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Ma tu, che lingua parli?

L’importanza dello scambio di lingue tra pari può far emergere nei bambini che hanno “subìto” la migrazione il desiderio di parlare nuovamente nella propria lingua madre.

di Angela Maltoni11 gennaio 20166 minuti di lettura
Ma tu, che lingua parli? | Giunti Scuola
Un gruppo classe “allargato” per giocare con le lingue

Molte volte, a scuola, per potersi inventare attività innovative e al tempo stesso utili a cogliere i reali bisogni dei bambini occorre individuare ma soprattutto cercare di mettere a frutto quelle situazioni particolari in cui si riesce a ricavare lo spazio per le diverse competenze di ogni insegnante. Quest’anno, approfittando del calo del numero degli iscritti in alcune classi dell’istituto – tra cui la mia e la parallela –, e della “casuale” convergenza di orario dell’insegnante specialista di lingua inglese (che conosce anche il francese), si è presentata l’opportunità di estendere le attività di plurilinguismo – già svolte con i miei bambini negli anni precedenti – anche alla classe parallela. Così, ogni giovedì, le due classi si riuniscono per un paio d’ore nella stessa aula e svolgono insieme attività in tante lingue diverse . L’iniziativa è stata accettata dai miei alunni con grande entusiasmo soprattutto perché avrebbe offerto l’opportunità di entrare in contatto con realtà linguistiche a loro sconosciute.

“Circle time” per condividere

Fin dal primo incontro, anche se alcuni di loro si conoscevano già per aver frequentato la stessa scuola dell’infanzia, la collaborazione si è rivelata proficua e la presenza di più lingue ha fatto la sua parte stimolando l’interazione e la conseguente riflessione metalinguistica. Man mano che si susseguivano gli incontri, sempre impostati in modo giocoso, ho potuto osservare come alcuni bambini – non solo di recente immigrazione – inizialmente tanto timidi da arrivare a negare la conoscenza della loro lingua d’origine , abbiano trovato poco alla volta il “coraggio” di condividerla con i compagni.
Le proposte, attentamente scelte e strutturate dal team, fin dal primo incontro hanno sempre preso avvio utilizzando il “circle time” per il “rito” dei saluti, conoscersi e cominciare così a condividere emozioni e sentimenti del momento. È stato interessante osservare il grado di curiosità mostrato dai bambini – in particolare quelli della mia classe, già abituati ad interagire con lingue diverse – e la naturalezza di quelli dell’altra classe nel lasciarsi subito trasportare in questa nuova avventura che punta soprattutto a valorizzare i diversi idiomi e le culture di tutti.

Letture per familiarizzare con le lingue

Gli incontri si sviluppano partendo dalla lettura di un libro di narrativa – quasi sempre in lingua straniera (inglese, francese o spagnolo) – e proseguono con un momento di riflessione collettiva sui termini emers i, confrontati con la propria lingua madre o con quella dei compagni. La presenza di un bambino cinese e di una bambina che parla in tamil incuriosisce moltissimo gli altri componenti del gruppo e rende ancor più interessante la ricerca delle parole chiave dei racconti. Per quanto riguarda il cinese utilizzo delle flashcard che presentano in modo semplice lo sviluppo di alcuni logogrammi, utilissime per agevolarne la scrittura.
Al termine del lavoro di lettura e di riflessione i bambini vengono impegnati in modo creativo, predisponendo in alcuni casi dei cartelloni di grandi dimensioni destinati poi a decorare gli spazi comuni della scuola. Ad ogni incontro, inoltre, ciascuno elabora una pagina in cui sono riportate alcune parole chiave nelle varie lingue in modo da costituire una documentazione del lavoro svolto che a fine anno verrà raccolta in un volumetto. Questa attività, essenzialmente di tipo linguistico, vede coinvolti tutti i bambini – seduti ai tavoli in piccolo gruppo – che collaborano tra loro scambiandosi le varie scritture nelle loro lingue d’origine.

In questi appuntamenti settimanali sono stati diversi i libri utilizzati, proposti quasi sempre in più lingue, con contenuti attenti all’intercultura e legati a temi quali le differenze o l’amicizia . Interessante, tra gli altri, la lettura de La grande fabbrica delle parole di Agnés de Lastrade in cui è sottolineata l’importanza delle parole ma anche dei sentimenti. Dopo la lettura c’è stato uno “ scambio-dono ”, volutamente casuale, di parole scritte su cartoncini colorati in tante lingue diverse, in cui ogni bambino ha “donato” e “ricevuto” due parole. Al termine del lavoro è stato necessario dare un “significato” a questo scambio e i bambini – votando i temi che sono emersi – hanno deciso di condividere parole di pace. I cartoncini sono poi stati incollati su fogli colorati e contornati con la parola chiave a disegnare una ragnatela o un ricamo.

Un'altra interessante proposta è stata l’ Historia de la resurrección del papagayo di Eduardo Galeano, letta e animata da una specialista madrelingua spagnola. In questo caso sono state volutamente evidenziate ai bambini tante parole, alcune già conosciute, altre molto simili a quelle delle lingue parlate o imparate a scuola. Hanno potuto così familiarizzare con un racconto tradizionale dell’America latina narrato da una persona proveniente dal Perù che ha saputo coinvolgere tutti i bambini, a prescindere dalla loro lingua madre, anche attraverso l’uso di marionette. Al termine è stata realizzata una casa con la tecnica dell’origami, completata con i diversi personaggi del racconto. Anche in questo caso le due classi si sono scambiate, scrivendole reciprocamente, alcune parole emerse durante la lettura.
Un altro libro, davvero molto gradito, è stato Un pesce è un pesce di Leo Lionni, letto in inglese e successivamente tradotto – con la collaborazione di tutti – in italiano. Qui, ad esempio, è emersa un’interessante discussione sul significato di essere diversi e avere proprie caratteristiche personali . Ognuno, in cerchio, è stato invitato ad indicare una sua peculiarità e successivamente a disegnare il proprio autoritratto e a scrivere una breve presentazione nella lingua che più gradiva. Successivamente sono state creati – sempre con la tecnica dell’origami – un pesce e una rana che sono andati a decorare un disegno rappresentante l’ambiente di vita di questi animali. Come ogni volta, il tutto è stato completato dall’individuazione e dalla scrittura di alcune parole chiave del racconto.
Al termine di questa interessante attività c’è sempre la ricreazione, con i bambini delle due classi che giocano insieme cementando vecchie amicizie e creandone nuove.

 
 
 
Scuola primariaEducazione civica

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