Multicultura

Osservatorio Scuola Primaria • Anteprima novembre 2011

Scuola: sarà trascurata dal nuovo ministro?

Dopo l&rsquo;introduzione dell&rsquo;educazione motoria svolta da insegnanti specialisti nella scuola primaria, un disegno di legge presentato al Senato prevede l&rsquo;istituzione di scuole dell&rsquo;infanzia a indirizzo musicale (DDL 492, primo firmatario sen. Pirondini). Opportunamente il relatore sottolinea che finora una sorta di miopia politica non ha sufficientemente sostenuto la conservazione e lo sviluppo di un patrimonio artistico, come quello musicale, e di un potenziale umano di cui va storicamente e giustamente fiero il nostro Paese.

L&rsquo;istituzione di scuole dell&rsquo;infanzia a indirizzo musicale dovrebbe colmare questa lacuna e (come prevede la proposta) dovrebbe rendere i bambini meno aggressivi e pi&ugrave; motivati all&#39;apprendimento, condividendo spazi, suoni e silenzi, e sviluppando la capacit&agrave; di aggregazione e socializzazione, in accordo con gli studi di pedagogia pi&ugrave; avanzati.

L&rsquo;organico dei docenti di educazione musicale dovrebbe essere determinato in ragione di almeno cinque ore settimanali di insegnamento, con l&rsquo;equiparazione dello stato giuridico ed economico di tali docenti agli altri insegnanti di scuola dell&rsquo;infanzia, anche se &ndash; contraddittoriamente &ndash; la proposta sottolinea che dall&#39;attuazione della legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Queste innovazioni ci lasciano molto perplessi per una serie di ragioni.

Innanzi tutto l&rsquo;introduzione di &ldquo;specialismi&rdquo; curriculari rischia di trasformare le scuola dell&rsquo;infanzia in licei in miniatura. Infatti, a rigor di logica, potrebbero essere avanzate ulteriori proposte di istituzione di scuole dell&rsquo;infanzia a indirizzo scientifico, o matematico, o artistico, o sportivo ecc., in uno rincorsa verso lo specialismo.

In secondo luogo, le norme riguardanti l&rsquo;autonomia scolastica (art. 8 DPR 275/1999 e DM 28/12/2005) prevedono gi&agrave; la possibilit&agrave; per le istituzioni scolastiche di rendere flessibile il loro curricolo (nell&rsquo;ambito del 20% della quota oraria loro riservata) per realizzare compensazioni tra discipline, per introdurre nuove discipline o per caratterizzare in modo peculiare il curricolo di scuola, oltre che per rispondere a particolari esigenze locali.

In terzo luogo, una caratterizzazione specialistica del curricolo (come sembrerebbe emergere dal DDL in questione) rischia di inserire precocemente i bambini di 3-6 anni in percorsi disciplinari fortemente strutturati, mettendo in crisi l&rsquo;impostazione unitaria del curricolo, cos&igrave; come delineata dalle Indicazioni Nazionali del 2012.

Su un aspetto il DDL ci trova d&rsquo;accordo, ossia la necessit&agrave; di investire sulla formazione dei docenti in campo musicale, in modo particolare sulla didattica musicale, tenendo conto per&ograve; che l&rsquo;obiettivo della scuola dell&rsquo;infanzia, aperta a tutti, non &egrave; tanto quello di individuare i talenti musicali, ma di far scoprire ai bambini (a tutti i bambini), come sottolineano le Indicazioni Nazionali 2012, &ldquo;il paesaggio sonoro attraverso attivit&agrave; di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti&rdquo;, oltre che far loro &ldquo;sperimentare e combinare elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali&rdquo;, e infine a stimolarli a &ldquo;esplorare i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.&rdquo;

Pi&ugrave; che trasformare la scuola dell&rsquo;infanzia in un set per talent show, si investa per fornire a tutti i bambini un&rsquo;educazione musicale di base adeguata all&rsquo;et&agrave;.

Scuola dell’infanzia e indirizzi curriculari specifici