La motivazione non basta

Nell’apprendimento dell’italiano L2 la spinta degli alunni è la benzina che accende il motore e rende possibile l’acquisizione. Ma altrettanto importanti sono la chiarezza e la consapevolezza rispetto ai traguardi e alle mete che disegnano il cammino. Di Giovanna Masiero e Maria Arici

di Redazione GiuntiScuola30 aprile 20193 minuti di lettura
La motivazione non basta | Giunti Scuola

Se per i bambini la scuola fosse come la sorpresa nelle patatine…

C’erano una volta, e forse ancora ci sono, bolle di plastica trasparente dentro ai sacchetti di patatine. Queste bolle contenevano una sorpresa; oggi sono per lo più sostituite da piccoli sacchetti colorati, o altri contenitori fantasiosi, ma tutti pensati per contenere un regalo. La presenza della sorpresa motiva all’acquisto e direziona la scelta, forse più del sapore del sale o del piacere del croccare sotto i denti.

Non è tanto l’oggetto contenuto nella sorpresa a stuzzicare, quanto piuttosto la sorpresa in sé : un mix di attesa, aspettativa, movimenti di mani e suoni, l’ingegno nell’aprire in fretta i diversi contenitori. Volendo trovare una parola “tecnica” per tradurre tutto questo, diremmo motivazione.

La motivazione è il motore che attiva gli emisferi cerebrali, il cuore e tutti i sensi che ci servono per portare tutta l’attenzione verso qualcosa. È la benzina che accende il motore dell’apprendimento. Essenziale, fondamentale, irrinunciabile.

Nell’apprendimento delle lingue seconde, la motivazione sta in coda a un processo naturale descritto come: input – interazione – motivazione, cioè prima bisogna aver la possibilità di sentire la lingua , secondo di provare a usare la lingua e, last but not least , di essere motivato a “permettere” che questo processo si attivi .

È importante ricordare questo a scuola: non basta assaporare le parole, croccarle e masticarle, il tempo dedicato alla “sorpresa” va coltivato con cura e passione, va attivato e sostenuto.

 

Se per gli insegnanti la classe fosse come una scatola di sardine…

Girando per i mercati del mondo pochi oggetti del quotidiano sono così fantasiosi come le scatole di sardine. I colori, i disegni, i loghi sono vivaci e vari. Raccontano culture e tradizioni senza bisogno di tante parole. Anche perché, se si compie una ricerca con un traduttore on line, “sardina” si ritrova nel suono e nella scrittura di tutte le lingue , con poche variazioni, e difficilmente quindi ci si può sbagliare sul contenuto di queste scatole di latta.

Più della varietà dello scatolame colpisce il fatto che, una volta aperta la scatola, il contenuto si presenta sempre allo stesso modo. Le sardine stanno lì, tutte belle ordinate , testa-coda, coda-testa, testa-coda, coda-testa… l’ordine, il ritmo, la sicurezza, la rilassatezza.

Visti da questa prospettiva possiamo dire che anche i contenuti e i nuclei fondanti della scuola sono sempre gli stessi: in classe si impara a scrivere, a leggere, a studiare, a raccontare, a fare calcoli, a fare e farsi delle domande, a risolvere problemi… Questo ordine e questa chiarezza sono fondamentali , orientano il percorso verso una meta comune. Gli esiti possono essere diversi e i tempi per raggiungere la meta pure, ma si percorre tutti lo stesso cammino.

Nell’insegnamento delle lingue seconde o di scolarizzazione, l’abilità sta nel creare strutture sempre diversificate per esercitare le stesse abilità e competenze nelle diverse lingue. Al bisogno di creatività corrisponde il rigore del ritmo e delle routine . Si mira a cercare un equilibrio tra le due componenti, scatola fantasiosa e contenuto ordinario … e così che ogni scatola di sardine appare stra-ordinaria!

 
 
 
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