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Didattica all’aperto: tre attività pratiche in un percorso strutturato
L'esperienza di una scuola primaria di Lucca: “lavorare fuori predispone alle ipotesi, ai tentativi e favorisce una pluralità di risposte”

Arianna Garuzzo e Alessandra Del Frate, insegnanti della scuola primaria Collodi Istituto comprensivo Ungaretti di Lucca, condividono con noi le quotidiane esperienze di outdoor education.
Quando e come è iniziata la vostra esperienza di didattica all’aperto?
L’amministrazione comunale di Lucca ha proposto alle scuole del territorio l’adesione alla rete nazionale di Scuole all’Aperto nell’anno scolastico 2016/17. Da quel periodo il nostro Istituto ha partecipato alla relativa formazione e ci siamo avvalsi dell’esperienza di facilitatori, esperti e guide ambientali che ci hanno aiutato a conoscere e utilizzare al meglio il nostro spazio esterno per fini didattici.
Come si inserisce la didattica all’aperto nella vostra progettazione didattica?
Attraverso la formazione è stato possibile sperimentare esperienze didattiche adatte alle diverse fasce d’età che sono state inserite nella progettazione del team sia trasversalmente che specificatamente per alcune discipline. Le ricorrenti domande che hanno guidato la scelta tra il fuori e il dentro sono state: “Quali vantaggi potranno avere i bambini lavorando all’aperto?”, “Quali spunti ulteriori potranno ricevere?”.
In che modo influisce nella relazione insegnante-bambino?
Lavorando fuori si moltiplicano le opportunità per osservare i bambini che si muovono con maggiore libertà fornendo con i loro comportamenti indicazioni sulle loro preferenze e stili d’apprendimento. In generale, in un ambiente multisensoriale e democratico, tutti i bambini si sentono maggiormente a loro agio; la maggiore libertà che provano nelle diverse situazioni li rende meno tesi e controllati, liberando risorse che possono utilizzare altrove.
Molte osservazioni che i bambini propongono sono alternative, divergenti rispetto a quanto previsto e quando l’insegnante accoglie le diverse idee e soluzioni i bambini si sentono valorizzati: il setting meno “scolastico” predispone alle ipotesi, ai tentativi e favorisce una pluralità di risposte.
Come sentirsi a proprio agio nel fare didattica in giardino?
Certamente anche l’insegnante deve star bene fuori: come succede per tutte le attività, anche quelle che si svolgono all’aperto vanno ben progettate e pianificate in modo da non rischiare di avere l’impressione di un’azione didattica poco efficace. Come si legge nei libri, anche l’abbigliamento non va sottovalutato ed è, esso stesso, elemento per ragionare di vita pratica.
Naturalmente è da gestire un margine di inaspettato a partire dal tempo metereologico ma è importante vivere questi imprevisti assieme ai bambini, renderli partecipi della problematizzazione della realtà e delle possibili soluzioni alle difficoltà.
Potete descrivere un'uscita-tipo?
In genere agli alunni viene proposta l’uscita già nei giorni precedenti, pensando insieme agli strumenti necessari per svolgere al meglio l’attività. In classe sorgono domande relative alle finalità e modalità di lavoro e si ricercano soluzioni condivise. Il momento dell’uscita è, quindi, parte integrante di un percorso strutturato che comprende anche il lavoro svolto in classe.
Le fasi all’aperto partono dalla scelta degli spazi più adatti all’attività, seguita dalla ricerca di quell’attenzione e concentrazione dalla quale non si può prescindere per lo svolgimento del lavoro. Il resto dipende molto anche dal tipo di attività proposta, certo sono da monitorare anche i tempi di esecuzione per raggiungere gli obiettivi previsti.
Al rientro in classe ci si confronta su quanto svolto, evidenziando i punti critici e quelli positivi dell’attività per una condivisione, una verifica comune e una maggiore consapevolezza di tutti gli alunni.
Potete raccontarci qualche esperienza pratica?
Sì, proviamo a raccontarne brevemente tre.
Poesie in una classe quinta: tutto ha preso spunto dalla Giornata della Terra e in particolare da una poesia letta insieme che riguardava l’emergenza climatica e che presentava nel testo alcune figure retoriche e la rima alternata. Dopo aver parlato dell’argomento che era già stato affrontato precedentemente, è stato proposto agli alunni un compito autentico nel quale avrebbero dovuto lavorare in giardino a coppie per scrivere a loro volta una poesia che offrisse spunti di riflessione sull’argomento e che contenesse le stesse figure retoriche e la rima. La proposta di uscire fuori per svolgere il lavoro è stata subito accolta con entusiasmo dagli alunni, che hanno scelto insieme al compagno di lavoro una pianta del giardino che fosse per loro fonte di ispirazione. A conclusione ogni coppia ha letto ai compagni la poesia scritta e successivamente alcuni componimenti scelti collettivamente sono stati inseriti nel giornalino della classe.
Questa attività si è ben collegata ad un laboratorio di arte nel quale abbiamo riciclato alcune bottiglie di plastica per creare dei vasi dove ogni alunno ha seminato la propria piantina e che sono stati appesi alla ringhiera del giardino della scuola vicino al nostro orto didattico.
Gioco in una classe terza: è stata proposta, a gruppi, la costruzione del gioco del mondo utilizzando materiale che i bambini avrebbero trovato in giardino. Chi ha scelto la terra, chi foglie, chi fiori; chi l’ha proposto quadrato, chi a spirale: diverse soluzioni che sono state tutte provate. Pregi e difetti di ciascuna sono state annotate e in classe la progettazione è stata rivista. C’erano bambini che avevano fatto caselle dove non ci stavano neppure i piedi, o chi aveva scelto del materiale talmente leggero da non far durare l’installazione nemmeno il tempo di un turno di gioco. La condivisione delle problematicità e delle migliorie è stata efficace e ha dato luogo a giochi più funzionali e divertenti.
Rime in una classe terza: i bambini sono stati suddivisi in tre gruppi. In fila si avvicinavano ad un cartellone, appeso sul muro esterno, dove la maestra aveva scritto una parola e loro dovevano scriverne altre in rima. Al termine del tempo previsto ogni gruppo si è cercato un posticino nel giardino dove creare una poesia collettiva con le parole scritte nel proprio cartellone. Infine, le poesie sono state lette a tutta la classe nella nostra agorà costruita con i tronchi.