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Parlo di me

Roberto Lovattini insegna da trent'anni in una scuola primaria. Oggi, in un libro che riprende la lezione di Mario Lodi, racconta la sua esperienza, il suo metodo, le sue giornate a scuola lasciando la parola (e i disegni!) ai bambini. 

di Redazione GiuntiScuola12 giugno 20152 minuti di lettura
Parlo di me | Giunti Scuola

Questo Parlo di me , di Roberto Lovattini, da poco uscito per New Press Edizioni, è insieme una bella testimonianza e un bel libro, utile e piacevole da leggere, e per questo lo consigliamo a tutti gli insegnanti. Un maestro di scuola primaria di grande esperienza (non solo nella scuola, ma anche nel mondo del lavoro e della cooperazione educativa) racconta, con semplicità, quel che fa in classe con i suoi bambini.

Nella prima parte del testo, il maestro espone modi e metodi: la registrazione dei colloqui mattutini con gli alunni , per fare un diario e acquisire la padronanza della lingua orale, tanto spesso bistrattata; la formazione del gusto per la scrittura e per la parola scritta (che non deve far piacere al maestro, ma al bambino che scrive); la passione per la lettura che inizia con l'animazione del testo; i compleanni come occasioni per inventare storie e doni per i compagni.

Nella seconda parte del volume Lovattini raccoglie le scritture e i disegni dei bambini . Qui si riconosce la loro grandezza, il loro sguardo appuntito e fantasioso, insieme alla felicità del metodo di Lovattini. Sono difatti molto belle (sin dal titolo) le storie e favole inventate della tartaruga che va a scuola, della scimmia scimmiotta, del cioccolato che rideva. E nel diario dei bambini si trovano tanti momenti di felicità e di crescita, tutti illustrati e scritti come già le favole (“oggi abbiamo giocato ai quattro cantoni e mi sono divertito molto”, Paolo, 14 febbraio; “mi è piaciuto parlare di sogni”, Ismaele, 15 febbraio).

C'è anche una sezione eponima, che dà il titolo al volume, “ Parlo di me ”. Qui sono raccolti disegni e frasi che ciascun bambino ha pensato mentre si scopriva unico e pari nel gruppo dei compagni, durante la vita scolastica di tutti i giorni. E così vediamo Roberto che si rende conto di essere più alto e più adulto della sorella Sara (“mia Sorella è piccola”) o amante delle stelle (grandissime, in un cielo osservato con tutta la famiglia). Fanda invece ha trovato nel fratello un narratore dai gusti affini (“insieme a mio fratello abbiamo raccontato storie terrificanti”); Metian viene a scuola in bicicletta mentre William, addirittura, ha “disegnato un quadro che parla sempre”.

La parte finale del volume raccoglie disegni e frasi sugli affetti e il rapporto con gli altri, e sono immagini e parole tra le più belle. Perché, insieme al buon lavoro fatto dal maestro, testimoniano, quando ancora ce ne fosse bisogno, la ricchezza umana dei bambini, la loro disponibilità all'ascolto e allo star bene: “io con i miei amici leggo”, scrive un bambino; “oggi è una giornata felice perché stiamo tutti insieme”, conclude – perfettamente – un altro.

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