Articoli
Chi è bilingue? Una ricerca-azione condotta dagli studenti
Un'attività per riconoscere le altre lingue a scuola e per mettere in comune risorse e proposte. Di Raffaella Ritucci con Fabiola Aimone e Virginia Cerrato.
Durante l'anno scolastico scorso il gruppo di Alternanza Scuola-Lavoro "Gioberti Scuola del Mondo" ha realizzato
un'attività sul plurilinguismo
che traeva ispirazione dalle indicazioni della
Guida per lo sviluppo e l’attuazione di curricoli per una educazione plurilingue e interculturale
del Consiglio d'Europa, e dalle
Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri
del MIUR.
Dopo un periodo di studio, il Gruppo ha pianificato una ricerca/azione con obiettivi, sia di tipo scolastico (fra cui l'avvicinare le/gli alunne/i a strumenti e metodi della ricerca sul campo), sia riguardanti la pratica e le proposte. Rientravano fra questi ultimi la
conoscenza del capitale linguistico
delle/gli allieve/i frequentanti, la sensibilizzazione di studenti e personale verso alcune peculiarità del
multilinguismo
, l'ampliamento dell'anagrafe studenti con dati rilevanti per una progettazione didattica attenta al plurilinguismo. E infine l'individuazione di
attività finalizzate alla valorizzazione delle lingue di famiglia
e, quando necessario, alla realizzazione di interventi mirati di "italiano per studiare".
Il primo passo è stato la realizzazione di un questionario (
allegato a questo articolo
) con domande chiuse finalizzate a registrare alcuni dati su competenze e usi linguistici e peculiarità linguistiche del percorso scolastico; esso si concludeva chiedendo se e come la scuola potesse migliorare la sua offerta formativa per gli studenti bilingui e valorizzarne le competenze.
Sono stati quindi contattati via mail tutti le/i docenti Coordinatori di classe dell’Istituto, pregando loro di parlare del progetto all'interno delle 53 classi e di segnalare l’eventuale presenza di studenti bilingui. Di fronte ai dati dell'Anagrafe Scolastica del MIUR, che fra i 1.264 iscritti e indicava 67 "stranieri", questa breve indagine ha fatto emergere un numero quasi doppio (130) di studenti bilingui. Si tratta di nativi bilingui per diversi motivi: la maggior parte di loro a casa usa abitualmente anche lingue diverse dall'italiano, c'è anche chi è stato scolarizzato in lingue diverse dall'italiano, oppure ancora si tratta di allievi adottati già grandicelli dall'estero.
Parole di casa, parole di scuola
Dopo aver raccolto i dati, gli studenti sono stati
intervistati dai compagni
. Per quanto riguarda le cittadinanze, due terzi del campione possiede la cittadinanza italiana, quasi la metà è binazionale e ha quindi due cittadinanze: quelle presenti sono trentatré in tutto.
Numerosi studenti del Liceo Gioberti usano abitualmente in famiglia, oltre all'italiano, un'altra lingua: sono in tutto ventitré diverse; inoltre quasi un sesto delle famiglie del campione è trilingue (la maggior parte dei genitori è, a sua volta, bi- o plurilingue). Chiedendo agli intervistati di auto-valutare le proprie competenze nelle loro lingue diverse dall'italiano, si rileva come siano generalmente buone nell'orale, meno nella scrittura e nella lettura (con l'eccezione di chi vi è stato scolarizzato; a Torino però solo marginalmente c'è la possibilità concreta di seguire corsi di lingua di famiglia, così da imparare a leggerla e a scriverla correttamente).
Rispetto all'italiano, alle elementari e/o alle medie, il 12% del campione avrebbe voluto ricevere un supporto; quando questo vi è stato, nella metà dei casi è stato pienamente adeguato. Indagando invece sulle competenze in italiano necessarie per affrontare con successo un percorso liceale, è emerso che l'85% del campione valuta le proprie come pienamente adeguate, il resto come abbastanza adeguate. Gli ambiti che possono creare difficoltà sono in primo luogo il
lessico disciplinare
, così come la capacità di esprimersi per iscritto, di sostenere interrogazioni, di prendere appunti, di comprendere testi scritti e infine, di comprendere le spiegazioni. La materia che risulta linguisticamente più ostica è proprio l'italiano, in cui alcuni studenti desidererebbero ricevere aiuto.
Le proposte degli studenti diventano pratiche
Gli intervistati hanno
presentato alla scuola moltissime propost
e: vorrebbero che la sua didattica si aprisse a laboratori di italiano per studiare, a progetti di tutoraggio pomeridiani, e a attività di valorizzazione e di cura delle lingue di famiglia. Essi non solo desiderano seguire corsi loro dedicati, ma mettono a disposizione della comunità scolastica le proprie competenze plurilingui.
Alla ricerca stanno seguendo prime azioni positive: è stato modificato il modulo per l’iscrizione online alle prime linguistico e alle quarte ginnasio, in modo da registrare in automatico un eventuale bilinguismo dei neo-iscritti, così come eventuali segnalazioni delle loro famiglie. Grazie a una collaborazione con l’Università di Torino, vengono offerti laboratori di italiano L2/LS in piccoli gruppi, alcuni dedicati agli studenti interni, altri a quelli ospiti tramite scambi internazionali. Inoltre il progetto interno di peer tutoring si è allargato all'italiano L2/LS, ed è in via di attivazione una "Banca delle lingue", per permettere agli studenti di scambiarsi fra loro le proprie competenze linguistiche. Infine, alcuni studenti condivideranno, grazie a un progetto di volontariato, le proprie competenze in italiano con un gruppo di rifugiati.
Questa ricerca ha valorizzato le competenze di numerosi allievi del Gioberti, perché ha portato alla luce un aspetto, il bilinguismo, che viene spesso ignorato o trascurato. In molte occasioni gli studenti hanno considerato l’intervista come una forma di gratificazione, perché tramite essa hanno percepito interesse ed attenzione da parte del mondo della scuola.
Due storie di bilinguismo
Anche se si è trattato di un'indagine eminentemente di tipo quantitativo, desideriamo riportare qui sotto alcuni aspetti di due interviste, così da far emergere tratti delle persone dietro ai numeri.
La storia di Fille
Fille è una ragazza di origini marocchine, in casa con i suoi genitori parla il marocchino; a scuola invece parla italiano, pensa in italiano, legge in italiano. A volte, quando deve comunicare con i genitori in marocchino, nascono delle vere e proprie incomprensioni; mi ha raccontato che a volte le parole le vengono in marocchino, invece che in italiano, e viceversa.
|
La storia di Sole
Sole frequenta il primo anno di liceo e ha una tripla cittadinanza: italiana, rumena ed egiziana. In casa solitamente lei e la sua famiglia usano l'italiano, alcune volte invece sua madre parla il rumeno e suo padre l'egiziano. Essendo nata in Italia, e avendo comunicato in italiano fin da piccola, non ha mai avuto bisogno di aiuti ulteriori per apprenderlo meglio, e ha scelto senza pensieri di iscriversi ad un liceo. Si reputa bilingue, ed è soddisfatta di come conosce le sue lingue di famiglia, anche se racconta che in rumeno non scrive così bene, mentre non ha difficoltà a comprenderlo. Per quanto riguarda l'egiziano, si sente invece più sicura delle sue capacità e padroneggia meglio la lingua, probabilmente perché ha frequentato per tre anni dei corsi di arabo qui a Torino.
|
Per il Gruppo di Alternanza Scuola Lavoro "Gioberti Scuola del Mondo":
Fabiola Aimone e Virginia Cerrato, coordinatrice prof. Raffaella Ritucci