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"Miti scolastici", seconda parte: la collegialità

Solo nella scuola primaria sono previste due ore settimanali da dedicare alla progettazione collegiale, in un contesto in cui manca adeguata formazione e non vengono considerate le dimensioni spazio-temporali all’interno delle quali si dovrebbe operare

di Mario Maviglia24 maggio 20192 minuti di lettura
"Miti scolastici", seconda parte: la collegialità | Giunti Scuola

La collegialità è un mito che attraversa la scuola italiana da almeno 45 anni, ossia da quando sono stati istituiti gli organi collegiali della scuola nel 1974 con il DPR 416. Questa parola d’ordine è pressoché presente in tutta la letteratura ministeriale di questi ultimi quattro decenni e ha fortemente influenzato (almeno sulla carta) la definizione del profilo docente della scuola italiana , anche sul piano contrattuale. Non a caso il CCNL 2006-2009 esplicitamente statuisce che “ la funzione docente si esplica nelle attività individuali e collegiali ”. E infatti “ i docenti, nelle attività collegiali, attraverso processi di confronto ritenuti più utili e idonei, attuano e verificano… il piano dell’offerta formativa ” (art. 26).

Eppure, a fronte di una così ampia e convinta letteratura, la dimensione della collegialità appare una delle meno curate del profilo docente . I meccanismi di formazione iniziale e di selezione del personale docente non prevedono verifiche esplicite sul possesso di capacità riferibili a questa dimensione, anche se i futuri insegnanti saranno inseriti in una struttura lavorativa che prevede esplicitamente l’esibizione di capacità di questo tipo. È come se un’azienda caratterizzata da un’organizzazione del lavoro centrata sulla dimensione collegiale e gruppale non si preoccupasse – nella fase di assunzione del personale – di verificare la presenza di queste capacità nei candidati.

Ma anche per i docenti che fanno già parte stabilmente della struttura scolastica non sembra esserci una particolare cura della dimensione collegiale , se intendiamo con questa espressione la capacità di lavorare insieme ad altri colleghi, di analizzare in forma comune i problemi e di individuare delle soluzioni, di condividere prospettive, progetti e linee d’azione.

Da una parte non si comprende in che modo l’istituzione scolastica si preoccupi di formare i propri addetti affinché siano in grado di operare in questi termini; dall’altra non vengono considerate le dimensioni spazio-temporali all’interno delle quali dovrebbe essere agita la collegialità .

Detto in altri termini: in quali momenti significativi e formalizzati i docenti hanno la possibilità di confrontarsi, interagire e assumere decisioni collegialmente? Solo nella scuola primaria sono previste due ore settimanali da dedicare alla progettazione collegiale, mentre negli altri gradi scolastici questa esigenza dovrebbe essere soddisfatta nell’ambito delle 40+40 ore annue. Ossia: gradi affermazioni di principio, ma scarsi piani operativi.


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