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L'immigrazione raccontata ai ragazzi

Una mostra, un catalogo, un invito alla lettura: Lorenzo Luatti fa il punto sull'immigrazione raccontata ai più piccoli.

di Redazione GiuntiScuola13 febbraio 20123 minuti di lettura
L'immigrazione raccontata ai ragazzi | Giunti Scuola

Lorenzo Luatti (a cura di), L’immigrazione raccontata ai ragazzi , Nuove Esperienze, Pistoia, 2011.

Tra il 1991 e il 2011 sono usciti in Italia circa 160 testi di narrativa per bambini e per ragazzi sul tema dell’immigrazione: poche le collane dedicate (spicca la prima e ancora attiva “I Mappamondi”, di Sinnos); vistoso uno snellimento degli apparati didattici nelle edizioni scolastiche; percepibile l’entrata in scena, particolarmente negli ultimi anni, di personaggi della seconda e della terza generazione, colti in situazioni non più di emergenza: il dialogo con i pari, la vita quotidiana in casa, a scuola, nelle situazioni di mescolamento. Quanto alla nazionalità dei protagonisti, bambini ed adulti, quella più rappresentata è la marocchina (e poi cinese, bengalese, cingalese e indiana, e ancora albanese); un numero abbastanza esiguo di scritture, ad oggi, hanno al centro personaggi rumeni. Tra i personaggi adulti, accanto a scafisti e badanti, si vanno ad inserire negli ultimi anni medici, educatori, operatori delle forze dell’ordine, sacerdoti.

Sono questi, in massima sintesi, i risultati di una ricerca portata avanti da Lorenzo Luatti, il quale ha poi versato i suoi studi nell’allestimento di una mostra, presentata per la prima volta a Pistoia nel mese di ottobre e che ora girerà l’Italia, insieme con il catalogo dal titolo omonimo che funziona anzitutto – sono parole del curatore – come un “invito alla lettura”. I testi sono presentati nel catalogo (e in una versione leggermente semplificata all’interno della mostra) con l’accompagnamento di una sinossi, divisi per generi e per temi di riferimento. Questi ultimi sono il viaggio migratorio, il rapporto con la città di arrivo, le storie di integrazione scolastica; e poi alcuni “temi emergenti”, in linea con l’evoluzione del profilo e dei nuovi cittadini italiani: amicizie ed amori, nuove famiglie e seconde generazioni.

Quanto ai generi, si va dal racconto autobiografico, al giallo, alla narrazione fantastica o favolosa, alla grande sezione degli albi illustrati (dove è un piacere trovare la voce di Vivian Lamarque, Il bambino che lavava i vetri , Edizioni C’era una volta, Pordenone, 1996), infine all’editoria scolastica. Rispetto a quest’ultima, Luatti sottolinea lo spostamento dell’asse rispetto al pubblico di riferimento: prima le medie; ora sempre più testi per la primaria e – in fase aurorale – libri da proporre alla scuola dell’infanzia. Partita da una posizione di attivo ascolto rispetto ai temi dell’immigrazione, inoltre, seppur con esiti alterni e difetti vistosi (posture didatticheggianti, testi realizzati su commissione e ‘facili’ quanto a trama, stile, respiro nella scrittura), l’editoria scolastica ha continuato a produrre titoli su questo argomento lungo tutto il ventennio preso in esame, incrociando i temi e le evoluzioni delineati sopra rispetto ad albi, romanzi, narrazioni di taglio autobiografico. Rappresenta così, ancora oggi, una sorta di termometro di come si può e si vuole raccontare l’immigrazione, da parte di editori, scrittori, e insegnanti (sempre più in grado di scegliere e privilegiare buoni titoli).

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