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Gli studi sullo sviluppo delle emozioni nel bambino e sulla loro gestione hanno messo in evidenza come l’“intermediario” cognitivo rivesta un ruolo assolutamente centrale. Ciò significa che qualsiasi emozione un bambino si trovi a fronteggiare questa vada regolata, grazie e attraverso l’uso di processi cognitivi (es. attenzione, pianificazione, linguaggio ecc.).


 


 
 Perché è importante nella scuola dell’inclusione?
 


 Un motivo centrale è dato dalle relazioni sociali ed emotive che si instaurano tra compagni di classe, soprattutto quando è presente uno o più allievi con
 
 bisogni educativi speciali
 
 . Se sul piano dei principi, l’inclusione non cono

Gli studi sullo sviluppo delle emozioni nel bambino e sulla loro gestione hanno messo in evidenza come l’“intermediario” cognitivo rivesta un ruolo assolutamente centrale. Ciò significa che qualsiasi emozione un bambino si trovi a fronteggiare questa vada regolata, grazie e attraverso l’uso di processi cognitivi (es. attenzione, pianificazione, linguaggio ecc.).Perché è importante nella scuola dell’inclusione? Un motivo centrale è dato dalle relazioni sociali ed emotive che si instaurano tra compagni di classe, soprattutto quando è presente uno o più allievi con bisogni educativi speciali. Se sul piano dei principi, l’inclusione non conosce ormai ostacoli nell’essere riconosciuta e promossa, sul piano dell’operatività quotidiana le differenze personali sono spesso anche l’origine di forti conflitti.Le tecniche che aiutano a sviluppare il pensiero di tipo divergente e consequenziale, alla base della strategia di problem solving, sono in grado di supportare i processi decisionali, la risoluzione di conflitti e possono essere applicate per: problemi interpersonali e di studio, difficoltà in classe, problem solving di gruppo, problematiche di natura familiare. L’intervento attivo dei processi cognitivi è una priorità per sviluppare le competenze decisionali e di risoluzione dei problemi, di cui anche la gestione emotiva fa parte.   I passaggi della strategia di problem solvingIdentifica la tua emozione e connetti ai tuoi stati emotivi delle “parole” (esprimere emozioni, verbalizzarle);Calma te stesso. Usa strategie per l’autogestione (e per rilassarti).Identifica il problema. Qual è il problema per me?Definisci i tuoi obiettivi (3R): Raggiungibili, Realistici, Razionali.Pensa alle possibili soluzioni (brainstorming di possibili soluzioni del problema).Definisci pro e contro. Quali sono le potenziali positive o negative conseguenze?Scegli la soluzione per te migliore.Pianificala e analizzala (Come intendo realizzarla? Quali ostacoli posso incontrare e come intendo rispondere per evitarli/minimizzarli?).Prova la tua soluzione e fanne una revisione (Ha funzionato?).  Una versione semplificataUna versione più adatta ai primi anni scuola primaria, si basa su quattro passaggi che definiscono le tappe principali della strategia e il flusso ordinato dei processi di pensiero.Ferma ciò che stai facendo.Calma te stesso.Pensa al problema e a possibili soluzioni.Prova la soluzione migliore.    

• Kress, J.S., Elias, M. J. (2019). Nurturing Students’ Character Everyday Teaching Activities for Social-Emotional Learning. London: Routledge.&nbsp;

Gli studi sullo sviluppo delle emozioni nel bambino e sulla loro gestione hanno messo in evidenza come l’“intermediario” cognitivo rivesta un ruolo assolutamente centrale. Ciò significa che qualsiasi emozione un bambino si trovi a fronteggiare questa vada regolata, grazie e attraverso l’uso di processi cognitivi (es. attenzione, pianificazione, linguaggio ecc.). Perché è importante nella scuola dell’inclusione? Un motivo centrale è dato dalle relazioni sociali ed emotive che si instaurano tra compagni di classe, soprattutto quando è presente uno o più allievi con bisogni educativi speciali. Se sul piano dei principi, l’inclusione non conosce ormai ostacoli nell’essere riconosciuta e promossa, sul piano dell’operatività quotidiana le differenze personali sono spesso anche l’origine di forti conflitti.Le tecniche che aiutano a sviluppare il pensiero di tipo divergente e consequenziale, alla base della strategia di problem solving, sono in grado di supportare i processi decisionali, la risoluzione di conflitti e possono essere applicate per: problemi interpersonali e di studio, difficoltà in classe, problem solving di gruppo, problematiche di natura familiare.&nbsp;L’intervento attivo dei processi cognitivi è una priorità per sviluppare le competenze decisionali e di risoluzione dei problemi, di cui anche la gestione emotiva fa parte.&nbsp; &nbsp; I passaggi della strategia di problem solving<ol><li>Identifica la tua emozione e connetti ai tuoi stati emotivi delle “parole” (esprimere emozioni, verbalizzarle);</li><li>Calma te stesso. Usa strategie per l’autogestione (e per rilassarti).</li><li>Identifica il problema. Qual è il problema per me?</li><li>Definisci i tuoi obiettivi (3R): Raggiungibili, Realistici, Razionali.</li><li>Pensa alle possibili soluzioni (brainstorming di possibili soluzioni del problema).</li><li>Definisci pro e contro. Quali sono le potenziali positive o negative conseguenze?</li><li>Scegli la soluzione per te migliore.</li><li>Pianificala e analizzala (Come intendo realizzarla? Quali ostacoli posso incontrare e come intendo rispondere per evitarli/minimizzarli?).</li><li>Prova la tua soluzione e fanne una revisione (Ha funzionato?). &nbsp;</li></ol> Una versione semplificataUna versione più adatta ai primi anni scuola primaria, si basa su quattro passaggi che definiscono le tappe principali della strategia e il flusso ordinato dei processi di pensiero.<ol><li>Ferma ciò che stai facendo.</li><li>Calma te stesso.</li><li>Pensa al problema e a possibili soluzioni.</li><li>Prova la soluzione migliore. &nbsp; &nbsp;</li></ol>

Differenze e conflitti emotivi

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