverse e territorialmente non sempre vicine. Molti non si conoscevano proprio e – come ben evidenzia il consueto giro dei nomi che accompagna la routine giornaliera – è ancora difficile per alcuni ricordare come si chiama questo o quel compagno. La classe deve piano piano amalgamarsi per tracciare il cammino da fare insieme. Anche quando negli anni successivi ci siano nuovi inserimenti. È allora necessario “ spendere” un po’ di tempo nella conoscenza reciproca . Solitamente lo faccio insieme ai miei bambini giocando con le rime e costruendo filastrocche con i nomi di ognuno di loro e chiedendo di donarsi parole per loro preziose.
Parole uniche e di ciascuno
Condividere parole è un modo per conoscersi. E partendo da alcuni libri sono spesso riuscita a superare le ritrosie del non voler “svelare” la propria lingua madre. Un libro davvero prezioso in questo senso è Che bella parola! Parole intraducibili di tutto il mondo , di Nicola Edwards e Luisa Uribe per Emme Edizioni che oltre a insegnare parole per lo più sconosciute e soprattutto “uniche” diverte molto i bambini. Un altro libro per parlare di lingua è un abbecedario molto particolare e si intitola Dire Fare Ballare. L’abbecedario che fa giocare le parole di Ruth Kaufman e Raquel Franco Edizioni Giralangolo che stimola i bambini, partendo da un verbo, a elaborare un pensiero. È proprio grazie a questo stimolo che ho proposto a ogni bambino di costruire il proprio personale abbecedario anche in lingua madre.
L’alfabeto, un punto di partenza e una scoperta
In prima l’esigenza principe è quella della conoscenza dell’alfabeto e oltre a utilizzare alcune canzoncine mi affido ad alcuni libri molto stimolanti. Uno di questi è
L’albero alfabeto
di
Leo Lionni
per Babalibri che aiuta i bambini a i
mparare le letterine
in maniera giocosa. Partendo da questo libro mi piace creare degli alfabetieri personalizzati in modo che ognuno possa avere le sue parole, alcune anche nella lingua madre. Allora propongo prima le vocali e poi le consonanti e chiedo a ogni bambino di disegnare un elemento per lui significativo che inizi con la lettera scelta.
La conoscenza dell’alfabeto non si limita alla classe prima, ma anche successivamente sono molto interessanti i giochi che partono dalle lettere. Grazie al libro
Alfabetiere
di
Bruno Munari
edito da Corraini in quarta abbiamo costruito ritagliando lettere da quotidiani e riviste uno speciale alfabetiere per abbellire l’aula. Non meno interessante – sotto la guida di
ABC D’arte. Lettere nascoste nei quadri
di Franco Cosimo Panini – è stato ricercare le lettere non solo nei quadri, ma nei murales stradali e nei cartelloni pubblicitari.