Infanzia sicura in rete. Ecco la Carta di Roma diffusa dal Telefono Azzurro
Telefono Azzurro, in occasione del Safer Internet Day, ha pubblicato un documento che fissa 25 impegni concreti per un Internet a misura di bambini e adolescenti. Ecco il testo.

SAFER INTERNET DAY 2016 - "CARTA DI ROMA" - Roma, 9 febbraio 2016
Per i bambini e gli adolescenti di oggi gli spazi e gli strumenti della Rete - web, chat, social network, Instant Messaging – sono parte integrante dei processi comunicativi, di socializzazione, di conoscenza, di creatività ed espressione.
Le nuove tecnologie e Internet permeano la vita dei ragazzi e delle famiglie. Per i ragazzi come per gli adulti, internet influenza non solo i processi di costruzione dell’identità e di gestione dell’immagine di sé, ma anche la socializzazione e la ricerca di un partner, l’espressione della sessualità, l’elaborazione di una separazione da una persona cara. La rete incide su modi, tempi e contenuti delle conversazioni familiari, sta cambiando le priorità e le modalità educative, condiziona abitudini e scelte di ogni giorno: dagli acquisti online fino alle abitudini a tavola e ai ritmi sonno veglia. Internet ha toccato e cambiato ogni aspetto della vita moderna e questi cambiamenti sono assolutamente positivi. Allo stesso tempo, ha posto alcune sfide e in tutto il mondo oggi la sicurezza sul web è una priorità.
Come possiamo massimizzare la libera esplorazione di Internet, riducendo al minimo i rischi? È possibile ridurre i rischi di Internet senza metterne a repentaglio la libertà? Come possiamo far sì che i giovani siano al sicuro nel web, garantendo loro un pieno accesso e preservando il più possibile la loro autonomia?
Si tratta di questioni difficili e complesse, di tipo tecnologico, giuridico, pedagogico, psicologico, etico e deontologico. Per questo motivo abbiamo bisogno di studi e ricerche, che ci aiutino a conoscere meglio i rischi online e a differenziarli in base all'età dei bambini e degli adolescenti. Un’attenzione speciale deve essere rivolta ai giovani utenti di Internet, con quella propensione, tipicamente adolescenziale, ad ignorare limiti e regole. La sicurezza in Internet dipende anche da fattori culturali, economici, sociali. Internet ha una dimensione transnazionale e dunque le risposte non possono che essere comuni e condivise a livello internazionale. L'Italia, l’Europa, gli USA, network internazionali e istituzioni sono alla ricerca di nuove strategie e soluzioni per proteggere la sicurezza e la privacy degli utilizzatori del web, in particolare bambini e adolescenti.
Nel contesto europeo, il 2015 è stato un anno fondamentale. Il consiglio d’Europa nello stesso anno ha adottato “I principi di neutralità della rete” invitando le nazioni europee a rispettare la net neutrality con la realizzazione di nuove leggi nazionali, condizione essenziale per garantire la protezione dei diritti alla libertà di espressione, all'accesso alle informazioni e alla privacy. Una delle disposizioni di questa nuova normativa è che “i providers non potranno bloccare o filtrare il traffico nei loro network, o dare priorità a determinati contenuti a discapito di altri in cambio di un pagamento”. Il 21 dicembre scorso, inoltre, il Parlamento Europeo ha approvato Il nuovo Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (RGPD): questo comprende un Regolamento generale sulla protezione dei dati e una Direttiva per le Forze dell’Ordine e gli organi della giustizia, e rappresenta un passo importante per il rafforzamento dei diritti dei cittadini europei nell'era digitale.
