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Il cielo blu di Kandinskij secondo i bambini e le bambine

Guardare, ascoltare gli altri e poi dire quello che si vede permette a ogni bambino - anche a chi sta acquisendo l’italiano - di imparare e di usare parole nuove e di arricchire il vocabolario

di Federica Mosca17 gennaio 20221 minuto di lettura
Il cielo blu di Kandinskij secondo i bambini e le bambine | Giunti Scuola

A Modena, città circondata da due fiumi, capita di frequente che nel momento in cui l’autunno incontra l’inverno, per intere settimane, siamo avvolti da nastri di nebbia più o meno rada. Arriviamo tutti a dimenticarci qual è il colore del cielo. I bambini all’aperto giocano, si disperdono e sembrano non farci più di tanto caso, ma per gli adulti può diventare pesante. Il grigio sovrasta e incupisce. 

Blu di cielo: i bambini “leggono” e raccontano 

Colgo il pretesto offertomi da un corso di formazione sul campo d’esperienza “I discorsi e le parole” che ci suggerisce di giocare con i bambini,  provando a leggere un quadro come se fosse un libro. La mia voglia di colore prende il sopravvento e scelgo per loro un cielo luminoso che inondi le nostre mattinate. Presento ai bambini un quadro di Kandinskij intitolato Blu di cielo, del 1940. L'intento è di farlo osservare il più a lungo possibile e poi chiedere ai bambini di giocare insieme a capire cosa c'è, cosa vedono nelle figure. 

Guardare, ascoltare gli altri e poi dire quello che si vede permette a ogni bambino - anche a chi sta acquisendo l’italiano - di imparare e di usare parole nuove  e di arricchire il vocabolario grazie allo scambio e al cerchio dei discorsi.  

 

Ins.: vi faccio vedere un disegno di un pittore, un signore che è molto bravo a disegnare. Non è di Modena. Viene dalla Russia, un paese dove fa molto, molto freddo d'inverno. 

Eduard: come si chiama?

Ins.: ha un nome un po' difficile, si chiama Kandinskij. Sono molto curiosi. Tutto quel blu ha su di loro un effetto quasi ipnotico.

Anna: questa è una tartaruga con le unghie che pizzica!

Matilde: e per me è un uccello.

Anna: e questa è una mosca che c'ha due becchi e c'ha il puntino rosso per pizzicare...e guarda questa Federica! Questa è una medusa con tanti tentacoli.

Matilde: c'è questo, ti dico che è un uccello!

Sara: c'è questo verde qua.

Eduard: e questa l'è l'acqua. (indica il punto in cui il celeste è più scuro)

Gioele: questo è un granchio che mangia le meduse.

Anna: si, ma le meduse fulminano.

Sara:  i granchi mangiano.

Anna: e pizzicano con le “rachele”.

Gioele: e questo è un lombrico.

Anna: guarda la stessa immagine. Ma no, è una tartaruga con le “granchie” che vive in mare.

Matilde: questo è un “polipo”.

Anna: questo è un elicottero-pesce. Un pesce che vola!

Eduard e questo (indica la stessa figura dell’amica) g' ha tutti i denti, è un animale grosso, è un pesce

Ins. che belle idee! Secondo voi cosa fanno tutte queste cose disegnate insieme?

Anna:  fanno capolino.

Ins. che cosa vuoi dire Anna?

Anna: che fanno un girotondo.

Gioele: questo disegno sono dei personaggi. Tanti personaggi. Sono personaggi di mare.

Anna: questo è un serpente e un drago di mare.

Rebecca: c’è un cavallo, un cavallo strano. Al cavallo qualcuno l'ha spinto dentro l'acqua.

Eduard: un suo amico l'ha spinto, perché l'è cattivo con lu. Ma il cavallo s'è bevuto tutta l'acqua e s'è asciugà tutto (il mare) e dopo l’è murì.

Rebecca: invece no! il cavallo è qua (indica la figura del quadro) non è morto.

Eduard: l'è murì e dopo l'è vivo.

Anna: io disegno una tartaruga e sono tanti pesci rossi che sono dentro dei boccioli. Sono dei pesci che stanno “bocciando” in mare…

 

Mentre le parole prendono il volo le mani disegnano

La motricità fine e la coordinazione oculo-manuale sono ancora incerte e ci sono bambini, seppure  competenti dal punto di vista linguistico, che si trovano in una fase iniziale dell’intento rappresentativo, eppure i loro schizzi imperfetti riescono a trasmettere il senso del galleggiamento e del movimento in acqua. 

Uno dei giochi che ha dato maggiore soddisfazione ai bambini è stata la tombola del mare. Abbiamo messo in un sacco vongole, cozze, pesci di cartoncino, ostriche ecc. e infilando una mano, a turno, i bambini dovevano cercare di indovinare e nominare l’oggetto esplorato attraverso il tatto. Un gioco divertente per tutti, ma utile soprattutto per chi ha necessità di arricchire il lessico. 

Nella conversazione riportata i bambini riescono a muoversi in una dimensione di eleganza e di rispetto per l’altro di livello alto, soddisfacendo i parametri di “diversità-unicità-interazione” che per Sergio Neri sono i valori che più di ogni altro devono cooperare per costruire nel bambino un corretto senso del sé. 

Augurare a tutti un anno ricco di pesci che sbocciano nel cielo blu mi sembra il modo migliore per rincontrarsi a gennaio. 

Wassily Kandinsky, Public domain, via Wikimedia Commons

Scuola dell'infanziaI discorsi e le parole

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