Contro l'odio, per una classe gentile

13 novembre, giornata mondiale della gentilezza: un’occasione per sollecitare parole e gesti di cura e di attenzione verso gli altri

di Graziella Favaro08 novembre 20193 minuti di lettura
Contro l'odio, per una classe gentile | Giunti Scuola
Che ne dite di mettere sulla porta dell’aula un’immagine, un logo realizzati dagli alunni, con la scritta “Questa è una classe gentile”, o “una classe de-bullizzata”? Si può partire da qui per celebrare la giornata della gentilezza che si dilata fino a diventare anno e attenzione quotidiana.
La scuola, luogo vivo di relazioni e scambi, è l’ambito privilegiato per educare al rispetto, alla condivisione e al riconoscimento reciproco. Con le parole e i gesti, con competenza e attenzione. Piccoli e quotidiani gesti di discriminazione e parole che offendono vengono spesso riferiti dai bambini e dai ragazzi che, per varie ragioni, appaiono più vulnerabili e più fragili. Possiamo cercare di contrastare questa situazione attraverso un’educazione alla responsabilità di ciascuno e sollecitando atteggiamenti e gesti gentili. Le minute e quotidiane azioni individuali, anche quelle che sembrano a prima vista poco significative, possono produrre cambiamenti impensati nei comportamenti e negli atteggiamenti. La gentilezza è cura e attenzione, sguardo oltre il proprio piccolo recinto e ascolto della voce degli altri. Ecco allora nel giorno della gentilezza un piccolo manifesto per una classe “sufficientemente gentile”.

 

Piccolo manifesto della gentilezza 

Mio, tuo, nostro. Attenzione allo spazio di tutti
Possiamo abbellire lo spazio nel quale passiamo gran parte della giornata, grazie alle idee di tutti, renderlo accogliente e fare in modo da sentirlo proprio; aver cura degli oggetti di uso collettivo, metterli in comune, condividerli.

Pietre e piume. Parole appuntite, parole gentili
Aver cura delle parole e bandire dal vocabolario quelle ostili. Moltiplicare le parole gentili per salutarsi, chiedere scusa, ringraziare. Ampliare e articolare il lessico che dà voce alle emozioni e agli stati d’animo. Sul sito Parole ostili si può scaricare il Manifesto della Comunicazione non ostile

Ora tocca a te. In ascolto e in silenzio
Rispettare i turni di parola e lasciare il tempo anche agli altri di dire. Stabilire una sorta di misuratore di decibel per allenarci a non alzare la voce e gridare senza necessità. Imparare a esplorare i toni della voce e ad ascoltare in silenzio.

Io so fare, tu sai fare. Talenti da mescolare
Includere nel gioco e nei momenti informali anche i compagni più timidi e coloro che stanno in disparte. Organizzare attività da fare insieme, in maniera cooperativa, valorizzando i saperi e i talenti.

Vieni, ti accompagno
Assumere il ruolo di compagno accogliente e accompagnare i bambini appena arrivati e ancora disorientati. Organizzare attività per i più piccoli che entreranno nella scuola primaria.

Come va? Nei panni/nelle scarpe degli altri
Provare a mettersi per un momento nei panni degli altri, intravedere un altro punto di vista, un’emozione che anche noi abbiamo provato o potremmo vivere.

Sai che io vengo da… Ognuno ha la sua storia
Avere rispetto per la storia dei compagni, scambiare racconti che vengono da lontano, avere curiosità per abitudini, alfabeti e scritture diversi.

Un gesto e una parola al giorno
La gentilezza diventa un’abitudine fatta di gesti e parole. E il logo sulla porta dell’aula ce lo ricorda.

 

Due video senza parole per parlare di gentilezza

Possiamo parlare di gentilezza, agita, concreta, immediata, proponendo ai bambini due bellissimi video. Brevi e senza parole, sono più efficaci di molti discorsi.

 

Il bambino senza merenda e la reazione dei compagni

Il video è stato promosso dal Governo della Norvegia e realizzato dall’agenza Kitchen con il motto “Le soluzioni sono spesso più vicine di quanto si pensi”. Ha avuto milioni di visualizzazioni.

Foto di apertura: “Giornata mondiale della gentilezza” fornita da Istituto Comprensivo di Bereguardo.
 

 

 
 
 
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