Nel novembre 2015 l'Italia ha approvato la "Dichiarazione dei governi sulle misure contro la violenza sessuale nei confronti dei minori su Internet", prendendo parte al Summit WePROTECT svoltosi ad Abu Dhabi, insieme a più di 50 nazioni a livello internazionale. Con la sottoscrizione di questa dichiarazione, l’Italia si è impegnata ad assicurare:
- un alto livello di contrasto della pedopornografia e di ogni altra forma di violenza sessuale online contro minorenni;
- programmi di prevenzione, di investigazione, di salvaguardia delle vittime, di gestione dell'autore di reato;
- servizi di supporto appositi ed appropriati per bambini e famiglie;
- legislazione e soluzioni tecnologiche che supportino la rimozione di contenuti pedopornografici da internet;
- una maggiore sensibilizzazione dei professionisti dell'infanzia e della società in generale;
- un maggiore coordinamento dei professionisti che si occupano quotidianamente di questo tema, al fine di studiare la situazione attuale, condividere le conoscenze e programmare azioni future.
Nel nostro Paese, si è anche conclusa lo scorso 18 gennaio l’indagine conoscitiva sulle «Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo», ovvero il lavoro svolto dalla Commissione Giustizia e dalla Commissione Affari Sociali preliminare all’approvazione di un disegno di legge sul cyberbullismo.
Tuttavia, è evidente come la soluzione a questo problema non possa essere responsabilità dei soli Governi. Le aziende, infatti, in particolare quelle operanti nel settore tecnologico, ricoprono un ruolo centrale e di primo piano.
È dunque essenziale avviare un processo nel quale molteplici stakeholder possano contribuire alla ricerca e all’individuazione del giusto equilibrio tra libertà di impresa e diritti di tutti i cittadini, in primis minorenni.
La Rete presenta una serie di rischi per i più giovani che vanno dalla pedopornografia al cyberbullismo, dall’utilizzo dei dati forniti per fini commerciali all’adescamento online, dalle truffe negli acquisti al furto di identità. Ma i casi di cronaca e la ricerca ci aiutano ad identificare anche nuovi ambiti di rischio. Ampiamente dimostrato, ad esempio, che visionare contenuti pornografici estremi, potenzialmente traumatizzanti, influenza il cervello plastico dei bambini e, in modo altrettanto grave, la loro visione sul mondo e su ciò che considerano normale.
I bambini di oggi crescono in un mondo di acquisti online e transazioni virtuali, dove anche sistemi di pagamento come i Bitcoin saranno sempre più comuni. Insegnare ai bambini il valore e il significato della moneta nell’era virtuale rappresenta quindi una sfida educativa:
senza uno scambio “tangibile” come viene percepito il valore del denaro? Come prevenire il gioco d’azzardo online o la spesa “accidentale” di ingenti somme di denaro da parte dei bambini che navigano nella rete?
Se è certamente vero che tutti condividiamo l'obiettivo di un Internet libero e privo di restrizioni, come possiamo bilanciare questo principio con lo scopo prioritario di protezione dei bambini dai pericoli?
Alcuni paesi si stanno muovendo per approvare una nuova legislazione in merito, prima che la normativa UE sopracitata – i principi di neutralità della rete - entri in vigore: l’Inghilterra, ad esempio, insieme ai quattro maggiori ISP (Internet Service Provider), ha proposto che un filtro (“opt-in”) di default possa bloccare questo genere di contenuti. Gli utenti possono cliccare su “opt-out” e scegliere di continuare ad accedervi, ma se non lo fanno, il contenuto verrà bloccato automaticamente.
Regno Unito, Germania e altri paesi hanno anche sviluppato un sistema di verifica dell'età per chi cerchi di accedere a siti pornografici, evitando così che i minorenni vi abbiano accesso. Una recente proposta del Regno Unito prevederebbe multe e sanzioni per i siti web che non implementino questo sistema di verifica dell'età, inclusi siti web sviluppati in altri paesi.
Cosa può fare l'Italia? Come filtrare i contenuti per prevenire che i bambini vengano esposti a materiale pornografico? Potrebbe il nostro Governo richiedere la verifica dell’età anche ai siti web che offrono contenuti pornografici “for free”?
