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Primaria alle prove Invalsi 2024: Inglese bene, Italiano e Matematica meno

Una lettura dei dati (per ora solo delle scuole campione) e approfondimenti didattici sulle discipline

di Paolo Mazzoli18 luglio 20241 minuto di lettura
Primaria alle prove Invalsi 2024: Inglese bene, Italiano e Matematica meno | Giunti Scuola© Adobe Stock/New Africa

In un piccolo villaggio vivevano due streghe gemelle, Anna e Berta, uguali come due gocce d’acqua. L’unica differenza tra loro era che Anna amava la pioggia, mentre Berta avrebbe voluto che splendesse sempre il sole”.

La deliziosa storia delle streghe gemelle Anna e Berta è il testo sul quale è centrata la prova Invalsi di italiano che i bambini delle classi seconde hanno affrontato lo scorso 7 maggio.

Prima di fornire il consueto quadro di sintesi dei risultati Invalsi della scuola primaria vorrei invitare insegnanti e genitori a leggere la storia delle due streghe e a dare un’occhiata alle 14 domande che Invalsi ha formulato per scandagliare il livello di comprensione dei bambini. È un ottimo pretesto per rispondere alla consueta domanda che ogni anno diversi insegnanti si fanno: “una prova del genere non è troppo difficile per bambini che hanno imparato a scrivere da poco più di un anno?”

Vediamo allora un po’ più da vicino il brano delle due streghe Anna e Berta.

Il testo completo, tratto da una favola della scrittrice tedesca Jutta Richter, è lungo quasi due pagine, anche se è stampato con caratteri grandi (l’equivalente del font “calibri 16”), per un totale di 460 parole.

Il suo indice di leggibilità Gulpease è 62, un valore che caratterizza un testo non facilmente comprensibile da un adulto che abbia frequentato la scuola fino alla quinta primaria. Quindi sì, se fosse un testo da proporre a una singola classe di alunni, sarebbe effettivamente un brano abbastanza impegnativo. Mi spingo anche a dire che, prescindendo dal contenuto, potrebbe essere proposto anche ai ragazzi di una scuola superiore per verificarne la preparazione in lettura. Certo, in questo caso, alcune domande potrebbero perfino risultare provocatorie in quanto troppo banali (“Chi ama il sole?”, “Chi ama la pioggia?”). Ma, nel suo insieme, il testo fornirebbe una misurazione utile quanto meno del livello di competenza degli studenti più deboli.

Per quale motivo, allora, proporre un testo del genere?

Perché lo scopo della prova Invalsi è quello di dare una misura della capacità di comprensione di tutti gli alunni italiani di seconda primaria (parliamo di 470.000 bambini) e non di un gruppo di 20-25 bambini di un particolare contesto. Tra questi ce ne sono molte migliaia perfettamente in grado di comprendere in profondità il testo, e quindi di rispondere agevolmente a tutte le domande della prova, e altrettanti che fanno fatica anche a rispondere alla domanda “Chi ama il sole?” (Anna o Berta?).

Ecco allora che, quando ogni insegnante esaminerà i risultati dei propri alunni avendo davanti a sé il fascicolo di ognuno di loro, avrà informazioni che, da solo, non potrebbe in alcun modo avere. Potrà trovare una risposta a domande del tipo: “i miei alunni comprendono la lingua più o meno di quanto la comprendono gli altri alunni italiani?”; “le bambine e i bambini più avanti nella lettura sono in grado di cogliere anche gli aspetti più nascosti del testo?”; “quelli più in difficoltà si collocano tutti nella fascia più bassa?”.

In altri termini ogni insegnante potrà confrontare la propria valutazione con quella che scaturisce da una “prova standardizzata”: costruita, cioè, per fornire una misura della capacità di comprensione di un testo non dipendente né dal contesto né dalla persona che l’ha corretta e in grado di misurare la qualità della comprensione su una scala ampiamente validata sul campo.

