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Giochi con le carte narrative

Le carte narrative sono un materiale molto interessante per giocare con parole e discorsi. Vediamo quali possono essere alcuni itinerari ludici prima di arrivare ad inventare una storia. Di Antonio Di Pietro

di Redazione GiuntiScuola19 aprile 20193 minuti di lettura
Giochi con le carte narrative | Giunti Scuola

Nominare, descrivere e narrare in modo spontaneo

Predispongo quattro tavoli, ognuno con quattro sedie. Per garantire contenimento e attenzione, metto su ogni tavolo circa dieci carte selezionate da un diverso mazzo. I criteri di selezione sono quattro:

  • carte che rimandano a parole di uso quotidiano;
  • carte suddivise per campo semantico (piante, mezzi di trasporto...);
  • carte con illustrazioni di cose, animali, persone, che i bambini sanno nominare;
  • carte particolarmente interessanti dal punto di vista grafico.

Dico ai bambini: «Scegliete dove andare a giocare. Ci sono quattro sedie per ogni tavolo: uno, due, tre... Se le sedie sono occupate cercate una libera. Quando volete, potete cambiare tranquillamente di posto».

Mi sposto da un piccolo gruppo all'altro per invitare i bambini a nominare e descrivere le illustrazioni.

Qualcuno inizia a inventare storie spontanee facendo interagire la propria carta con quella del compagno accanto.


Passeggiando fra le storie

A un gruppo chiedo di pescare delle carte e con queste, stando attento a nominare e descrivere le diverse illustrazioni, invento una storia. Ai bambini brillano gli occhi nel vedermi impegnato in questo mettermi in gioco.

Chiedo a ogni bambino di prendere una carta e tenerla scoperta. Inizio a inventare una storia chiedendo: «Ditemi se quello che racconto è nella vostra carta».

Un bambino con la propria carta viene invitato a iniziare una storia («C'era una volta...») ed io la continuo pescando alcune carte dal mazzo a disposizione sul tavolo. Poi, ogni carta pescata la offro a un bambino. Al termine chiedo di ripetere la storia, ognuno rispetto alla propria carta.

Prendo carta e penna e raggiungo il tavolo accanto dove è stata inventata una storia spontanea: «Mi ridite la vostra storia, che la scrivo?». I bambini mi raccontano la loro storia entrando anche nei particolari. Non è la prima volta che quando utilizzo la tecnica “tu detti, io scrivo” i bambini innalzano il loro livello linguistico, come se fossero loro a scrivere. Sapere che l'adulto è seriamente interessato alle loro idee risulta essere una forte motivazione.

Dopo che i bambini hanno sperimentato autonomamente l'utilizzo di questo materiale, inizio a sostenerli nell'inventare una storia a piccoli gruppi. Ognuno contribuisce come può, c'è chi nomina l'immagine nella carta, chi descrive i particolari dell'illustrazione e chi racconta all'interno di una sequenza narrativa.

Scelgo quattro carte e insieme inventiamo una storia seguendo questa struttura:

  • “c'era una volta...” (per iniziare)
  • “dove” (per descrivere il luogo)
  • “però” (un piccolo imprevisto ci vuole sempre)
  • “allora” (per concludere)

Con un altro gruppo, una carta la prendo anch'io da utilizzare come “jolly” all'inizio, alla fine o nel bel mezzo del gioco, all'interno di questa struttura:

  • inizio
  • svolgimento
  • imprevisto
  • soluzione dell'imprevisto
  • conclusione.

Quando ormai siamo entrati in un positivo clima narrativo, inizio a chiedere a ogni bambino seduto a un tavolo di scegliere una carta che piace. Insieme iniziamo a inventare una storia. Ma, loro preferiscono averne due di carte.

Arrivati all'ultima carta, Aisha mi dice: «E ora la scrivi?».

Questa esperienza si è svolta all'interno del progetto “Conoscersi... per stare bene insieme” del Comune di Prato.

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