Un altro aspetto fondamentale, secondo il Regolamento europeo della protezione dei dati, è che “il trattamento di dati personali di un bambino sotto i 16 anni potrebbe essere legale in seguito al consenso dei suoi genitori o di chi ne fa le veci”. Pertanto, anche l'iscrizione ai social network, ad esempio Facebook, che oggi può avvenire al compimento dei 13 anni, non potrebbe avvenire prima dei 16 anni.
In un'epoca in cui milioni di adolescenti utilizzano i social media, è difficile pensare che questa sia una strategia appropriata ed efficace. Bisogna infatti considerare che non solo molti adolescenti già oggi si iscrivono ai social network ben prima dell’età consentita, ma anche che i social possono giocare un ruolo fondamentale durante l’adolescenza e la pre-adolescenza, come dimostrano le numerose richieste di aiuto espresse da adolescenti nella rete. Numerosi tentativi di suicidio sono stati evitati proprio perché gli adolescenti in pericolo hanno utilizzato un social network e hanno ricevuto un’assistenza immediata. Per i giovani, i social media sono diventati uno strumento vitale per ottenere informazioni, socializzare e per chiedere un aiuto effettivo in caso di cyberbullismo, molestie sessuali, stalking, tematiche LGBT e molto altro ancora.
L’innalzamento del limite di età a 16 anni, come previsto dal Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati, rischia quindi di escludere molti ragazzi di 13, 14 e 15 anni dall’uso dei social media, nei casi in cui i genitori non siano esperti di social o non siano in grado di fornire il consenso.
Infine, c'è stata un'esplosione nella diffusione online di materiale pedopornografico. Queste immagini non rappresentano la libertà di espressione, ma sono vere e proprie scene del crimine, in quanto abusi sessuali su un bambino. L’impegno a livello mondiale è massimo su questi temi, a partire dall'iniziativa WePROTECT, per indagare e perseguire coloro che producono e diffondono materiale pedopornografico, così come coloro che li scaricano e ne usufruiscono.
L’impegno internazionale riguarda anche l’individuazione e l’assistenza dei bambini vittime di tali abusi. Oltre ad una corretta applicazione della legge e alla certezza della risposta penale, è di vitale importanza per le aziende del settore privato adottare misure per assicurare che tali immagini non permangano sui loro server e siano rimosse immediatamente. Le Safer Internet Hotlines di tutto il mondo stanno giocando un ruolo chiave all’interno di questo sforzo comune. Queste hotlines ricevono segnalazioni di sospetta pornografia minorile, avvisano le imprese in modo che possano rimuovere il contenuto dai loro server e sostengono l’impegno investigativo delle Forze dell'Ordine.
L'Italia, l'Europa e il mondo intero hanno fatto progressi straordinari per garantire la libertà su Internet, ma il tentativo di eliminare lo sfruttamento on-line dei minori e la vittimizzazione continua. Noi dobbiamo fare di più.
L'Italia, l'Europa e il mondo chiedono ai governi e agli organismi internazionali di promulgare e far rispettare leggi, trattati e protocolli per tutelare i diritti dei bambini e prevenire il loro sfruttamento sotto ogni forma. Le Forze dell'Ordine, le autorità e la magistratura sono chiamate a far rispettare queste leggi in modo equo e in maniera decisa. Tuttavia, non solo i governi, ma tutta la società deve mobilitarsi sui temi dell’abuso e dello sfruttamento e chiedere, ad alta voce, il cambiamento, sollecitando i leader mondiali ad azioni concrete.
Le aziende private devono unirsi in questo sforzo, apportare innovazione e sviluppare nuove soluzioni per la nostra lotta contro questi crimini. Le nuove tecnologie stanno migliorando notevolmente la qualità della vita di milioni di persone ma, allo stesso tempo, costituiscono un terreno fertile per gli sfruttatori e abusanti. Le aziende che sviluppano queste nuove tecnologie devono quindi giocare un ruolo chiave per garantire che le tecnologie non possano in nessun modo essere utilizzate per danneggiare i bambini.
