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Non c'è futuro senza memoria
Come parlare della Shoah e del male del mondo ai bambini e ai ragazzi? Forse possiamo farlo partendo da un angolo, da un punto di vista, da una storia, per insegnare loro a ricordare e a farlo in maniera attiva e consapevole. Di Graziella Favaro.
C’è stato un tempo…
Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario
Primo Levi
Ricordare il passato e non dimenticare gli eventi terribili che hanno segnato la storia dell’umanità è il modo che abbiamo per vivere il presente con maggiore consapevolezza e per costruire un futuro nel quale si possa cercare di prevenire il male. Ricordare è un’operazione attiva, consapevole e intenzionale che serve a conoscere, vigilare, proteggere. Il giorno 27 gennaio è la giornata internazionale della memoria e cade nella data in cui vennero abbattuti i cancelli e fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz. Il giorno nel quale la ferocia indicibile dell’umanità venne disvelata e consegnata per sempre alla storia. In Italia in quel giorno si ricordano le vittime della Shoah e delle leggi razziali, ma si ricordano anche: la persecuzione italiana dei cittadini ebrei; gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte; coloro che hanno salvato delle vite a rischio della propria. Le scuole sono invitate a narrare i fatti, a proporre una riflessione, a mantenere viva la memoria di un periodo oscuro e feroce della storia dell’umanità affinchè tali atrocità non possano più accadere. Come parlare di Shoah ai bambini della scuola primaria? Come evitare i rischi di banalizzare i fatti e di ritualizzare una data, slegandola dal presente e dalle implicazioni attuali e quotidiane? La proposta deve essere adeguata al livello cognitivo ed emotivo dei bambini ed essere strettamente connessa all’educazione – che deve essere continua, ordinaria, paziente - al rispetto, al riconoscimento del valore di ciascuno, ai diritti di tutti gli uomini e alla legalità. Parlare ai bambini del male del mondo e della ferocia degli uomini su altri uomini vuol dire scegliere un punto di vista, una storia, una testimonianza che possano essere compresi e fatti propri.
Storie e immagini per ricordare
Fra le storie e le immagini possibili, ve ne proponiamo alcune: due libri illustrati che possono coinvolgere i bambini delle classi iniziali della scuola primaria ( La portinaia Apollonia e Otto, autobiografia di un orsacchiotto ), un progetto condotto in una scuola secondaria di primo grado milanese; e tre gallerie di immagini, video e film , adatti ai ragazzi più grandi, delle ultime classi della primaria e della scuola secondaria.
Due libri per i bambini
La portinaia Apollonia
Il libro di Lia Levi e Emanuela Orciari
, edito da Orecchio acerbo, racconta la vita di Daniel un bambino ebreo che vive in una città occupata dai nazisti. Un libro da leggere e da guardare insieme ai bambini per raccontare gli orrori della guerra e delle persecuzioni, ma per ricordare anche le tante storie di solidarietà, altruismo e coraggio. Il libro ha vinto il premio Andersen come miglior albo 0-6 anni e come miglior libro dell’anno.
Dal testo è stato tratto anche uno spettacolo teatrale.
Scarica il PDF del libro.
Otto. Autobiografia di un orsacchiotto
Il libro
Otto. Autobiografia di un orsacchiotto
, scritto da Tomi Ungerer e pubblicato qualche anno fa, molto conosciuto e apprezzato, racconta la storia dell’orsetto Otto e di due bambini tedeschi. Amici per la pelle e inseparabili compagni di gioco, fino a quando la crudeltà della guerra e la malvagità degli uomini divise i loro destini. “Noi tre non capivamo più il mondo”, racconta il piccolo orso nella sua autobiografia. Vi proponiamo la storia attraverso
le immagini e le didascalie realizzate dai bambini della scuola primaria di Turbigo
.
Un progetto per non dimenticare
Pietre d’inciampo
Una pietra in cui ciascuno può imbattersi mentre cammina. Sulla pietra è inciso un nome: quello di una vittima della Shoah che in quella casa e in quella via ha vissuto fino alla deportazione. Il progetto “Pietre d’inciampo” è stato ideato dall’artista tedesco Gunter Demning e in questi anni ne sono state posate 56.000 in tutta Europa. Quest’anno anche Milano ha aderito al progetto e saranno posate sei pietre d’inciampo nel giorno della memoria. I ragazzi della classe terza media della scuola “Quintino Di Vona”, guidati dalla professoressa Alessandra Minerbi, hanno partecipato al progetto con passione e cura. Hanno ricostruito la storie delle sei persone alle quali sono dedicate le pietre, hanno intervistato i discendenti delle vittime, hanno consultato gli archivi.
Un video, un film e i disegni di Helga
NEVE'. La storia del piccolo violinista
I bambini delle classi quinte della scuola primaria “Selargius” (istituto comprensivo Su Planu in provincia di Cagliari) hanno realizzato, con l’aiuto del regista Remo Congia, un cortometraggio sulla Shoah. Hanno discusso sull’importanza del ricordo e della memoria, sulla necessità di conoscere e di essere consapevoli di quello che è successo nel passato perché solo così non si ripetono gli eventi e gli errori. Hanno poi individuato e intervistato un testimone di quegli orrori e hanno ascoltato da lui la storia di Davide, un piccolo violinista ebreo, strappato da un giorno all’altro dal conservatorio e dalla sua vita a causa delle leggi razziali. La storia di Davide viene raccontata dai bambini attraverso il teatro dei burattini. Il video ha vinto il primo premio al film festival “Sottodiciotto”, dedicato ai prodotti audiovisivi delle scuole per “l’alta capacità di raccontare con semplicità e fantasia un tema così importante come la Shoah”.
Il viaggio di Fanny
Il film, diretto da Lola Doillon, si basa su una storia vera. Racconta le vicende di Fanny, una ragazzina ebrea di 13 anni la quale, durante l’occupazione della Francia da parte dei tedeschi, viene mandata a vivere in una colonia in montagna con le sorelline per metterla al sicuro. Qui cercherà di organizzare la fuga verso il confine svizzero con l’aiuto dei coetanei. Un film sull’amicizia, il coraggio e la conquista della libertà attraverso gli occhi dei bambini. Proiezioni per le scuole il 26 e 27 gennaio.
Disegna ciò che vedi: i disegni di Helga Weissova
“Disegna ciò che vedi”: furono queste le parole che il padre disse a Helga quando la bambina venne internata nel campo di Terezin. Helga nasce a Praga nel 1929 nello stesso anno di Anna Frank e a 12 anni viene rinchiusa a Terezin. I suoi disegni raccontano la prigionia, la deportazione, la vita quotidiana viste attraverso gli occhi di una bambina dallo straordinario talento espressivo.