 

Come è andata la scuola primaria?

Tra i tanti sistemi per rappresentare i risultati alle prove Invalsi scelgo quelli un po’ meno colorati e suggestivi ma ugualmente significativi: l’andamento del punteggio medio nazionale negli ultimi 6 anni, dunque dal 2019 al 2024.

Da questi grafici appare subito che le linee relative all’italiano e alla matematica (sia di seconda che di quinta classe) hanno una forma “a cucchiaio” come quello riportato sul grafico relativo alla prova di matematica nelle classi seconde. Lungo questa specie di cucchiaio i valori più alti sono, a seconda dei casi, quelli relativi al 2019 o al 2021 mentre i valori degli ultimi tre anni (dal 2022 al 2024) sono sempre al di sotto. Qualitativamente potremmo dire che nelle prove di italiano e matematica le cose sono andate bene fino alla pandemia o al 2021 (che quindi costituisce un’eccezione, come se non ci fosse stata la pandemia) e poi sono scivolate a un valore più basso e non riescono a risollevarsi significativamente.

In realtà un lieve miglioramento c’è stato, proprio quest’anno, ma la sua entità non consente di ritenerlo statisticamente significativo. Voglio sperare che l’anno prossimo questa tendenza si confermi ritornando ai valori più lusinghieri di qualche anno fa.

Diverso è il discorso per le due prove di inglese che si svolgono solo in quinta classe. I grafici relativi alla comprensione dell’inglese in lettura e in ascolto si presentano infatti come una linea spezzata, complessivamente crescente, che assume il suo valore massimo proprio in corrispondenza delle prove di quest’anno. In termini assoluti siamo arrivati al conseguimento del livello A1 da parte del 95% dei bambini nella lettura e dell’86% nella comprensione orale.

C’è poi l’antico problema dell’equità che continua a presentarsi, insistentemente, nelle regioni del sud sia in seconda classe che in quinta.

Cosa vuol dire in termini semplici? Che soprattutto nelle regioni delle macro-aree Sud e Sud e Isole, i bambini più preparati, o più seguiti, vengono iscritti soprattutto in certe scuole e in certe sezioni creando scuole e classi privilegiate. Questo fenomeno fa sì che i bambini con maggiori difficoltà, individuali e familiari, sono maggiormente presenti in scuole e classi con altri bambini in condizioni simili (“segregazione scolastica”).

 

Che conclusioni se ne possono trarre? Come intervenire?

Vorrei ora offrire alcuni spunti di lavoro per migliorare gli apprendimenti sulla base dei risultati Invalsi.

Va subito chiarito, a questo proposito, che i risultati che sono usciti lo scorso undici luglio sono soltanto quelli riferiti alle scuole campione e sono aggregati per macro-area geografica e per regione. Sono dunque dati specificamente destinati a indirizzare le politiche pubbliche nazionali e regionali ma non consentono di intervenire a scuola con i propri alunni. Non è raro infatti il caso in cui i risultati di una scuola si discostino anche di molto da quelli regionali e nazionali.

Inoltre per intervenire didatticamente in modo differenziato è necessario disporre di dati analitici di ogni singola classe e di ogni alunno. Se, ad esempio, in una scuola vi sono classi o discipline che presentano anomalie particolari, in positivo o in negativo, si potranno realizzare progetti mirati per sostenere le situazioni di debolezza e prendere spunto dalle situazioni più positive.

Com’è consuetudine da diversi anni, la restituzione alle scuole dei risultati Invalsi avverrà nei primi giorni di settembre. Le considerazioni e le proposte che seguono sono quindi espresse immaginando che la situazione della singola scuola sia più o meno in linea con il dato nazionale.

 

Approfondimento didattico per il miglioramento in italiano

Se i risultati nella prova di Italiano delle classi seconde destano qualche preoccupazione – per esempio in presenza di una percentuale superiore al 30% di alunni collocati nelle fasce 1 e 2 – si tratterà di rafforzare il lavoro sull’ascolto e la comprensione del testo durante il triennio che va dalla terza alla quinta classe.