RACCOMANDAZIONI
Policy e Governance
1 – Leadership - L’Italia dovrebbe creare una Governance Nazionale e un Organismo di Vigilanza sullo sfruttamento e l’abuso sessuale dei bambini. Questo comitato dovrebbe essere un organismo nazionale multi-stakeholder, intersettoriale, responsabile per la governance e il controllo della risposta in Italia allo sfruttamento sessuale e all'abuso dei minori, sia online che offline, e per colmare le lacune nelle risposte dell'Italia. Tale Comitato dovrebbe includere i rappresentanti del governo, le Forze dell’Ordine, le Ong, le industrie tecnologiche/ICT, associazioni religiose e altre agenzie specializzate che lavorano in questo ambito.
2 – Analisi del problema - L’Italia dovrebbe effettuare una valutazione del livello di minaccia globale e un’analisi di quanto grave sia il problema degli abusi online nel Paese, raccogliendo informazioni ed expertise che costituiscano la base delle azioni future. Inoltre è opportuno che l’Italia monitori i progressi messi in atto a favore della tutela dei minori, in modo che risaltino altrettanto le aree di criticità, che necessitano maggiormente di un impegno congiunto.
3 – Legislazione - L’Italia dovrebbe rivedere l’attuale legislazione in vigore, al fine di assicurare norme finalizzata a proteggere i bambini e gli adolescenti da ogni forma di sfruttamento e abusi sessuali, sia online che offline. E’ necessario anche prevedere specifiche tutele che assicurino un’adeguata protezione alle vittime. Una buona legge sul Cyber-bullismo dovrebbe prevedere anche forme di sostegno ed aiuto per i minori coinvolti.
4 – Protezione dei dati – Sembra opportuno che l’Italia riveda le attuali politiche e la legislazione in vigore, affinché ci si preoccupi sempre più di garantire protezioni specifiche per i dati personali e la privacy dei bambini.
Giustizia penale
5 – Forze dell’Ordine specializzate
- L’Italia dovrebbe fornire alle Forze dell’Ordine un articolato insieme di coordinare per condurre, sostenere e coordinare le indagini su sfruttamento sessuale e abuso dei bambini, sia online che offline.
Nello specifico, le Forze dell’Ordine dovrebbero essere in grado di ricevere informazioni, analizzare l'informazione e agire tramite l’intelligence. L’adottare un approccio di multi-agency consentirebbe la realizzazione di azioni congiunte e inter-disciplinari, a cui darebbero un fondamentale contributo anche le Ong.
6 – Magistratura e pubblici ministeri - L'Italia dovrebbe garantire che il suo sistema giudiziario e della magistratura possiedano le conoscenze e le competenze specialistiche necessarie per consentire esiti giudiziari positivi per i bambini vittime di sfruttamento e abuso sessuale. Durante il corso del processo giudiziario è fondamentale tenere in estrema considerazione le esigenze della vittima, assicurandole altresì interventi di sostegno e supporto adeguati.
7 – Gestione dei sex-offenders
- L’Italia dovrebbe dare garanzia della presenza di un sistema in cui gli stakeholder collaborano per attuare interventi di recupero e riabilitazione dei sex-offenders e dei pedofili, diminuendo il rischio di recidiva.
Tali interventi verranno resi operativi negli istituti penitenziari, assicurando una presa in carico a lungo termine finalizzati alla gestione e all’integrazione dell’individuo nella società.
Al fine condividere le informazioni e le attività tra le agenzie, sia a livello nazionale che internazionale, è necessaria l’elaborazione di un sistema di intelligence specifico di intelligence, come di un registro dei sex-offenders.
8 – Accesso a un Database di informazioni sulla vittima – Le Forze dell’Ordine italiane dovrebbero avere accesso al Database dell’INTERPOL “International Child Sexual Exploitation” (ICSE). Tramite il ICSE si faciliterebbe il sistema di identificazione, sia delle vittime, sia degli autori di reato. Tale Database favorirebbe un metodo di lavoro condiviso tra le Forze di Polizia, sia a libello nazionale che internazionale.
