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Spezziamo il pregiudizio! Libri, lettere e piante in classe

La storia di Liliana Segre, l'analisi del "virus" del pregiudizio, la cura di piantine che simboleggiano valori: questo e molto altro in un laboratorio in una primaria. Di Milvia Bonadiman e Sara Marchesini (CESTIM) 

di Redazione GiuntiScuola17 aprile 20194 minuti di lettura
Spezziamo il pregiudizio! Libri, lettere e piante in classe | Giunti Scuola

Il Cestim (Centro Studi immigrazione) ha realizzato il laboratorio Spezziamo il pregiudizio! in una classe quarta di scuola primaria di Verona inserita in un contesto sociale diversificato, con situazioni talvolta difficili. Il percorso si è svolto tra dicembre 2018 e marzo 2019 nell’ambito del progetto “Osservatorio Regionale Antidiscriminazione” della Regione Veneto.

A partire da storie e immagini

Con l’obiettivo di lavorare sui concetti di identità, stereotipo e pregiudizio bambine e bambini sono stati accompagnati lungo un percorso caratterizzato da tre nuclei tematici:

- la lettura di storie di fantasia ( In una notte di temporale di Yuichi Kimura); la scoperta di storie tratte dalla vita reale (la storia di Liliana Segre) e la visione del cortometraggio The lunch date di Adam Davidson. Attraverso i racconti e le immagini , i bambini hanno riflettuto sul significato di pregiudizio e stereotipo, e su come questi possono incidere sull'esistenza delle persone fino a cambiare la percezione del mondo che ci circonda, influenzando profondamente le nostre opinioni;

- la presa di coscienza, singolarmente e in gruppo, attraverso l'utilizzo di giochi di ruolo, di che cosa significhi subire un pregiudizio o farlo subire agli altri;

- la scoperta di storie di resistenza al pregiudizio e di gesti messi in atto da persone qualunque, che sono però state in grado di cambiare in parte la Storia (Liliana Segre, Rosa Parks e il gelataio Francesco Tirelli). Questi personaggi hanno ispirato bambine e bambini nel creare un antidoto contro il temibile virus del pregiudizio.

Come piccoli storici, i bambini hanno scoperto storie di coraggio e di resistenza.

Il virus del pregiudizio e i suoi antidoti

Momento centrale del laboratorio è stato il lavoro dei piccoli scienziati che, armati di metodo e strumenti necessari per una buona ricerca scientifica, hanno studiato il virus del pregiudizio, analizzandone le origini e le cause, le forme e gli effetti tra le persone. Rifornita di buste con materiali diversi (termini da conoscere e analizzare, e schedari per intervistare i compagni) e armata di dizionari, ogni équipe ha lavorato sul proprio tema creando un cartellone da presentare poi ai compagni. In un altro cartellone, bambine e bambini hanno poi rappresentato col disegno la boccetta per l'antidoto al pregiudizio, preparandolo con diversi ingredienti da scegliere tra i tanti messi a loro disposizione, compresi alcuni intrusi: solidarietà, uguaglianza, conoscenza, dignità, rispetto, coraggio, superficialità, arroganza, ignoranza, intolleranza, paura. Alcuni termini-ingrediente sono stati nominati dai bambini stessi, durante le fasi di riflessione sulle letture e sulle storie, altri sono stati messi a loro disposizione per essere analizzati attraverso l'uso dei dizionari.

Come piccoli scienziati, hanno analizzato il temibile virus del pregiudizio per ricercarne poi un efficace antidoto

Una lettera e la cura di una pianta

I bambini hanno anche scritto una lettera a catena indirizzata a Liliana Segre, nella quale le raccontano di ciò che hanno scoperto assieme durante il laboratorio. La lettera è stata spedita a conclusione della mostra che si è tenuta giovedì 11 aprile e nella quale i bambini hanno presentato i lavori realizzati ai compagni di scuola e alle famiglie.

Alla fine di questo lungo percorso, si è scelto di lasciare un incarico importante ai bambini: divisi in coppie, si dovranno occupare di custodire e prendersi cura di una piantina loro affidata, da tenere in classe, a simboleggiare i diversi valori da preservare dell’antidoto contro il virus del pregiudizio, e in ricordo del percorso svolto.

In allegato: la lettera a Liliana Segre

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