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Il buio si arrampica… parlare ai bambini dei fatti di Parigi tenendo la porta aperta

Come parlare ai bambini dei mali del mondo? È difficile trovare le parole e cercare di rispondere alle loro domande quando noi stessi siamo sovrastati dalle domande. Ma il silenzio è la scelta peggiore. 

di Redazione GiuntiScuola15 novembre 20152 minuti di lettura
Il buio si arrampica… parlare ai bambini dei fatti di Parigi tenendo la porta aperta | Giunti Scuola

Dopo i fatti drammatici di Parigi che ci vedono sgomenti e ammutoliti, in cerca di spiegazioni che non possiamo trovare di fronte ad atti di disumanità priva di senso, ci troviamo ancora una volta a dover parlare ai bambini dei mali del mondo. Quali domande si pongono, e ci pongono? Quali fantasmi trovano posto di fronte all’incomprensibile follia degli uomini? Quali risposte possiamo cercare di dare?

Vogliamo offrire alcuni suggerimenti e proposte tratti dalle pagine o dai siti, consapevoli che il silenzio è la peggiore delle scelte. Perché il silenzio ingigantisce ulteriormente l’orrore e lo rende invincibile . E permette al buio di arrampicarsi sulle tende e di entrare dentro casa e dentro il cuore, come scrive di seguito Sara. E bene ha fatto il MIUR a invitare le scuole e le università a dedicare almeno un’ora alla riflessione e allo scambio : “I nostri ragazzi hanno il diritto di sapere, di sconoscere la storia e di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore”. E a condividere la parola d’ordine “Porta aperta”, lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attentati terroristici per offrire un riparo a chi era terrorizzato. “Porta aperta” deve essere anche la nostra risposta educativa. Non possiamo chiuderci nelle nostre paure, ma dobbiamo rivendicare con forza il diritto alla libertà e alla convivenza nel reciproco rispetto. E comunicare questo ai bambini.

Di seguito, quindi, alcuni articoli, strumenti o post che possono aiutarci a riflettere.
Ma prima vogliamo diamo voce ai bambini che si raccontano e ci raccontano il mondo dal loro punto di vista con due poesie tratte dal libro Ma dove sono le parole? a cura di Livia Chandra Candiani e Andrea Cirolla, particolarmente pregnanti e adatte alla circostanza.

Il buio si arrampica

Il buio si arrampica
sulle mie tende
e fa scattare
l’antifurto della malinconia.
(Sara, otto anni)

Quello che resta

Nel mio paese resta ancora la guerra
resta la morte e la paura.
Quando lascio i miei amici
mi resta la loro delicatezza.
Quello che resta del mondo nel mio cuore
è felicità e tristezza.
(Baraa, dieci anni, siriana)

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