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La forma delle nuvole: classe (inter)attiva e comprensione del testo

Un’esperienza di didattica digitale e di insegnamento inclusivo dell'italiano. Di Francesca Tamanini. 

di Redazione GiuntiScuola09 novembre 20177 minuti di lettura
La forma delle nuvole: classe (inter)attiva e comprensione del testo | Giunti Scuola

All’interno del percorso di accoglienza previsto per gli alunni che entrano nella Scuola secondaria di primo grado, ho provato a elaborare un’attività inclusiva per l’esercizio della comunicazione in un gruppo-classe multiculturale.
La proposta si basa su alcune considerazioni che riguardano l’apprendimento.

Apprendiamo dall'esperienza

“Il cammino si fa camminando” è lo slogan che è stato scelto per il XX Convegno dei Centri interculturali (Ferrara, ottobre 2017) a cui ho preso parte: mi dice che non impariamo solo von la testa ma impariamo con tutta la nostra persona: le mani, gli occhi, ...perfino i piedi! Molti apprendimenti che riteniamo significativi arrivano a noi dai canali dell'esperienza.
Solo in seguito l'esperienza viene interpretata anche a livello razionale ed assume un valore simbolico, che consideriamo arricchente per noi, quando cogliamo significati che riteniamo utili per noi e che non vorremmo dimenticare.

Apprendiamo in relazione

Praticando l'insegnamento nelle modalità tradizionali, utilizziamo spesso schemi relazionali tipici del rapporto “uno-a-uno”. Dobbiamo invece considerare che chi apprende in gruppo si trova in una situazione collettiva che richiede interazioni reciproche e azioni di mutuo insegnamento-apprendimento.

Gli strumenti digitali aiutano ad apprendere

Con esperienze didattiche in cui sia previsto l'utilizzo delle tecnologie l’alunno viene messo nelle condizioni di imparare a lavorare in modo attivo e competente e si confronta con gli altri.

Comprendere un testo narrativo con il supporto di strumenti digitali

Un'attività didattica digitale inclusiva di semplice applicazione consiste nella lettura collettiva di un breve racconto che ho scritto. I protagonisti dell’esperienza sono venti alunni della classe prima che stanno vivendo la fase dell’accoglienza nella scuola secondaria di primo grado.
Il lavoro svolto è centrato sulla comprensione del testo e sulla comunicazione orale, può essere svolto da parlanti di livello A2/B1 e prevede l'abilità di scrittura solo in forma collettiva.
Nel corso dell’attività non ci si sofferma sugli errori ortografici, in quanto lo scopo è quello di educare alla comprensione del testo scritto, all'espressione del proprio pensiero e all'ascolto delle idee dell'altro. Dai testi prodotti non vengono tolti né commentati gli errori linguistici, che sono invece accettati in quanto elementi dell'interlingua degli studenti: le difficoltà ortografiche e stilistiche osservate si potranno certamente riprendere in altri contesti.
La novità metodologica risiede nell'interazione con un cellulare, un tablet o un computer che abbia la connessione alla rete internet.

L'attività si articola nelle seguenti fasi:

1. Riscaldamento : costruiamo una mappa di idee ( https://coggle.it/) sulla base dello spunto “stare in gruppo per me significa...”.

2. Lettura e approfondimento . Leggiamo sulla LIM un racconto e lo ripetiamo oralmente al nostro vicino; a gruppi di tre inventiamo un titolo, scrivendo su di un post-it da attaccare alla lavagna; votiamo il titolo preferito e premiamo il titolo vincitore. Nella fattispecie, il titolo vincitore risulta essere “Il meteo espressivo”, con cinque voti su venti.

TESTO


Nel tratto di cielo sopra la cima di un’alta montagna si era radunato un gruppo di nuvole. Mentre il numero di nuvole cresceva, le più piccole iniziavano a sentirsi un po’ strette, anche perché ognuna voleva stare proprio sopra la vetta della montagna, per poter dire alle altre che la cima si trovava proprio sotto la sua ombra. Arrivarono poi nuvole un po’ più grandi e anche loro cominciarono dare degli spintoni alle nuvole piccole, per prendere il loro posto.

Ben presto gli spintoni diventarono urla vere e proprie che spargevano fulmini per tutto il cielo. Dopo le urla vennero anche le botte, cosicché si sentivano tuoni sempre più forti. Le nuvole erano tutte doloranti per la rissa che era scoppiata e non si accorsero che intanto il cielo era diventato tutto nero a causa loro e che a forza di calci e pugni non solo la cima, ma tutta la montagna era entrata nell’ombra.
La nuvoletta più piccola, che aveva preso un calcio proprio nello stomaco, iniziò a piangere; poi prese a lacrimare anche la nuvola vicino a lei, che si era sentita offesa per una parolaccia che le era stata lanciata da una grossa nuvola nera. Alla fine tutte le nuvole piangevano e scoppiò un temporale, che dissolse le nuvole e lasciò cadere una fitta pioggia che scorreva sul pendio.

In cielo non era rimasta traccia nemmeno di una nuvola ma le sfortunate si ritrovarono tutte a formare un bel laghetto alpino. Adesso che avevano cambiato forma, il sole era tornato a splendere e nessuna di loro desiderava più tornare alla vita di prima. In quell’acqua limpida potevano giocare a rincorrersi e avevano finalmente capito che c’era posto per tutte, grandi e piccole.

Le nuvole più sagge pensarono che, per risolvere un litigio, a volte serve cambiare forma e trovare un nuovo ordine di cose. Per ricordare questo fatto gli uomini, che avevano osservato questo cambiamento, fissarono un modo di dire che si usa anche oggi: “dopo la pioggia, viene il sereno”.

3. Significato e conclusione : riflettiamo a coppie sulla morale del racconto, scriviamo sul cellulare una frase sintetica, utilizzando i post-it di una lavagna multimediale (https://www.mentimeter.com) e leggiamo poi tutte le idee che ciascuna coppia ha scritto: “che le cose possono migliorare” “a noi questa storia [ci] dice che tutti possono cambiare e migliorare” “con il litigio non si guadagna niente tranne la tristezza” “lo spazio è di tutti e si deve condividere” “un litigio fa capire che si è tutti diversi” “non bisogna litigare ma condividere” “a non litigare; bisogna volersi bene e condividere”.
Scriviamo infine una nuvola di idee, utilizzando il cellulare a coppie: ogni coppia di alunni scrive che cosa sente di aver imparato e come ha trovato l'attività (cloud di: https://www.mentimeter.com/ ).

Al termine del lavoro, rilevo che gli obiettivi di comprensione e di comunicazione sono stati raggiunti. Gli alunni hanno dimostrato un alto grado di interesse e partecipazione costante in tutte le fasi di lavoro.
In aula, mentre faccio il log-out , gli alunni mi chiedono se e quando potremo lavorare di nuovo usando questo sistema. “Ci sto lavorando - rispondo- ci sto lavorando...”. Non miracoli, ma ogni giorno piccoli passi.

Scuola secondaria di primo grado

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