Fra le diverse leve motivazionali che i bambini attivano in modo autonomo, ce n&rsquo;&egrave; una dove l&rsquo;impegno e il piacere sono due facce della stessa medaglia. Questa forma di &ldquo;motivazione intrinseca&rdquo; si chiama gioco.

Portare l&rsquo;attenzione al gioco autonomo porta a valorizzare ci&ograve; che i bambini fanno di propria iniziativa, comunica che la loro autodeterminazione la consideriamo al pari di qualsiasi altra cosa. Un segno di professionalit&agrave;, poich&eacute; sappiamo che il tempo per il &ldquo;gioco libero&rdquo; &egrave; sempre pi&ugrave; eroso e questa mancanza comporta disagi.

Il gioco autonomo &egrave; una preziosa occasione per osservare molteplici aspetti a partire dai quali cogliere la &ldquo;palla al balzo&rdquo; nel proporre giochi di tutti i generi, antichi e moderni, per il &ldquo;semplice&rdquo; gusto di giocare. Spesso, nel pensare agli insegnanti del cuore si ricorda chi giocava ed era giocoso a scuola. Un motivo deve pur esserci.

Addentrarsi nei segreti del gioco, autonomo e condotto, affina le metodologie d&rsquo;insegnamento. Conoscere i profondi significati del giocare, anche riconnettendosi con i propri giochi dell&rsquo;infanzia, consente la pratica di una &ldquo;didattica ludica&rdquo; negli spazi interni e all&rsquo;aperto. Ovvero, un modo di stare e di fare dove le discipline hanno senso per tutti e ciascuno, proprio come avviene nel gioco.

Sintonizzarsi con quel fare giocoso &ldquo;tipico&rdquo; dei bambini, esprimendo il proprio atteggiamento ludico, permette di nutrire il desiderio di saperne di pi&ugrave;, d&rsquo;incamminarsi verso mete da scoprire, d&rsquo;imparare a imparare

Quali sono le idee che ci guidano nel progettare la didattica e ci accompagnano nel corso dell&#39;anno scolastico?

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Pratichiamo una didattica ludica