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Grammatica valenziale: alla scoperta del nucleo della frase
Intervista a Cristiana De Santis, autrice di una didattica ad hoc associata al numero 9 de La Vita Scolastica: "Ai ragazzi non viene chiesto di memorizzare e diventano protagonisti attivi del processo di apprendimento"
La ricercatrice Cristiana De Santis, esperta di grammatica valenziale, è protagonista sul numero 9 de La Vita Scolastica (maggio 2019) con una risorsa dal titolo “Alla scoperta del nucleo della frase”, declinata per ogni classe della scuola primaria.
Scarica qui il percorso suddiviso per classe:
Classe 1 | Microstorie e legami
Classe 3 | Giocare con le frasi
Classe 4 | Frasi e... strane frasi
L’abbiamo incontrata per introdurci all’argomento e fornirci spunti di approfondimento.
Come si può definire, in sintesi, la “grammatica valenziale”?
La grammatica delle valenze è un modello di descrizione della frase basato sulla centralità del verbo. L'obiettivo del lavorare con la grammatica valenziale è quello di sperimentare un modo diverso di “fare grammatica”, molto più attivo, coinvolgente, basato sull'intuizione, ragionando partendo dal significato del verbo e cercando come funziona la frase dal punto di vista architettonico. Si ha una percezione dei confini del periodo per poi avere dei riferimenti quando si scrive e si parla. Ci sono ricadute positive sulle abilità linguistiche e si riscontra entusiasmo da parte dei ragazzi perché diventano dei protagonisti attivi del processo di apprendimento. Non viene chiesto loro di memorizzare definizioni o etichette da applicare o riconoscere. Sono loro che devono fare ipotesi, verificarle, disegnare grafici.
Qual è al momento la sua diffusione tra gli insegnanti?
Si sta sempre più espandendo, nelle scuole sta trovando spazio e fiducia tra gli insegnanti. Non è nuovo e gode di molti anni di sperimentazione alle spalle. Più recente è invece la proposta organica che, grazie in particolare a Francesco Sabatini, viene oggi promossa. Assistiamo a un'attenzione diversa da parte dei documenti ministeriali, i quali indirettamente, attraverso concetti come la frase completa, i complementi necessari, fanno capire che si tratta di un modello adatto a sostenere le competenze perché parte dalla frase, proprio come richiesto dalle indicazioni nazionali. Anche nei test Invalsi ogni tanto ci sono delle domande che riguardano la competenza della frase, la distinzione tra elementi necessari e facoltativi. Invito le insegnanti a essere curiose, ad avvicinarsi e a far avvicinare a una materia come la grammatica che effettivamente è considerata un po' ostica.
Come promuovere la formazione in grammatica valenziale nel mondo della scuola?
Invito intanto alla lettura: ci sono delle trattazioni affidabili. Invito a seguire dei corsi e soprattutto sperimentare in classe, senza avere troppa paura delle novità. Sicuramente dobbiamo utilizzare dei materiali affidabili e non anticipare troppo perché il rischio, a volte, è di trovare una proposta accattivante e utilizzarla già dalle prime classi senza tenere conto del grado di sviluppo cognitivo dei bambini. Serve una grande cautela e una capacità di adattare dei concetti che sono comunque astratti, e spesso complessi, alle situazioni didattiche a cui ci troviamo di fronte.
Quanto è importante oggi studiare la grammatica?
La grammatica è sempre servita e servirà sempre. Nella lingua materna avviene lo sviluppo cognitivo e la capacità di riflettere sulla lingua. La grammatica è capacità di rivolgersi su una lingua madre sviluppando sopra dei concetti che oggi ci consentono di riflettere non solo sulle altre lingue ma anche discipline di studio, anche perché l'italiano è quella lingua che veicola tutti quanti i saperi e le conoscenze. Penso per esempio al problema di matematica, che di fatto è composto di parole. Lavorare sulla grammatica in modo ragionato significa poi avere delle chiavi per avvicinarsi ad altri linguaggi in maniera consapevole.