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Il verde a scuola

La natura a scuola: non è soltanto una questione di attività ma anche e soprattutto di riflessione e di categorizzazione, di incontro con la cultura che è il modo umano specifico di rapportarsi alla dimensione naturale e di provare a salvarla.

di Redazione GiuntiScuola12 agosto 20113 minuti di lettura
12 Agosto 2011 Argomento: La Vita Scolastica , autore: Raffaele Mantegazza , docente di pedagogia interculturale Università di Milano Bicocca.

Che cosa significa che oggi i bambini e le bambine di città non sanno che il latte che bevono a colazione proviene da una mucca (e anche se lo sapessero, non avrebbero comunque mai visto una mucca)?

Poca cosa, dirà qualcuno, basta che sappiano accendere uno schermo: in fondo c’è sempre Wikipedia ad aiutarli se hanno bisogno di informazioni.

Se pensiamo che la scuola abbia come compito di fornire informazioni, questa risposta potrebbe forse essere anche giusta (ne dubitiamo). Ma la scuola ha per fortuna il compito di fornire altre tipologie di esperienza : "Oppure apriamo la porta, usciamo fuori, ci immergiamo in questa entità, diventiamo attivi in essa e viviamo il suo pulsare con tutti i nostri sensi. I rumori, sempre mutevoli per intensità e ritmo, ci avvolgono, salgono vertiginosamente e cadono d’improvviso, indeboliti. Anche i movimenti ci avvolgono: un gioco di tratti e linee orizzontali, verticali, che inclinano col movimento in direzioni diverse, di macchie colorate che si ammassano e si disperdono, e che emettono un suono ora alto, ora basso". (Vasilij Kandinskij, Punto e linea su piano, in Id., Tutti gli scritti ).

Si tratta di una didattica dell’immersione , la stessa che ci viene presentata a proposito dei new media; non si capisce perché non debba essere attivata a proposito dell’ambiente naturale, dal quale invece sembra che cerchiamo paranoicamente di tenere lontani i bambini e le bambine.

Ma la scuola ha un altro compito: non solo far immergere i bambini nella natura ma anche e soprattutto farli riemergere per presentare loro l’approccio culturale ai temi naturali. Fare un giro nel prato a piedi nudi e occhi chiusi, seppellirsi nel bosco con le foglie cadute, immergere i piedi nell’acqua del ruscello, tutte esperienze che la scuola deve far compiere: ma poi ha il dovere culturale ed educativo di trasformare il prato in poesia, le foglie in disegno, il ruscello in sinfonia.

La scuola offre ai ragazzi e alle ragazze la chiave d’accesso culturale alla natura, contro certa new age pedagogica che si vieta di parlare, di commentare, di categorizzare.

Così a scuola si può per esempio incontrare un approccio coloristico alla natura, che dalla tenerezza e dallo stupore per i colori del tramonto, dell’autunno, del bosco porti alla bellezza dei cavalli di Franz Marc che sembrano vivere solo per regalarci i loro colori tanti irreali da ridisegnare la realtà; oppure che dalla voglia di lasciarsi andare nell’ambiente conduca allo scioglimento del soggetto, all’ammorbidimento dell’essere umano, al decentramento antropologico che troviamo nelle ninfee di Claude Monet; o ancora che nella voglia di riposo che ci prende tutti quanti in certe giornate dimensione estive aiuti ad accedere alla dimensione sabbatica dei riti e dei miti ebraici sulla natura o all’allentamento dei limiti e dei confini tra uomo e animale narrata dalla vicenda di Pasifae e il Minotauro come dalla novella Disfilassi di Primo Levi.

Insomma, il verde a scuola è verde narrato, spiegato e conosciuto; non è per questo meno verde, anzi acquisisce un tono più intenso: quello del coraggio della conoscenza che apporta il suo contributo alla natura aiutando a preservarla dalla distruzione.

10-11-2009


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