Il mondo dalla finestra: in ricordo di Mario Lodi

“Mi alzai e andai in mezzo a loro a guardare il mondo dalla finestra": a sei anni dalla sua scomparsa, ricordiamo Mario Lodi, grande maestro di bambini e di adulti

di Roberto Lovattini02 marzo 20203 minuti di lettura
Il mondo dalla finestra: in ricordo di Mario Lodi | Giunti Scuola
“Mi alzai e andai in mezzo a loro a guardare il mondo dalla finestra”, questo è il messaggio che Mario Lodi ci ha trasmesso sino all’ultimo giorno della sua lunga ed esaltante esperienza umana. Sono trascorsi sei anni da quel 2 marzo 2014 nel quale ricevemmo la triste notizia della sua morte.
Tutti noi abbiamo sempre visto in lui la prova vivente che era possibile fare scuola senza finire ingabbiati nella burocrazia e nella consuetudine. Purtroppo la scuola di oggi ha perso per strada il progetto che lui e tanti altri maestri e maestre avevano cercato di costruire.
La scuola del Maestro Mario, attraverso le sue esperienze didattiche concrete, era una scuola a misura di bambino e che partiva dalla vita reale del bambino.
Potrei citare tante tecniche di scuola attiva ancora valide, che Lodi ha contribuito a diffondere: Piano di Lavoro, testo libero, uso del registratore, stampa dei giornalini, conferenze, ecc…
Mario Lodi non sbandierava le sue profonde conoscenze e preferiva fare domande agli altri e ascoltare piuttosto che fornire la sua verità o la sua ricetta.
 

Per gli educatori niente è impossibile

 

Vorrei ricordarlo lasciando spazio alle sue parole:

Dopo oltre mezzo secolo la realtà è ben diversa: la Costituzione, anche se studiata, non è applicata. La società è degradata: abbondano episodi di violenza gratuita, di vandalismo, di bullismo; siamo diventati un popolo diffusamente menefreghista e indifferente. La televisione in questo mezzo secolo ha contribuito a diffondere disvalori come l’apparire, la fama, la visibilità, il denaro. Può la scuola recuperare valori autentici, rapporti d'amicizia, di reciproca stima, di collaborazione come una piccola società dove vige il rispetto dell’altro? Io penso che per gli educatori autentici niente è impossibile

(Continua a leggere su Casa delle Arti e del Gioco – Mario Lodi )

 

La felicità è un fine

 

Inoltre mi piace ricordare un altro brano tratto da Cominciare dal bambino. Scritti didattici, pedagogici e teorici (Einaudi Torino, 1977), dove Mario, tra i fini della comunità che si costruisce a scuola, cita la felicità . Ecco il brano:

I princìpi sui quali ho fondato l’attività delle mie scolaresche in tutti questi anni tendono a realizzare una comunità in cui i bambini si sentano uguali, compagni, fratelli; essi non avvertono e non hanno al di sopra uno che li comanda e li umilia, ma un maestro che li guida alla esplorazione della vita. In questo tipo di comunità ovviamente non c'è il voto e nessun altro timore. C'è invece la motivazione a tutto ciò che si fa. E tra i fini dell’attività c’è quello della felicità.
Perché dobbiamo vivere tutta la vita, in famiglia, a scuola, in fabbrica, sempre con la paura dentro e qualcuno al di sopra che ci comanda, ci umilia e ci impedisce di realizzare noi stessi?

 

Ricordiamo Mario Lodi, rivedendo anche una videointervista al grande maestro in occasione dell'uscita del suo libro C'è speranza, se questo accade al Vho .

 

 

Grazie Mario! Grazie per tutto quello che hai fatto e del tuo insegnamento!

 

La foto è tratta dalla videointervista C'è speranza, se questo accade al Vho.

 

 
 
 

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