Parole, soltanto parole?

La didattica dei laboratori - "Pillole" per cominciare bene

I primi segni dei bambini - "Pillole" per cominciare bene

Ascoltiamo e raccontiamo

Un libro per amico

Come e perché scriviamo

Maria Montessori &egrave; stata la maestra che ha fatto dell&rsquo;individualizzazione una pedagogia, tracciando un solco indelebile nell&rsquo;esperienza di insegnamento: ha avuto l&rsquo;intuizione e l&rsquo;ardire di associare l&rsquo;idea di libert&agrave; all&rsquo;istruzione.

La libert&agrave; non &egrave; un ideale, ma qualcosa che pu&ograve; essere costruito o impedito sin dai primi anni di vita. Pu&ograve; apparire paradossale parlare di libert&agrave; di agire e di operare scelte nei primi anni di vita, quando si dipende dagli altri praticamente in tutto, eppure l&rsquo;adulto che non rispetta le autonomie del bambino non favorisce la crescita n&eacute; il potenziamento delle sue risorse originarie e non gli consente di costruire la propria personalit&agrave;.

&nbsp;

Lavorare per l&#39;autonomia

Scegliere liberamente &egrave; una palestra di democrazia: l&rsquo;autonomia rende visibile il concetto di responsabilit&agrave; ed &egrave; un filo importante per tessere quella trama che fa di una classe una comunit&agrave;. Lavorare per l&rsquo;autonomia di ciascuno significa rendere l&rsquo;inclusione un&rsquo;esperienza, attraverso la differenziazione degli stimoli che i materiali veicolano. Essendo l&rsquo;aula uno spazio che accoglie una pluralit&agrave; di materiali, la diversit&agrave; non stona. La pluralit&agrave; di stimoli fa il paio con una pluralit&agrave; di bisogni contemporaneamente presenti. &ldquo;In questo ambiente il bambino deve poter agire liberamente: ossia egli deve avere dei motivi di attivit&agrave; a lui proporzionati, deve trovarsi a contatto con un adulto che conosca le leggi che governano la sua vita, e che non gli sia di impedimento n&eacute; proteggendolo, n&eacute; guidandolo, n&eacute; facendolo agire senza riguardo ai suoi bisogni&rdquo; (M. Montessori, Educazione e pace, Opera Nazionale Montessori, Roma 2004, pp. 118-119).

&nbsp;

L&rsquo;indipendenza: un&#39;abitudine che si apprende

Per la Montessori il bambino deve essere aiutato a fare da solo. Nell&rsquo;entrare in relazione con l&rsquo;ambiente ha bisogno di incontrare interpreti capaci di tradurre i suoi messaggi e &ldquo;compagni di strada&rdquo; che lo accompagnino nella sua naturale evoluzione, guardando a lui con fiducia.

L&rsquo;indipendenza di bambine e bambini non &egrave; una precondizione per l&rsquo;operativit&agrave;, ma il risultato di un costante sperimentarsi, un&rsquo;abitudine che si apprende. Cos&igrave; si legittima e sostiene il loro bisogno di muoversi e di essere attivi. Il &ldquo;lavoro libero&rdquo; &egrave; la marca che descrive meglio di tutte una didattica inclusiva, &egrave; la soluzione pratica che dovremmo vedere adottata in ogni scuola di questo Paese.

&nbsp;

L&rsquo;insegnante regista

L&rsquo;insegnante ha il ruolo del regista che armonizza le diverse connessioni dell&rsquo;ambiente di apprendimento, la sua presenza deve essere discreta e non scivolare nel protagonismo. La direzione &egrave; chiara: &ldquo;Per esercitare un&rsquo;influenza sulla societ&agrave; &egrave; necessario orientarsi verso l&rsquo;infanzia&rdquo;. (Montessori, La mente del bambino, Garzanti, Milano 1999, p. 68).

Il pensiero montessoriano &egrave; proprio frutto di una smisurata fede nei confronti dell&rsquo;infanzia, in base a quello che per natura ognuno di noi &egrave; in grado di realizzare e che per cultura potr&agrave; implementare.

&ldquo;L&rsquo;opera di costruzione del bambino &egrave; imponente e tutto ci&ograve; che noi possediamo &egrave; stato costruito dal bambino, da quel bambino che noi eravamo nei primi due anni di vita&rdquo; (M. Montessori, ivi, p. 5). Non dimentichiamolo.

Montessori: liberi di apprendere

Dove trovi questo contenuto