Il passaggio dei saperi: il ricambio generazionale degli educatori

Un’esperienza sul corpo

Il contesto che aiuta

Ascoltiamo e raccontiamo

Un libro per amico

Come e perché scriviamo

L'anno appena trascorso ci ha fatto riflettere sull'importanza delle relazioni e della quotidianità, le cose che un tempo passavano quasi inosservate, perché parte della frenetica routine, adesso acquistano un forte valore educativo ed emotivo. Per fortuna c'è il gioco, nostro insostituibile amico, mediatore e facilitatore che ci aiuta ad arrivare ovunque vogliamo. <img filer_id="233409" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620806179/233409/" src="/d/filer/sharing/1620806179/233409/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">

Giochiamo con gli occhi1. Predisponiamo una bancarella con: fogli colorati, colle e acquerelli. Assicuriamoci di allestire il setting in modo da favorire la partecipazione di tutti. 2. Osserviamo il nostro viso allo specchio, in particolare soffermandoci sullo sguardo: assecondiamo ciò che arriva dai bambini per poi rilanciare con nuove domande.<img filer_id="233410" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620806666/233410/" src="/d/filer/sharing/1620806666/233410/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height=""> 3. Proponiamo di fare una foto in primo piano del viso di ognuno e di stamparla in bianco e nero su un foglio in formato A4. Chiediamo ai bambini di ritagliare la loro foto in tre parti in orizzontale separando: la fronte, gli occhi, la bocca e il mento.<img filer_id="233411" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620806832/233411/" src="/d/filer/sharing/1620806832/233411/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height=""> 4. Collochiamo tutte le parti relative agli occhi sul pavimento della sezione: a turno ogni bambino dovrà ritrovare “gli occhi” di un compagno a sua scelta e restituirglieli.<img filer_id="233412" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620806927/233412/" src="/d/filer/sharing/1620806927/233412/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height=""> 5.&nbsp;Su dei tavoli mescoliamo le altre due parti di ogni foto: ogni bambino sceglie in modo casuale una fronte e un mento. A questo punto siamo pronti per colorare e assemblare le tre parti: coloriamo, utilizzando gli acquerelli, solo le parti del mento e della fronte, lasciando in bianco e nero la striscia degli occhi.Una volta asciutte incolliamo le tre parti su dei cartoncini colorati in modo da creare la forma di un nuovo viso, frutto della mescolanza degli elementi di tre volti differenti.&nbsp;La stampa in bianco e nero ci permette di utilizzare i colori per dare un maggiore tocco artistico. <img filer_id="233413" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620807056/233413/" src="/d/filer/sharing/1620807056/233413/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">6. Infine, impariamo una breve filastrocca sugli occhi:Sono verdi, marroni o azzurri; sono neri, grigi o blu.Sono tutti unici e belli, i nostri occhi dicon di più.

Scuola dell'infanzia di Medole. I.C. Castiglione Uno (MN)

Un’idea in più: un video per presentarsi Un lavoro sulla conoscenza di sé, in particolar modo nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, in questi periodi in cui i progetti di continuità con la scuola primaria sono annullati o ridimensionati dalle procedure anti contagio, può darci la possibilità di inventare nuove modalità di presentazione dei bambini. <img filer_id="233415" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620807654/233415/" src="/d/filer/sharing/1620807654/233415/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">1. Creiamo un video in cui ogni bambino si presenta e racconta di sé, delle sue attitudini, dei suoi interessi, della sua famiglia e dei suoi amici, accompagnato da disegni significativi svolti durante l'ultimo periodo di scuola.2. Attraverso linguaggio, la mimica, la gestualità e gli elaborati grafici, mostra delle parti di sé che diversamente gli insegnanti della scuola primaria non potrebbero conoscere. In presenza di bambini con difficoltà di linguaggio, formuliamo noi delle domande che richiedano risposte brevi.&nbsp; Per favorire la partecipazione dei bambini più timidi, posizioniamo la telecamera su un cavalletto e mettiamoci al loro fianco, in questo modo si sentiranno più a loro agio nel parlare. È importante creare un ambiente sereno e accogliente che agevoli la conversazione.<img filer_id="233416" data-cke-saved-src="/d/filer/sharing/1620809625/233416/" src="/d/filer/sharing/1620809625/233416/" title="" align="" thumb_option="" original_image="false" width="" height="">

Il contesto e le metodologieOgni bambino, oggi più che mai, ha il diritto di vivere esperienze nuove ed educative insieme agli altri. Creiamo un clima accogliente e aiutiamo i bambini a riflettere sul fatto che allo sguardo non si può “mettere la mascherina”, lo sguardo racconta molto di quello che sono e ha tanto da dire agli altri.• Prepariamo in sezione uno specchio in modo da far specchiare comodamente i bambini. • Pensiamo a quali sono le caratteristiche e le unicità di ognuno attraverso domande stimolo: “Di che colore ho gli occhi? Sono uguali tra di loro? Sono diversi da quelli degli altri bambini?”.• Assecondiamo ciò che arriva dai bambini per rilanciare nuove domande. Non tutti vorranno parlare davanti agli altri, per motivi di riservatezza o perché non italofoni, accogliamo il loro silenzio rispettando i tempi di ognuno.• Utilizziamo la macchina fotografica per osservare, sperimentare, ipotizzare e ridere. Attraverso la fotografia che cattura il momento e lo cristallizza, guidiamo i bambini a riappropriarsi del loro essere unici all’interno del gruppo, della propria identità e al contempo riconoscere quella degli altri.

Occhi per riscoprirsi

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