Se, invece, sono deboli i risultati delle classi quinte, il lavoro dovrà coinvolgere le classi di scuola secondaria di primo grado dove si sono iscritti gli alunni.

Questo lavoro potrà intrecciarsi alla normale didattica oppure rivolgersi con particolare attenzione agli alunni che presentano i risultati più bassi.

Sulla sezione riguardante la riflessione linguistica risulta particolarmente utile individuare i quesiti sui quali i bambini hanno incontrato particolari difficoltà. Ad esempio quest’anno potrebbe essere interessante verificare quanti alunni hanno risposto correttamente alla domanda C1 sui soggetti con compiono, o non compiono, l’azione espressa dal verbo cui sono riferiti.

Si tratta infatti di una domanda che mette in evidenza una competenza grammaticale rilevante: la capacità di cogliere la natura della relazione tra soggetto e verbo.

Image | Giunti Scuola

Approfondimento didattico per il miglioramento della matematica

L’esame dei risultati Invalsi di Matematica, diversamente dall’Italiano, consente di individuare con una maggiore precisione gli ambiti concettuali sui quali porre maggiore attenzione. D’altra parte anche le Indicazioni nazionali di matematica sono strutturate in un insieme di “tematiche portanti” per la progettazione curricolare:
a) Numeri;
b) Spazio e figure;
c) Dati e previsioni;
d) Relazioni e funzioni.
Un prezioso strumento per organizzare il lavoro di approfondimento dei risultati Invalsi di matematica è dato dalla Guida alla lettura della prova di matematica. Una documentazione completa e piena di spunti didattici per ciascuna delle domande Invalsi di seconda e di quinta classe.

Image | Giunti Scuola

Nella figura tratta dalla Guida di quest’anno per la classe quinta è riportata la scheda relativa alla domanda D1 dove sono presenti, non solo l’ambito prevalente e la dimensione cognitiva maggiormente implicata nella domanda, ma anche una serie di commenti e alcuni esempi con le risposte e i tentativi di soluzione originali dei bambini.

Non è possibile in questa sede fornire un quadro completo delle piste di lavoro che si potrebbero intraprendere ma è certamente utile incominciare dalle schede di approfondimento riportate nella Guida dei quesiti ritenuti maggiormente significativi o che hanno comportato maggiori difficoltà. Spetta ai docenti poi valutare quali argomenti possano costituire un valido spunto per modificare e integrare la propria didattica.

Aggiungo, per concludere, che anche senza disporre del testo dei quesiti (come avviene per le prove Invalsi della scuola secondaria di primo e secondo grado) è possibile analizzare i dati di scuola, di classe e dei singoli alunni per realizzare progetti di recupero mirato, e di supporto alle situazioni di eccellenza, sulla base al punteggio di ogni studente che si trova nella sezione “microdati” dell’area Invalsi riservata alle scuole. Il lavoro puntuale rivolto a singoli alunni, o a piccoli gruppi di alunni di livello simile, è uno degli strumenti più promettenti per il contrasto della dispersione scolastica esplicita e implicita.

GRAFICI SUI RISULTATI INVALSI DEL 2024 - CLASSI SECONDE E QUINTE DELLA SCUOLA PRIMARIA

Image | Giunti Scuola

Classe 2ª. Andamento in italiano dal 2019

Image | Giunti Scuola

Classe 2ª. Andamento in matematica dal 2019

Image | Giunti Scuola

Classe 5ª. Andamento in italiano dal 2019

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Classe 5ª. Andamento in matematica dal 2019

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Classe 5ª. Andamento in inglese reading dal 2019

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Classe 5ª. Andamento in inglese listening dal 2019

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Le percentuali indicano in che misura i risultati Invalsi dipendono dalla scuola che si frequenta (rosso) o dalla classe (marrone)