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Fare scuola all'aperto: l'ambientamento, i genitori, le attività in giardino

Un'esperienza di scuola dell'infanzia a Torino, alla Casa del sole

di Maria Grazia Tiozzo09 dicembre 20205 minuti di lettura
Fare scuola all'aperto: l'ambientamento, i genitori, le attività in giardino | Giunti Scuola

Con la riapertura delle scuole a settembre abbiamo pensato che finalmente i bambini potevano ritrovare quelle dimensioni che aiutano a crescere, socialità ed occasioni di apprendimento, gioia, gioco e libertà di movimento .

Abbiamo ripensato alla quotidianità, al nostro modo di stare in comunità, di comunicare, di incontrarci, di condividere, abbiamo dovuto regolamentare la nostra libertà.

In questo clima alla Scuola infanzia della Casa del sole sono stati inseriti 25 bambini di una sezione omogenea di 3 anni.

Lo abbiamo fatto, ripensando all’ambientamento, con una nuova modalità che salvaguardasse i diritti dei bambini e delle famiglie cercando di contenere le ansie legittime di tutti noi.

È con questa idea che le maestre Elena e Liliana hanno scelto e progettato di inserire i loro bambini nel giardino della scuola. 

Com’è nata l’idea di inserire i bambini utilizzando lo spazio esterno?

 Nella Casa del sole abbiamo sempre approfittato del bellissimo giardino come spazio ricco di spunti didattici e educativi. 

Molti anni fa durante la mia esperienza lavorativa come educatrice di Nido, avevo già sperimentato l’ambientamento nel giardino, con verifiche decisamente positive; ho lavorato successivamente in ambiti laboratoriali in cui la centralità era il corpo e il movimento e molte delle proposte che facevamo alle scuole, si svolgevano negli spazi esterni della città, nei luoghi naturali frequentati nelle diverse stagioni e con le varie condizioni atmosferiche per esempio pioggia e neve. 

Negli incontri preliminari con i genitori abbiamo esplicitato, che avremmo accolto i bambini accompagnati da un genitore, nel giardino, e sarebbe stato quello il luogo in cui avremmo trascorso la maggior parte del tempo per dare modo a tutti i bambini di beneficiare degli stimoli offerti dallo stare all’aria aperta, in un momento emotivamente rilevante.


 Perché avete scelto di fare scuola all’aperto? 

 Stare all’aperto è la prevenzione più efficace per difendersi dal Covid e in generale da virus e batteri, ma quello che vogliamo sottolineare è come fare scuola negli spazi aperti e nel giardino, abbia molteplici valenze: educa al rispetto per l’ambiente, favorisce e sostiene i percorsi di apprendimento, offre dimensioni sensoriali, motorie ed emotive molto ricche che possono rispondere ai bisogni di ciascuno.

 Nello spazio esterno si riduce il disagio del rumore, ci si muove liberamente, si accresce quindi la sicurezza nel movimento, base fondamentale, in questa età per apprendere. 

Come avete programmato l’ambientamento? 

Abbiamo individuato tra le zone del giardino, lo spazio precedentemente utilizzato per coltivare l’orto; l’abbiamo scelto perché è uno spazio circoscritto, compreso tra il muro di confine, ricoperto dalla vite e da altri rampicanti e da siepi, ed è quindi raccolto pur essendo ampio.

Abbiamo allestito inizialmente lo spazio con tre tavoli posti in tre punti distanziati: il tavolo con la sabbia e alcuni animali marini in gomma, il tavolo con materiale non strutturato, cilindri di cartone, strisce di pelle, tappi, il tavolo con sassi, grandi conchiglie, legnetti. Uno spazio allestito con cassette sovrapposte di plastica che facevano da base per la “cucina”, arricchita di pentole, casseruole, padelle, caffettiera, per preparare intrugli con erba, terra, pigne e magari con gli altri materiali disposti sui tavoli. 

Abbiamo appeso ad un albero delle gocce di vetro, per osservare la luce del sole scomporsi nell’arcobaleno.

Infine, in un angolo ombreggiato, distanziato dalla zona di gioco, abbiamo messo in cerchio delle panchine per riunirci nei momenti dell’accoglienza e dell’arrivederci.



Come hanno partecipato i genitori?

Abbiamo chiesto ai genitori di fermarsi per due mattinate, con noi e i loro bambini, nel giardino e la consegna che abbiamo suggerito loro è stata quella di approfittare di questa occasione per osservare il loro bambino: gli atteggiamenti, le modalità di approccio al gioco, le interazioni con gli altri, e quanto potesse essere necessario per conoscerlo ancora di più e avere modo, contemporaneamente, di osservare come noi insegnanti avremmo avvicinato i bambini e interagito con loro.

Al termine della prima mattinata, prima di salutarci, abbiamo riunito bambini e genitori sulle panchine in cerchio e abbiamo letto a due voci il libro “A caccia dell’orso”.

Il secondo giorno, una parte del tempo è stata dedicata alla conoscenza dello spazio interno, classe, stanze di gioco, bagno, per dare a tutti modo di conoscere l’organizzazione della scuola e per personalizzare gli armadietti, in cui riporre gli indumenti e gli accessori di igiene personale, con i disegni fatti da ciascun bambino. Dopo questo primo momento di accoglienza, la mattinata è proseguita nel giardino, con le modalità del giorno precedente.

Il terzo giorno, abbiamo accolto tutti nel giardino e quasi subito, come concordato con i genitori nelle riunioni preliminari, li abbiamo invitati a salutare i propri bambini, con fermezza ma rassicurandoli sul fatto che sarebbero tornati a fine della mattinata.

In generale, il distacco è avvenuto senza difficoltà, lo spazio accattivante e i materiali a disposizione hanno incuriosito e confortato i bambini; solo uno di loro ha reagito arrabbiandosi ma il suo legittimo momento di pianto “rumoroso” non ha creato fastidio e tensione nel resto del gruppo e dopo un po’ anche lui si è lasciato coinvolgere nel gioco.

Nido d'infanziaScuola dell'infanzia

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