Cittadinanza, le competenze chiave

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L'anniversario dei 150 anni dall'Unità: materiali utili

A scuola di rispetto

L'illustrazione, come per le pagine di&nbsp;La Vita Scolastica&nbsp;di novembre 2021,&nbsp;&nbsp;è dei bambini e delle bambine della primaria IC Don Minzoni, Argenta (Ferrara).

Il Novecento doveva essere il secolo del fanciullo. Proprio nel 1900 esce Barnets århundrade di Ellen Key, pedagogista svedese, suffragetta, rivoluzionaria, tradotto in italiano nel 1906: Il secolo del fanciullo.Anche in Italia già all’inizio del Novecento il bambino viene messo al centro di un rinnovato interesse di ricerca: Metodo della pedagogia scientifica di Maria Montessori, per dire, esce nel 1906.È rimasta purtroppo un’utopia irrealizzata; il bellissimo libro di Bruno Maida, L’infanzia nelle guerre del Novecento,&nbsp;ci mostra piuttosto quanto sia diventata comune l’immagine di un’infanzia lacerata, sotto le bombe, foto di piccoli soldati con il fucile in mano. Lo spazio della violenza assoluta non è stato risparmiato ai bambini, che fosse nella Shoah o nella leva dell’Isis.È per soffiare uno spirito che potesse resistere a tutto questo che nasce la Dichiarazione internazionale dei diritti dei bambini del 1959, che viene redatta la Convenzione sui diritti dell'infanzia del 1989. L’Italia la ratifica due anni dopo: nel 1991.&nbsp;I bambini, si scrive in questi documenti, sono portatori di diritti: alla sicurezza sociale, all’amore e alla comprensione, a crescere in un contesto famigliare e educativo adeguato, alla protezione e al soccorso nelle situazioni di crisi...Le attenzioni che giustamente vengono dedicate all’infanzia derivano dalla coscienza della terribile indifferenza e ferocia che ha colpito nella storia del Novecento i bambini, tra guerre mondiali, esodi planetari, tragedie economiche di portata globale. Questi documenti sono dei piccoli ripari per far sì che le generazioni dei più piccoli non siano esposti ai venti più tumultuosi della storia.&nbsp;Rileggendo però questi testi e preparandoci magari per le attività di educazione democratica da fare insieme agli studenti o ai figli per la giornata del 20 novembre, quando si celebra la stipula di questa Convenzione, è come se si percepisse una piccola assenza.&nbsp;Ci dobbiamo ricordare certo che i minori necessitano di protezione, e che spesso invece sono lasciati soli, che non gli viene data quell’attenzione e quella cura che gli spetta, o che finiscano per essere vittime di violenze simboliche, fisiche, psicologiche.&nbsp;Ma il pericolo che corriamo può essere anche quello speculare, che educati noi stessi a un’idea di infanzia prolungata e iperprotetta – quella a cui c’ha abituato un contesto consumista, che ha millantato il marketing customizzato per l’infanzia come cura e attenzione – finiamo per non accorgerci di altri diritti fondamentali per le giovanissime generazioni: il diritto al rischio, il diritto alla sfida, il diritto alla scoperta, il diritto alla verità.&nbsp;Dobbiamo dire a chi è arrivato da poco su questo pianeta che non esiste una protezione già bell’e pronta di fronte a avvenimenti globali, come i cambiamenti climatici o le tensioni che deriveranno dai grandi fenomeni migratori, dalla crisi delle nazioni o dall’eventuale ritorno dei fascismi. Quel che invece si può fare è costruire insieme occasioni di educazione alla sfida, alla ricerca sull’ignoto, perché il secolo che stiamo vivendo sia il secolo delle nuove e vecchie generazioni, unite negli stessi pericoli ma anche nelle stesse speranze.&nbsp;

I bambini sono portatori di diritti: come è nata la Convenzione sui diritti dell'infanzia