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“Facciamo finta che...”: accoglienza ed emozioni
C’è un lupo vestito da principessa… lo facciamo entrare? E se decidiamo di accoglierlo cosa ci dirà? Fiabe, libri e giochi di ruolo a scuola

Mai come quest’anno il mese di settembre è stato desiderato e allo stesso tempo temuto.
Nel periodo del forzato isolamento noi insegnanti abbiamo affidato alle nostre voci il compito di fare entrare il mondo nello spazio ristretto delle case, lo abbiamo fatto attraverso il racconto di storie, di filastrocche e di poesie cercando di curare le relazioni e di valorizzare le emozioni. Ora il compito che ci attende è quello di riportare il mondo dei bambini nelle scuole vuote facendo risuonare tra le pareti il suono delle loro voci e permettendo alle loro esperienze di brillare come dipinti caleidoscopici.
Raccontare le emozioni
Possiamo ripartire dalla narrazione, dal gioco e soprattutto dalle emozioni vissute che necessitano di essere raccontate per poter acquistare un senso pieno.
Per i bambini è molto difficile esprimere la paura, la tristezza e anche la gioia attraverso le parole. Soprattutto perché quello delle emozioni è un linguaggio complesso e spesso ai bambini, principalmente non italofoni, mancano le parole.
Diventa più semplice quando assumono un’altra identità, quando diventano qualcun altro come nel caso del gioco di ruolo. Forse facendo finta di essere qualcosa di diverso potranno raccontarci quel tempo trascorso in casa.
Per sostenerli in questo percorso importante e delicato potrebbe essere utile ricorrere al gioco del teatro. Mi vengono in mente due testi. Il primo è Alice nelle figure di Rodari. La famosissima Alice è costretta in casa durante un pomeriggio di pioggia, allora apre un libro di fiabe e come per magia ci finisce dentro a capofitto, viaggiando tra i personaggi e diventando a sua volta protagonista attiva.
Giochiamo con le fiabe
Un secondo testo su cui varrebbe assolutamente la pena lavorare è Indovina la fiaba di Rasano, edito da Giunti. Un misterioso lupo mascherato si nasconde tra le fiabe. Il libro è senza parole e ci apre un ventaglio di meravigliose opportunità. Possiamo divertirci a colmare i vuoti: il lupo da dove viene? da chi sta scappando?
Oppure si può trasformare la lettura in un’attività linguistica per chi sta acquisendo l’italiano: nominiamo gli oggetti, i colori, i luoghi.
Può diventare il pretesto per travestirci e dedicarci ad un gioco di interpretazione facendoci rileggere una fiaba deliziosa e purtroppo oggi poco consueta come la Principessa sul pisello. I bambini spesso faticano ad accettare la distribuzione dei ruoli… e se questa volta di principesse ne arrivassero tre una dopo l’altra? Cosa ne verrebbe fuori? Mettiamo invece il caso che i personaggi siano già tutti presenti, con la principessa sull’uscio ancora gocciolante, quando improvvisamente si sente suonare di nuovo il campanello. C’è un lupo vestito da principessa… lo facciamo entrare? E se decidiamo di accoglierlo cosa ci dirà?