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Scuola dell'infanzia, la valutazione finale... a modo nostro
L'importanza del punto di vista di bambine e bambini, da ascoltare in forma collettiva o (meglio ancora) in forma individuale, con una "intervista”

La valutazione finale dell’anno scolastico rappresenta un appuntamento canonico della vita della scuola e ha la funzione di promuovere il bilancio critico delle azioni condotte a termine, come recitano le Indicazioni Nazionali 2012, senza dimenticare che l’intero processo valutativo “assume una preminente funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo”.
Generalmente sono i docenti che conducono la valutazione finale, utilizzando strumenti di verifica e di osservazione più o meno consolidati. Ma proprio in ragione della “preminente funzione formativa” che assume la valutazione, qui proponiamo un punto di vista diverso, integrativo rispetto a quello dei docenti: il punto di vista dei bambini. Ovviamente non ci si aspetta che i bambini di scuola dell’infanzia siano in grado di utilizzare chissà quale strumentazione valutativa, ma sicuramente, se opportunamente sollecitati, sono capaci di esprimere un loro giudizio sull’esperienza vissuta nel corso dell’anno. Se gli insegnanti hanno voglia di ascoltare i bambini, in forma collettiva o (meglio ancora) in forma individuale (intervista), possono trarre molti elementi valutativi su cui riflettere, anche ai fini di una rimodulazione della loro azione. Si tratta di raccogliere le opinioni dei bambini sull’anno che sta per concludersi e su quanto è stato realizzato.
Una serie di domande-stimolo può aiutare i bambini in questa fase esplorativa, con l’insegnante che verbalizza le risposte di ogni singolo bambino.
Esempi di domande:
- La cosa che mi piace fare di più a scuola è …
- La cosa che mi piace di meno è…
- L’anno prossimo vorrei che a scuola…
- A scuola ho imparato…
- Di questa scuola cambierei…
La lista delle domande può essere più o meno lunga o articolata a seconda dell’età dei bambini e delle loro capacità espressive. È importante che i bambini non vivano le domande come qualcosa di inquisitorio, ma come un modo per migliorare la scuola e per farli sentire meglio; in questo senso è fondamentale la motivazione con cui viene presentata l’intervista o la discussione.
La raccolta delle varie risposte e la loro elaborazione può dare una serie di informazioni ai docenti su come viene vissuta la scuola da parte dei bambini. L’analisi può essere fatta a vari livelli:
- per classi di età oppure per sezione;
- in base alle attività (più amate o meno amate);
- in relazione ai cambiamenti auspicati;
- in riferimento a quanto appreso.
Un quadro riassuntivo dei punti di forza o di debolezza (dal punto di vista dei bambini) può costituire l’occasione per discutere insieme a loro di quanto emerso e per immaginare una scuola diversa. Si può anche immaginare un’intervista che entra nel merito degli apprendimenti acquisiti (secondo il bambino). L’obiettivo è sempre quello di dare voce ai bambini, di renderli consapevoli, per quanto possibile, di quanto avviene a scuola e in loro stessi, di considerarli soggetti attivi e non meri destinatari di valutazione.