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Il mondo irrompe in terza elementare
Se ho scelto il mestiere dell’educare, ho il compito di aiutare bambine e bambini a tirare fuori e riconoscere ciò che hanno dentro, ho il dovere di aprire porte e finestre e allargare il loro orizzonte. Di Franco Lorenzoni
Bambine e bambini ci guardano.
Guardano con affetto e apprensione genitori e adulti che a volte non comprendono.
Scrutano e osservano tutto ciò che facciamo
perché sanno che tanto della loro vita dipende da noi. Talvolta si fermano stupiti e attoniti di fronte alle immagini più diverse che arrivano dal mondo. Per questo credo che noi adulti abbiamo
il dovere di accompagnare i loro sguardi
rivolti alle tragedie e alle meraviglie che abitano la terra, non lasciandoli soli.
Non possiamo nascondere ai loro occhi storie e contraddizioni che caratterizzano il presente, ma assumerci piuttosto le nostre responsabilità prendendoci cura delle emozioni dei sentimenti e dei pensieri che nascono dai loro sguardi.
Se ho scelto
il mestiere dell’educare
, ho il compito di aiutare bambine e bambini a tirare fuori e riconoscere ciò che hanno dentro a partire da un corpo a corpo con le immagini, i problemi, la cultura e i linguaggi che ci circondano. Ho il dovere di aprire porte e finestre e allargare il loro orizzonte, cercando di mostrare più strade possibili, dando dignità e stimolando le sensibilità più diverse.
Ma ciò è possibile solo
se accolgo tutti i punti di vista
cercando di attenuare i miei inevitabili pregiudizi. E allora ho la necessità di cercare e forgiare e fornire strumenti e linguaggi che ci aiutino a intendere noi stessi e gli altri, provando a farlo
tutti insieme, senza escludere nessuno
e senza avere la pretesa di voler imporre ai bambini il mio punto di vista.
Non è facile dare spazio e respiro alla parola all’altro. Non è facile riconoscere pieno diritto di cittadinanza a chi è diverso da noi per storia, provenienza o sensibilità.
Ed è ancor più difficile quando ci troviamo a
navigare controvento
.
Discutendo con tante amiche e amici che insegnano, so quanto sia difficile dare vita in questo tempo a piccole comunità capaci di ascolto reciproco. Eppure siamo chiamati a farlo. Siamo chiamati ogni giorno a
costruire nelle nostre classi frammenti di partecipazione attiva e di democrazia
, in una società che sembra sempre più incapace di appassionarsi alla discussione, al confronto ragionato e pacato e all’approfondimento serio dei problemi.
La scuola deve essere un po’ meglio della società che la circonda, se no cosa ci sta a fare?
Immaginando la società e le sue istituzioni come un unico corpo,
Piero Calamandrei
paragonava la scuola a un organo ematopoietico. L’organo, cioè, dove si forma il sangue che porta nutrimento a ogni cellula del corpo sociale.
Ma per costruire la fiducia necessaria per condividere orizzonti e valori l’unica strada, stretta, sta nella
coerenza tra parole e comportamenti
. E poiché è assai difficile essere pienamente coerenti, quali esempi possiamo proporre? A quali momenti e personaggi della
storia
e della
cultura
possiamo chiedere aiuto per cercare nutrimento?
E in che modo?
Queste domande hanno accompagnato i miei ultimi anni di
maestro nella scuola elementare
e debbo dire che il percorso non è stato per nulla facile.
Quando sono riuscito a essere tramite non troppo ingombrante della
relazione tra i bambini e la natura
che ci circonda, tra i bambini e passaggi decisivi dell’evoluzione culturale della nostra specie, sono emerse alcune scoperte appassionanti e abbiamo avuto la possibilità di comprendere insieme, tutti, qualcosa di più.
Ho raccolto in queste pagine esperienze, pensieri e dialoghi intorno ad alcune questioni che abbiamo affrontato in una classe elementare della scuola di Giove, un piccolo paese umbro che si affaccia sulla valle del Tevere.
(dall'introduzione di I bambini ci guardano )
Franco Lorenzoni
I bambini ci guardano.
Una esperienza educativa controvento
Sellerio
In libreria dal 24 gennaio 2019
INDICE
ENTRATA Il mondo irrompe in terza elementare
PRIMO TEMPO, TERZA ELEMENTARE Il Mediterraneo è la spaccatura di Giotto 1 I ricordi salgono o scendono? 2 Un giorno con la pronipote di uno schiavo 3 Entrare mani e piedi nella storia 4 Gli uccelli non hanno la penna d’identità 5 Quel piccolo razzismo tanto vicino a noi
VARIAZIONE 1 Dove si nasconde la matematica 6 Salire sul banco per trasformare la linea in un punto
VARIAZIONE 2 La solitudine delle consonanti 7 Le difficili sfide della disomogeneità
INTERMEZZO
SECONDO TEMPO, QUINTA ELEMENTARE Gandhi non dava ragione a uno ma a due 8 Un libro, un film e un testo collettivo 9 La compresenza dei vivi e dei morti 10 Il passato lo vivi un po’ sfuocato 11 L’eclettica Ipazia e i giochi di Mudane 12 Il piccolo Omero e gli ostacoli alla conoscenza 13 Narrare la nonviolenza a teatro
USCITA La storia dell’altro
Ringraziamenti Note |