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Storie in scatola, per descrivere e narrare

Sassi, conchiglie, cartoline, giocattoli o piccole “cose” apparentemente senza significato, per il bambino sono comunque legate a momenti vissuti e hanno quindi una loro storia. Di Antonella Sada 

di Redazione GiuntiScuola29 ottobre 20183 minuti di lettura
Storie in scatola, per descrivere e narrare | Giunti Scuola

Sono questi i giorni in cui, passati i momenti di tristezza per l’ambientamento dei più piccoli e il ritorno alle routine dei più grandi, possiamo raccogliere i racconti e i ricordi del periodo estivo. Trascorse lontano dalla città, in luoghi oltre confine o anche solo nel quartiere, le vacanze sono per il bambino occasione per collezionare oggetti e immagini che possono essere condivisi con i compagni. Semplici sassi, conchiglie, cartoline, giocattoli o piccole “cose” apparentemente senza significato, per il bambino sono comunque legate a momenti vissuti e hanno quindi una loro storia.
“Questa è la barchetta con cui facevo il bagno nella stanza dell’albergo al mare” racconta Alessio; “Questa è la bustina dove c’era il biglietto dell’aereo per il Perù” dice Lollo.
Questi oggetti possono costituire stimoli per progettare percorsi interdisciplinari che durano anche tutto l’anno scolastico, al cui centro mettiamo la produzione di storie. Essendo questo anche un periodo delicato dell’anno per la formazione del gruppo-classe, non bisogna trascurare la dimensione sociale: a partire da racconti individuali, autobiografici , si può arrivare a creare un piccolo patrimonio di storie comuni al gruppo che si va costituendo e che aiutino il bambino a sperimentare un senso di appartenenza.

Scatole per parlare

Per arrivare a saper narrare , il primo passo è aiutare il bambino a descrivere. Un’attività coinvolgente che possiamo svolgere è quella di creare scatole a tema che possano contenere l’oggetto della vacanza. Occorre rivestire una vecchia scatola da scarpe con materiale vario che presenti delle attinenze con ciò che conterrà. Si fanno ipotesi e riflessioni che stimolano ad osservare e a descrivere meglio l’oggetto: “ La mia topolina è blu ed è un po' morbida” dice Sara e quindi i materiali incollati sulla scatola avranno proprio queste caratteristiche. “Le mie conchiglie sono ruvide e le ho trovate vicino al mare” dice Leo che infatti coprirà il suo contenitore con sabbia e carta azzurra. Non è solo un momento di costruzione, che stimola nel bambino la manualità, ma è anche frutto di una ricerca basata su processi logici , in cerca di analogie e correlazioni oltre che di aggettivi per descrivere.

Tante storie che si uniscono

Per alcuni bambini narrare non è semplice ma anche una sola frase , composta a fatica con un italiano ancora incerto, può acquistare molto valore se contribuisce a creare qualcosa di più grande e bello. Come un gruppo si compone di tanti bambini così una storia si può creare a partire dai singoli spezzoni, che i più sciolti arricchiranno di avverbi e congiunzioni, unendo il tutto con un po' di fantasia. “Un giorno la signora bustina voleva partire per un viaggio in Perù. Voleva andare con l'aereo e allora prende un biglietto, un soldino e va all'aeroporto dove incontra dei braccioli tristi. “Ciao!” dicono i braccioli alla bustina, “Buongiorno! Perché siete tristi?” chiede la bustina e, dopo avergli raccontato la loro storia, partono e arrivano al mare. Qui incontrano una barca e…” . Ecco come le piccole biografie degli oggetti possono essere composte in una storia inventata in cui ciascun bambino sentirà di aver dato un contributo e sarà quindi motivato a ripeterla. La ripetizione a sua volta arricchirà il vocabolario e migliorerà la fluidità di espressione.

La storia così inventata è stata poi messa in scena con un piccolo spettacolo, utilizzando un teatrino per burattini.

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