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Le nuove Indicazioni 2025: prime osservazioni
Un'analisi della parte introduttiva del documento appena pubblicato

Con la pubblicazione delle nuove Indicazioni si conclude la prima fase del lavoro avviato dall’apposita Commissione nominata dal Ministro Valditara. I “Materiali per il dibattito pubblico” costituiranno la base per una discussione pubblica sulle novità della revisione. Questo contributo è centrato sull’analisi della parte introduttiva cui faranno seguito altri riguardanti la scuola dell’infanzia e la scuola primaria.
Il documento di 153 pagine intende ridisegnare l’impianto complessivo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. La parte introduttiva definisce le coordinate culturali e pedagogiche della scuola così come disegnate dalle nuove Indicazioni. Qui vogliamo puntare l’attenzione su alcuni aspetti che nel loro insieme restituiscono, almeno in parte, l’idea di scuola veicolata dal documento.
Il valore della persona
Vi è una forte sottolineatura sul valore della persona, con una declinazione in senso individuale. Non manca il riferimento alla relazione e all’incontro con l’altro, ma termini come solidarietà o cooperazione appaiono quasi sconosciuti. Sebbene qua e là si faccia riferimento all’attivismo pedagogico, manca una visione della classe come comunità che si struttura come laboratorio di partecipazione e condivisione, come laboratorio di democrazia (non vengono citati autori come Dewey e Freinet che su questi aspetti hanno dedicato riflessioni ed esperienze dal punto di vista valoriale, pedagogico e didattico).
Il rispetto delle regole
C’è inoltre una sottolineatura dell’importanza che viene assegnata alla “comprensione del principio di autorità” con il reiterato richiamo al rispetto delle regole, considerate non solo nella loro usuale componente comportamentale, “ma anche regole tratte dai contenuti e dai metodi delle stesse discipline, come, p.e., le regole di grammatica”, facendo in tal modo un ardito (e forse indimostrabile) parallelismo tra regole che implicano il coinvolgimento della sfera relazionale, affettiva ed emotiva, e regole che invece hanno una chiara declinazione cognitiva. Se quanto affermato dalle nuove Indicazioni fosse vero, dovremmo concludere che i letterati, o comunque le persone che padroneggiano le regole della grammatica e della lingua e degli altri campi del sapere, sono coloro che hanno sviluppato al massimo grado l’etica del rispetto. Ciò però non ha evitato a fisici e matematici (che di “regole” disciplinari se ne intendono) di contribuire a costruire la bomba atomica che ha provocato centinaia di migliaia di vittime a Hiroshima e Nagasaki.
La valorizzazione dei talenti
Uno dei leit motiv che sta caratterizzando la linea del ministro Valditara (a parte l’insistenza sul merito) è la ricorrente sottolineatura della valorizzazione dei talenti, “intrinsecamente legata al potenziale cognitivo di ogni alunno” e finalizzata al pieno sviluppo della persona umana. Ciò che appare trascurato nelle nuove Indicazioni è il ruolo che il contesto scolastico può esercitare nello sviluppo del talento di ogni allievo attraverso una diversificazione delle attività in grado di esplorare e valorizzare le diverse abilità e, soprattutto, strutturando l’ambiente-classe in modo cooperativo e favorendo la soluzione negoziata e condivisa dei problemi.
La figura dell’insegnante
Per quanto riguarda la figura dell’insegnante le nuove Indicazioni non mancano di sottolinearne la valenza magistrale della funzione (da notare che maestro viene scritto con la "m" maiuscola), oltre che quella “insegnativa”. Nel contempo, viene ribadito il valore di “modello” che il maestro assume agli occhi dell’allievo: “L’allievo, infatti, non sceglie di desiderare di imparare, sceglie il modello che sa stimolarlo in tale direzione. E il ‘modello’ è l’esempio di un maestro, esempio fondamentale affinché il desiderio dell’allievo non resti allo stato di pura tensione psicologica ma si orienti verso degli oggetti definiti che sono le esperienze e i contenuti del curricolo”.