Facilitare la comprensione dei testi disciplinari
Le tecniche di facilitazione del testo: una pratica di italiano L2 e uno stimolo per il lavoro in classe

Imparare a comunicare in situazioni contestualizzate e relative alla propria esperienza personale richiede un tempo inferiore rispetto a quello necessario per poter utilizzare la lingua dello studio, formale e con un lessico specifico. È stato dimostrato che per raggiungere le abilità di comunicazione di base sono necessari uno o due anni, mentre per sviluppare le abilità di studio in L2 il tempo varia dai cinque ai sette anni.
Durante questo periodo, gli studenti hanno difficoltà a comprendere. Per questo è importante organizzare interventi di supporto e porsi come mediatori tra i testi e gli allievi, guidandoli gradualmente nel percorso verso l’indipendenza nello studio.
Raggiungere gli obiettivi significa spesso rivedere le metodologie didattiche classicamente usate e applicare quelle strategie di insegnamento, capaci di dar spazio ai bisogni di ciascun bambino e ciascuna bambina.
Le competenze di studio
La lettura e la comprensione dei testi sono attività cognitive complesse, in cui diversi fattori concorrono contemporaneamente.
Attraverso la lettura i segni sulla carta sono decodificati e sono individuate le parole che costituiscono il testo; grazie all’uso delle conoscenze ortografiche, lessicali, sintattiche e semantiche, le parole sono elaborate in frasi; la memoria a lungo termine attiva le conoscenze disponibili, mentre quella a breve termine elabora le informazioni del testo e infine in maniera non lineare informazioni vecchie e nuove sono riviste per costruire il significato del testo.
Quando affidiamo a uno studente o a una studentessa un testo di studio, non richiediamo solo la comprensione del contenuto, ma anche del lessico e delle strutture specifiche, la loro memorizzazione, l’appropriazione di concetti, l’identificazione di nessi logici e la rielaborazione personale delle informazioni.
Per poter svolgere queste attività, il bambino deve possedere diverse competenze come:
- conoscere la lingua in cui il testo è scritto, il lessico disciplinare preciso e la sintassi complessa;
- comprendere e usare la punteggiatura e avere una lettura fluente;
- impiegare diverse strategie di lettura per i diversi testi e scopi;
- essere in grado di discernere le unità di testo e i loro rapporti, di individuare il tipo di testo e formulare previsioni adeguate;
- essere capace di ricostruire il messaggio dell’emittente e riconoscere la sua intenzione comunicativa;
- possedere una enciclopedia propria, ossia nozioni generali e scolastiche specifiche della disciplina in questione.
A queste, si aggiungono anche competenze cognitive di vario tipo che l’allievo deve possedere, come:
- essere in grado di ricostruire relazioni logiche, saper generalizzare, contestualizzare ed esemplificare;
- essere capace di impiegare il testo per un proprio scopo, rielaborando in maniera opportuna le informazioni presenti;
- essere motivato allo studio; non solo sulla base della necessità, studiare è ciò che dovrebbe fare ogni studente, ma anche del piacere e della soddisfazione che esso è in grado di generare.
Accompagnare i bambini verso l’autonomia nella comprensione e nello studio dei testi significa sviluppare ed esercitare tutte queste competenze contemporaneamente. Dobbiamo, in altre parole, costruire gradatamente un ponte per l’approccio ai testi, lavorando sullo sviluppo di tre componenti:
- le competenze linguistiche in L2;
- le strategie di apprendimento;
- i contenuti del curriculum e delle aree disciplinari della classe di appartenenza.
Quattro attività per aiutare nella comprensione del testo
Per accompagnare efficacemente lo sviluppo delle competenze scolastiche, dobbiamo quindi adattare di volta in volta le pratiche didattiche alle esigenze e ai bisogni della classe, ponendoci come mediatori tra bambini e materie di studio, selezionando i materiali da impiegare, adottando forme di controllo delle difficoltà e modalità di facilitazione dei testi, nonché uno stile comunicativo ce tenga conto anche di quanti hanno difficoltà di comprensione.
Facilitare la comprensione implica non tanto la costruzione di percorsi separati da quelli della classe, quanto una riorganizzazione delle attività di lettura che permetta: da un lato di arrivare alla comprensione dei contenuti e dall’altro di stimolare ed esercitare le competenze di lettura nel loro complesso. Proviamo di seguito a considerare alcuni macro-momenti di un percorso didattico, nei quali favorire la comprensione degli alunni.
1. Attività pre-didattiche
Prima di entrare in classe, analizziamo i testi da proporre, valutiamone la leggibilità e la comprensibilità, nonché le strategie cognitive e di studio necessarie per comprenderli. Individuiamo anche le parole-chiave del brano e le eventuali parole non appartenenti al vocabolario di base, che potrebbero richiedere spiegazioni.
2. Attività di pre-lettura
Prima di iniziare a leggere, facciamo emergere tutte le conoscenze che alunni e alunne già possiedono, in modo da attivare gli schemi cognitivi indispensabili per la comprensione del testo. Proponiamo dunque un brainstorming sull’argomento, domande per stimolare gli alunni a recuperare le conoscenze pregresse.
Forniamo le conoscenze necessarie per la comprensione anche attraverso la visione di immagini e video.
3. Attività di lettura
Anche la lettura del brano deve essere sostenuta. Invitiamo a risolvere i problemi di comprensione; per esempio, consultando il dizionario o formulando ipotesi interpretative e confrontandole con il testo. Chiediamo di sottolineare le parti più importanti e quelle che presentano difficoltà. Completiamo griglie per la raccolta delle informazioni, costruiamo mappe concettuali proprie; e ancora creiamo scalette e riassunti, fornendo titoli a diverse sezioni e sotto sezioni dei brani.
4. Attività di post-lettura
Verifichiamo che cosa è stato compreso e che cosa ha presentato una difficoltà, per potere eventualmente condurre attività di recupero e rinforzo. Oltre a molte delle attività già utilizzate (griglie, mappe, scalette), possiamo usare varie proposte: i cloze test, la caccia agli errori, l’organizzazione delle informazioni per l’esposizione orale.
- Bosc F. (2006). “Andare a spasso per il testo: tra teoria e pratica” in Bosc F., Marello C., Mosca S. (a cura di). Saperi per insegnare. Torino: Loescher.
- Colombo A. (2002). Leggere. Capire e non capire. Bologna: Zanichelli.
- Ellero P. (1999). “L’italiano per studiare” in Favaro G. (a cura di). Imparare l’italiano, imparare in italiano. Milano: Guerini.
- Ferrari S., Pallotti G. (2005). “Favorire lo studio delle discipline scolastiche da parte di alunni con limitate competenze in Italiano” in Iori B. (a cura di). L’Italiano e le altre lingue. Apprendimento della seconda lingua e bilinguismo dei bambini e dei ragazzi immigrati. Milano: Franco Angeli.