Vittime
9 – Supporto alle vittime di tipo End to End – L’Italia dovrebbe assicurare che le vittime di pericoli sulla rete (dall’esposizione alla pornografia al cyberbullismo, dal furto di identità agli abusi online) possano ricevere un immediato supporto emotivo, con soluzioni tecnologiche previste by design ed integrate - di tipo end-to-end – con l’obiettivo di aiutarle ad affrontare non solo le conseguenze di eventuali violenze subite online, ma anche di raccogliere segnalazioni di utenti che osservino manifestazioni di grave disagio da parte di minorenni (ad es, minacce di suicidio). Una valutazione delle conseguenze psicologiche deve essere eseguita non appena una vittima sia identificata e deve essere formulato un piano integrato per ristabilire il suo benessere psicologico. Diverse esperienze internazionali mostrano come la disponibilità di una linea (telefonica o chat) per bambini e adolescenti, direttamente accessibile dai social, possa essere una soluzione efficace per prendersi cura di loro e promuoverne il benessere online.
10 – Impegno nella protezione dei bambini - L'Italia dovrebbe assicurare che venga creata una task force competente e altamente specializzata che sia in grado di fornire supporto alle vittime di abusi online. Personale specializzato avrebbe il compito di sostenere le vittime nel corso delle indagini delle Forze dell’Ordine, valutando le conseguenze dell’abuso subito e fornendo supporto psicologico ed emotivo. E’ importante che le procedure di protezione dei bambini e degli adolescenti vittime di pericoli online siano condivise tra Forze dell’Ordine, Servizi ed Agenzie sul territorio – pur sempre mantenendo una chiara comprensione dei ruoli e delle responsabilità.
11 – Servizi dedicati alle vittime - L'Italia deve prevedere un sistema di servizi dedicati alle vittime di sfruttamento e abusi online, offrendo loro: servizi medici, psicologici, sociali, legali, residenziali ed educativo/formativi.
12 – Child Helpline - L'Italia deve offrire servizi di assistenza e di intervento dedicati a bambini e adolescenti che offrano ascolto e assistenza al minore in situazioni di pericolo e di disagio. Tali servizi dovrebbero garantire l’anonimato e essere accessibili gratuitamente, 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana. Oltre a un supporto tramite linea telefonica, dovrebbe essere assicurato aiuto attraverso le nuove tecnologie, quali messaggi di testo, chat, messaggistica istantanea, e-mail.
Sociale
13 – Hotline per i bambini sfruttati sessualmente - L'Italia dovrebbe promuovere e valorizzare il ruolo della sua Hotline, dedicata alla società civile e alle aziende, utile per segnalare in forma anonima contenuti inappropriati e lesivi, compresi i materiali pedopornografici. Una volta appurato che si tratti di materiale pericoloso, la Hotline dovrebbe lavorare in collaborazione con l’ICT al fine di garantire che il contenuto sia rimosso da internet il più rapidamente possibile. La Hotline dovrebbe operare in stretto collaborazione con le Forze dell’Ordine nazionali, responsabili delle indagini sui casi di sfruttamento e abuso sessuale di minori, operando da filtro per le indagini future. E’ fondamentale che la Hotline sia parte integrante della rete internazionale di INHOPE che lavora, con modalità condivise, per rimuovere tempestivamente i contenuti pedo-pornografici dal web.
14 – Programma Educativo
- L'Italia dovrebbe progettare un programma educativo nazionale per sensibilizzare le Istituzioni e la società civile sul tema dello sfruttamento sessuale minorile e dell’abuso all’infanzia, sia online che offline. E’ necessario inoltre diffondere informazioni su come i bambini e gli adolescenti possano ricevere aiuto e supporto, e sulle modalità di segnalazione dei casi. E’ altrettanto importante diffondere queste informazioni sia a livello nazionale, che a livello locale.
In accordo con la “European Strategy for a Better Internet for Children”, l'Italia dovrebbe sostenere il Programma "Digital Supporter" di Telefono Azzurro in modo che gli adulti, i giovani, le ONG e il mondo aziendale siano impegnati in un processo attivo di promozione on-line del benessere dell’infanzia e dell’adolescenza.
