Prima del contare: le liste

Avventure in città

Scuola dell'infanzia di ottobre. Dentro i campi dell'esperienza:

Pezzi di puzzle

I numeri nelle storie

Contare le “volte” non è come contare oggetti, le implicazioni che questo diverso modo di contare ha per la matematica devono essere a noi chiare per poi valorizzare con i bambini gesti, strategie risolutive e confronti. Ecco i passaggi da tenere a mente:<ul><li>la grandezza scelta si deve fare “a pezzi” (unità di misura) per renderla contabile;</li><li>l’unità di misura presa in considerazione e la sua modalità di utilizzo devono essere sempre le stesse, si deve riempire il bicchiere sempre allo stesso modo, cucchiai pieni uguali e cosi via…;</li><li>la stessa quantità può essere misurata usando unità di misura diverse. “Che cosa ti aspetti se invece di contare la polenta a cucchiai la conti a cucchiaini? Troverai un numero più piccolo o più grande?”;</li><li>il risultato di un conteggio di questo tipo difficilmente è un numero naturale come 5, molto spesso è un numero del tipo 5 e un po’, 5 e un mezzo…</li></ul>

Nella vita quotidiana i bambini sperimentano situazioni dove il conteggio non può partire se non si cambiano le mosse del contare: quando si ha a che fare con una “grandezza” come la lunghezza, il volume, il peso… bisogna renderla contabile dividendola in parti prima di iniziare.<ul><li>Iniziamo indagando il significato delle parole: “Che cosa vuol dire misurare? Quale differenza c’è con il contare?”.</li><li>Raccogliamo le esperienze dei bambini evidenziando le gestualità che le due operazioni mettono in gioco: – toccare e far corrispondere al gesto la parola numero nella prima; – confrontare avvicinando o sovrapponendo gli oggetti e dividere in parti per poter associare il numero nella seconda.</li><li>Sperimentiamo situazioni concrete: “Quanto sono alto rispetto ai compagni? Quanto è lungo il tappeto in salone? Quanti passi devo fare per arrivare…?”.</li><li>Sollecitiamo l’osservazione e la discussione per decidere anche forme di registrazione. Ciò che ci interessa è che i bambini elaborino delle strategie di conteggio e forme di controllo dello stesso.</li></ul>

Per tutti: unità di misura a confronto

Per i più grandi: i gesti del contare e del misurare

Ma che cosa succede quando il contesto cambia, per esempio, come faccio a sapere quanto ho mangiato? Quanta acqua ho bevuto? Quale differenza c’è tra il contare e il misurare? E che cosa si conta quando si misura?

Ma che cosa succede quando il contesto cambia, per esempio, come faccio a sapere quanto ho mangiato? Quanta acqua ho bevuto? Quale differenza c’è tra il contare e il misurare? E che cosa si conta quando si misura?

<ul><li>In mensa forniamo un foglio e un pennarello e registriamo con un simbolo (pallino, crocette…) le cucchiaiate fatte per mangiare il cibo presente nel piatto.</li><li>In un secondo momento osserviamo le registrazioni, contiamo e discutiamo: “Quante cucchiaiate ti sono servite per finire tutto? Quante al tuo compagno? Come registrare quello che non viene mangiato? Come fare a registrare un mezzo cucchiaio?”.</li><li>La posata usata per fare delle parti svolge il ruolo di unità di misura, quindi, seppur in modo approssimativo le quantità registrare con dei pallini possono essere confrontate tra loro.</li><li>Pensiamo alla distribuzione dell’acqua nei bicchieri: l’acqua della brocca è una, ma nel momento in cui la versiamo nei bicchieri facciamo parti che poi contiamo. “Come conto quella che resta? Come faccio a sapere quella che manca? Quale differenza tra fare un bicchiere pieno e uno a metà? Come cambiano i conteggi?”. Rappresentiamo e discutiamo.</li></ul>

Nelle discussioni che nascono emerge e va valorizzato il conteggio delle “volte” che l’unità di misura scelta (piatto, cucchiaio, bicchiere, sorsi, morsi…) sta nella grandezza che voglio misurare (riso, pasta, acqua, pane…). Si tratta di un confronto tra due grandezze: quella scelta per misurare e quella, nel nostro caso, del cibo preso in esame.<ul><li>Ma che cosa succede se invece di usare un cucchiaio grande ne uso uno piccolo? Come cambia la registrazione e il conteggio? Che tipo di relazione possiamo trovare tra l’unità di misura usata e il numero delle volte ottenuto dal conteggio?</li><li>Sperimentiamo con i bambini: usiamo la stessa quantità di acqua contenuta nella brocca distribuendola in tazzine, invece che in bicchieri. “Che cosa cambia? Ne serviranno di più o di meno per finire tutta l’acqua? E se dopo una distribuzione rimane un avanzo come fare a finirlo?”.</li><li>Dopo le esperienze chiediamo sempre la rappresentazione e raccogliamo le loro spiegazioni.</li></ul>

Nella vita quotidiana i bambini sperimentano situazioni dove il conteggio non può partire se non si cambiano le mosse del contare: quando si ha a che fare con una “grandezza” come la lunghezza, il volume, il peso… bisogna renderla contabile dividendola in parti prima di iniziare.

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 Iniziamo indagando il significato delle parole: “Che cosa vuol dire misurare? Quale differenza c’è c
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Nella vita quotidiana i bambini sperimentano situazioni dove il conteggio non può partire se non si cambiano le mosse del contare: quando si ha a che fare con una “grandezza” come la lunghezza, il volume, il peso… bisogna renderla contabile dividendola in parti prima di iniziare.Iniziamo indagando il significato delle parole: “Che cosa vuol dire misurare? Quale differenza c’è con il contare?”.Raccogliamo le esperienze dei bambini evidenziando le gestualità che le due operazioni mettono in gioco:– toccare e far corrispondere al gesto la parola numero nella prima;– confrontare avvicinando o sovrapponendo gli oggetti e dividere in parti per poter associare il numero nella seconda.Sperimentiamo situazioni concrete: “Quanto sono alto rispetto ai compagni? Quanto è lungo il tappeto in salone? Quanti passi devo fare per arrivare…?”.Sollecitiamo l’osservazione e la discussione per decidere anche forme di registrazione. Ciò che ci interessa è che i bambini elaborino delle strategie di conteggio e forme di controllo dello stesso.

Per i più grandi: i gesti del contare e del misurare

Per gli insegnanti: le regole di una misurazione

Per tutti: quanto riso ho mangiato oggi?

Usiamo la mensa come contesto matematico: proponiamo le esperienze per alcuni giorni, per dar modo ai bambini di affinare i gesti e per confrontare i dati. Ogni giorno a tavola rompiamo in parti il cibo, beviamo in sorsi l’acqua e facciamo valutazioni sulla sua quantità.Parole come tanto, poco, un po’ di più, niente, vengono usate dai bambini per rispondere alla consueta domanda: “Quanto hai mangiato?”. Come possiamo trasformare in numero questa quantificazione?<ul></ul>

Quanto cibo nel mio piatto?

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