Il piccolo turco che parlava turchese
Una storia e un libro con le sue illustrazioni nati da un bel dialogo: quello tra i genitori, i bambini e gli insegnanti della scuola comunale dell'infanzia "Bruno Munari" di Reggio Emilia.
Il piccolo turco ha occhi neri neri e capelli scurissimi. Non ricorda bene da dove viene, non conosce il nome dei genitori né il proprio, anche perché ha alle spalle un lungo e difficile viaggio ("aveva attraversato fiumi e camminato scalzo su altopiani, era salito sul cassone di un camion e aveva attraversato il deserto, si era lasciato alle spalle nuvole di polvere e aveva granelli di sabbia nelle orecchie").
C'è anche qualcosa di magico in questo bambino: per esempio quando parla, dalla sua bocca escono lettere azzurre . E da qui prenderà spunto un pescatore incontrato per caso, che gli darà un nome: il "piccolo turco che parla turchese", appunto.
Inizia così la storia inventata e trasformata in libro da Enrico Marani, papà di Anita, insieme con le insegnanti, una pedagogista, un'atelierista e soprattutto insieme con i bambini di 5 anni della scuola dell'infanzia comunale "Bruno Munari" di Reggio Emilia, che hanno creato le illustrazioni e le "parole liquide" del racconto.
Una bell'esempio di dialogo scuola-famiglia . E un bel libro, disponibile online , a raccontare insieme una fiaba e un progetto condiviso sulla conquista del sé e la scoperta delle differenze, sul viaggio e l'educazione alla cittadinanza e all'inclusione.