15 – Partecipazione attiva dei bambini - L'Italia deve garantire che i bambini siano incoraggiati a dare voce alle loro idee e alle loro opinioni, influenzando lo sviluppo di politiche e buone pratiche contro lo sfruttamento sessuale dei bambini.
Mondo aziendale
16 – Procedure di comunicazione e di intervento – L’Italia dovrebbe disporre delle più efficaci procedure per la segnalazione e la tempestiva rimozione di materiale illegale o dannoso per bambini e adolescenti (ad es. pedopornografico), non appena vengano a conoscenza della presenza di tale materiale su piattaforme di loro gestione. Dovrebbero anche impegnarsi ad offrire agli utenti più giovani policy semplificate a seconda delle età, con indicazioni chiare e comprensibili relative ai contenuti segnalabili e alle procedure di segnalazione.
17 – Gestione delle informazioni personali - L’Italia dovrebbe garantire una legislazione adeguata relativa all'elaborazione da parte dei fornitori di reti e servizi di traffico delle informazioni personali e dei dati di localizzazione degli utenti, in particolar modo se minori. E’ cruciale la questione della durata temporale in cui i fornitori di servizi possono conservare i dati, ma anche i dati personali vengono riutilizzati dai servizi, e in quali situazioni questi possono essere condivisi con le Forze dell'Ordine, ai fini di supportare l'indagine.
18 – Sviluppo di soluzioni innovative - L'Italia dovrebbe impegnarsi nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative per migliorare gli approcci esistenti alla prevenzione e al contrasto dell’abuso sessuale dei minori e di altre forme di violenza online. La condivisione del lavoro delle Forze dell'Ordine con le Ong migliorerà efficacemente gli sforzi collettivi per contrastare questo fenomeno.
19 – Responsabilità Sociale d'Impresa - L'Italia dovrebbe impegnarsi nel coinvolgere i propri leader del settore aziendale, al fine di garantire che le questioni relative alla sicurezza dei bambini siano alla base dello sviluppo di prodotti e servizi, con un particolare accento sui sistemi da mettere in atto per prevenire le violazioni della sicurezza dei minori. Le considerazioni sulla sicurezza dei bambini dovrebbero essere integrate nelle policy e nelle procedure aziendali, in modo da assicurare che le aziende adottino misure adeguate volte all’identificazione, alla prevenzione e al contrasto del fenomeno dell’abuso all’infanzia, anche nell’offline.
20 – Protezione dei bambini dall’esposizione a materiale pornografico – L’Italia dovrebbe mobilitare il governo e il mondo aziendale, allo scopo di trovare approcci innovativi per il crescente problema dell’esposizione dei minori a materiale pornografico su internet. L’Italia dovrebbe anche pensare all'adozione di un sistema di verifica dell'età simile al modello in fase di sviluppo nel Regno Unito.
21 – Sistemi di Sicurezza e Protezione per i bambini sui dispositivi mobili - L’Italia dovrebbe mobilitare il governo e le aziende leader in merito allo sviluppo e all'adozione di sistemi di sicurezza e protezione di default, adattati sulla base dell’età dell'utente.
Media e Comunicazione
24 – Etica e consapevolezza nelle segnalazioni dei Media - L'Italia dovrebbe impegnarsi a garantire i casi di abuso all’infanzia siano trattati dai media con un approccio etico, consapevole ed equilibrata, nel rispetto della dignità delle vittime e dei loro familiari. Inoltre, particolare attenzione deve essere rivolta al loro diritto alla privacy e alla riservatezza dei minori.
25 – Terminologia universale - L’Italia dovrebbe sostenere l'adozione e l'utilizzo di una terminologia universale quando si tratta di questioni e problemi relativi all’abuso sui minori, in modo da favorire una comunicazione chiara e condivida, fra tutte le professioni e altrettanto i Servizi che lavorano per il benessere dei bambini e degli adolescenti.