Giocare con i silent book

Come stai imparando in questo momento? Una proposta per motivare gli alunni nella didattica a distanza

Usciamo dalla scuola: David guida i compagni  alla scoperta della città

Gli alunni mostrano una grande consapevolezza dei legami tra lingua, storia personale, affetti e relazioni, come si pu&ograve; vedere nei disegni e nei relativi commenti dei due alunni (condivisi dall&rsquo;insegnante Selene Seghi dell&rsquo;I.C. via Giacosa di Milano).

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4. Silhouette e autobiografia linguistica

La silhouette &egrave; una versione pi&ugrave; &ldquo;adulta&rdquo; dell&rsquo;attivit&agrave; precedente. La richiesta &egrave; di collocare su una sagoma le lingue parlate e conosciute e, a partire da questa rappresentazione visiva, scrivere la propria autobiografia linguistica.

Oltre che agli alunni pi&ugrave; grandi, l&rsquo;attivit&agrave; si pu&ograve; proporre anche ai docenti che possono cos&igrave; provare in prima persona che cosa significhi raccontare il proprio vissuto in relazione alle diverse lingue della loro storia personale e quanto questa esperienza tocchi nel profondo l&rsquo;identit&agrave; personale.

Emerge con evidenza quanto e con chi le due o pi&ugrave; lingue sono usate nella vita quotidiana. La mappa mostra anche di frequente una linea di demarcazione generazionale tra l&rsquo;italiano e la lingua materna: la lingua d&rsquo;origine &egrave; parlata tra i genitori e con i nonni, mentre tra fratelli si usa l&rsquo;italiano anche nella comunicazione quotidiana.

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2. Intervista reciproca

L&rsquo;intervista reciproca &egrave; una proposta da svolgersi in coppia, con un alunno che intervista il compagno e il successivo scambio dei ruoli intervistato/ intervistatore. Oltre a domande sulle lingue conosciute e parlate, con l&rsquo;intervista ci si propone di far emergere anche le idee che sulle due lingue hanno gli alunni, con domande come le seguenti: Secondo te, la lingua X &egrave; bella/brutta, facile/difficile, utile/inutile. Perch&eacute;?

Dalle risposte emergono informazioni interessanti rispetto alla percezione che delle lingue hanno gli alunni, per esempio che tipo di valutazione fanno sulla utilit&agrave; o meno della lingua di origine famigliare, dell&rsquo;italiano o di altre lingue. La lettura di queste informazioni permette ai docenti di essere consapevoli di cosa pensano i singoli alunni e di indirizzare meglio un&rsquo;azione a sostegno del plurilinguismo e contro alcuni stereotipi svalutanti le lingue materne.

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3. Bilinguismo disegnato

Il &ldquo;bilinguismo disegnato&rdquo; nasce da una proposta di Graziella Favaro rivolta a bambini della scuola dell&rsquo;infanzia e primaria, praticata in questi anni in molte scuole italiane. Si chiede ai bambini di autorappresentarsi collocando sul proprio corpo le diverse lingue che conoscono o con le quali sono in contatto e di argomentare le scelte. I disegni (Fig. 2 e 3) rappresentano in modo ricco e immediato la percezione che ognuno ha del proprio plurilinguismo.

Tra i tanti bambini e ragazzi che per la legislazione italiana sono ancora &ldquo;stranieri&rdquo;, sono molti quelli nati in Italia o che hanno frequentato sin dalle prime classi la scuola italiana. Per molti di loro si pone il tema del plurilinguismo nascosto, cio&egrave; di una o pi&ugrave; lingue, dei genitori o del Paese di origine della famiglia, che non trovano spazio nel mondo scolastico e talvolta nemmeno in quello domestico. Una ricchezza linguistica che la scuola dovrebbe invece riconoscere e far emergere perch&eacute; le lingue d&rsquo;origine familiari non siano viste come qualcosa da occultare sulla strada della omologazione. La lingua materna &egrave; un bagaglio culturale prezioso che arricchisce chi lo possiede e non impedisce lo sviluppo delle competenze linguistiche in italiano.

 
 
ATTIVIT&Agrave;

L&rsquo;autobiografia linguistica

Per il riconoscimento e la valorizzazione del plurilinguismo individuale, si sollecita il racconto autobiografico delle lingue parlate o con le quali ognuno &egrave; in contatto. In relazione all&rsquo;et&agrave; degli alunni gli stimoli all&rsquo;autobiografia linguistica possono essere differenti. Nel progetto europeo IRIS &ndash; Identifying and Reconstructing Individual language Stories condotto in Italia dal Centro COME di Milano &ndash; sono stati proposti quattro strumenti:

<ul>
	<li style="text-align:justify">mappa della comunicazione intrafamiliare;</li>
	<li style="text-align:justify">intervista reciproca;</li>
	<li style="text-align:justify">bilinguismo disegnato;</li>
	<li style="text-align:justify">silhouette e autobiografia linguistica.</li>
</ul>

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1. Mappa della comunicazione familiare

La mappa della comunicazione familiare (Fig. 1) visualizza i flussi comunicativi nella famiglia, tra genitori e figli, e a volte viene ampliata anche con le indicazioni relative alla comunicazione con i nonni e altri parenti.

FAQ 10. Quale differenza c'è tra l'esonero e la dispensa parziale per le lingue straniere? (ed. PLUS)

FAQ 11. Quale differenza c'è tra PEI e PDP? Al bambino con DSA serve un PEI o un PDP? (ed. PLUS)

FAQ 15. La famiglia può chiedere di tenere nascosto il disturbo e applicare solo forme di tutela che non siano visibili o riconoscibili come tali dai compagni? (ed. PLUS)

Il racconto autobiografico

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