Feste di primavera: è tempo di Mărţişor

Primavera in arrivo o in ritardo? Dalla Romania una tradizione per salutare la stagione delle rinascite il 1° marzo. Proposte didattiche per la classe multiculturale

di Lorenzo Luatti22 febbraio 20244 minuti di lettura
Feste di primavera: è tempo di Mărţişor | Giunti Scuola© Adobe Stock/Radila
 

Tra calendario e cambiamenti climatici

Ci sono feste e ricorrenze che non danno retta – mai ne hanno dato – ai calendari ufficiali. E forse neppure ne daranno ai cambiamenti climatici in atto . Prendiamo la Primavera.
Ogni Paese ha proprie particolarissime usanze per celebrare l’inizio della Primavera, ed anche date differenti, in genere anticipatarie l’inizio “canonico” della nuova stagione. Non l’Italia, per il vero, assai ligia al calendario: la primavera sulla “carta” sta per arrivare, ed insieme a lei si scatenano le feste lungo lo stivale, feste religiose, feste in costume, ma soprattutto sagre di primavera dedicate all’arte culinaria e non solo. È il 19 marzo, San Giuseppe, festa del papà e festa di primavera.
Alcuni paesi, come la Romania, festeggiano il primo giorno di primavera in buon anticipo: il 1° marzo. Vediamo come, quali le origini storiche e quali i rituali.

La rinascita della natura

È una festa unica, molto sentita dai bambini, le cui origini affondano nell’antichità, nella tradizione legata alle pratiche e credenze agricole. Il 1° marzo corrispondeva al nuovo anno: marzo era il protettore dei campi e del bestiame , un dio che impersonificava la rinascita della natura. Secondo i Traci, di cui facevano parte i Daci, gli attributi di marzo erano propri del dio Marsyas Silen, il cui culto era legato alla madre terra e alla vegetazione. Le feste di primavera, dei fiori e della fecondità della natura erano consacrate a questo dio.

Il mărţişor

Un mărţişor (martie-marzo, si pronuncia “martzisor”) è una finissima spiga formata da due fili intrecciati a forma di otto, uno bianco e l’altro rosso, simbolo di vita e purezza, ai quali viene attaccato un ciondolo, una figurina di legno o di metallo di buon augurio che diventa portafortuna. Si porta appeso al petto o al polso, per tutto il mese di marzo . Normalmente i mărţişoare vengono offerti alle donne con l’augurio di una primavera bella e soleggiata. Nei villaggi della Transilvania, il mărţişor rosso e bianco, di lana, era appeso alle porte, alle finestre, alle corna degli animali, ai recinti delle pecore, ai secchi dei manici, per allontanare gli spiriti malefici e per invocare la vita, la sua forza rigeneratrice, attraverso il rosso, il colore della vita stessa. Ai giorni nostri, tutti gli oggettini appesi con un filo rosso e bianco possono essere un mărţişor. Intorno a questa tradizione si è sviluppata tutta un’industria e le strade pedonali, come i marciapiedi delle città, a fine febbraio si riempiono di bancarelle e tavoli dove i venditori competono in creatività.

Ecco qualche idea.

 

Un ricordo, una leggenda

“I mărţişoare più belli – mi racconta un’amica romena – erano per la maestra e per le amiche del cuore. Ne avevamo tanti da donare e tanti ne ricevevamo, e subito li appendevamo ai nostri grembiuli. La maestra poi veniva sommersa di mărţişoare e di mazzetti di mughetti e violette . La vedevamo uscire da scuola affaticata con due borse grosse così! Da quando sono in Italia, questa usanza si è un po’ spenta, ma con la mia mamma ci regaliamo ancora il mărţişor”.
C’è una leggenda legata a un’eclissi all’inizio del millennio, ai tempi degli antenati dei Romeni, i Daci. Racconta che un giovane coraggioso si era recato a liberare il sole catturato da un drago. Dopo tre stagioni arrivò dove si trovava il drago, e combatterono. Il sangue colò sulla neve fresca, ed è da allora che il rosso e il bianco si intrecciano per combattere i mali dell’inverno e annunciare il ritorno alla vita della natura.

Proposte didattiche

  • La festa di Primavera è una ricorrenza presente in tutti i calendari del mondo e sembra essere fra le più antiche celebrazioni dell’umanità. Proponiamo ai nostri alunni più grandi di svolgere una ricerca sulle feste di Primavera , scegliendo tra quelle conosciute. Chiediamo di descriverle, facendosi aiutare dai loro genitori e dal web. Condividiamo in classe, evidenziando aspetti comuni e differenze.
  • I colori occupano uno spazio importante nella simbologia delle feste e assumono significati e valori diversi nelle varie culture e religioni (e cambiano nel tempo). In India si celebra Holi, nota come “la festa dei colori”, una delle più importanti festività (di Primavera) della religione induista. Si tratta, a ben vedere, di un tema ricchissimo di spunti e piste didattiche. Si può partire chiedendo ai bambini quali sono i loro colori preferiti (e se ve hanno di “antipatici”) fino raccogliere i colori rilevanti di alcune festività, esplorandone i diversi significati e simbologie.
 
 
 
 

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